La Palermo-Corleone-San Carlo fu la prima linea a scartamento ridotto ad essere costruita in Sicilia; faceva parte dei primi progetti di costruzione di una rete ferroviaria in Sicilia che sopperisse alla mancanza di una qualsiasi rete viaria di collegamento tra l'interno e i punti di imbarco della costa. Le rotte navali costituivano infatti l'unica possibilità di comunicazione e commercio sia con gli altri centri dell'Isola che con il resto del mondo. Una ferrovia, ancor piccola, era ritenuta a quel tempo un formidabile mezzo di sviluppo per la commercializzazione delle risorse produttive agricole e minerarie la cui lavorazione e raffinazione avveniva nei centri costieri ove, in senso inverso, era disponibili i prodotti finiti di importazione.
Già nel 1859 erano stati approntati alcuni progetti di costruzioni ferroviarie, in Sicilia, da parte di società a capitale estero, belga e negli anni seguenti anche inglese e francese attratti dal fatto che la mancanza di vie di comunicazione interne rendeva appetibile l'investimento.
Nel 1881 nacque un organismo consortile per costruire la ferrovia di Corleone ma i lavori ebbero inizio dopo che, nel giugno del 1883, venne subconcessa all'imprenditore inglese Robert Trewhella. I lavori di costruzione si svolsero tra il 20 aprile 1884 e il 20 dicembre 1886 quando venne inaugurata la prima tratta Palermo-Corleone. La società di gestione della linea The Sicilian Railways Company Limited of London fu costituita il 17 febbraio 1887 come Società Anonima per le Ferrovie Siciliane (SAFS).
A partire dal 1889 si cominciò a prospettare l'utilità di un prolungamento sino a Castelvetrano e alla costa mediterranea da dove arrivavano a Palermo i prodotti della pesca ed i vini. L'11 dicembre del 1898 la Società Siciliana per le Ferrovie Economiche (SSFE) ottenne la concessione per la costruzione e per l'esercizio della Corleone-San Carlo e il 21 maggio 1903 inaugurò il collegamento da Corleone fino al capolinea "provvisorio" della stazione di San Carlo, ultimo centro della Provincia di Palermo. Successivamente al riscatto della linea da parte delle FS il capolinea fu spostato a Burgio.
Nel 1910 la SAFS assorbì anche la prima tratta Palermo – Corleone ma nel 1916 questa fu posta sotto esercizio governativo e dal 1918 affidata alle Ferrovie dello Stato.
Il 30 novembre 1922 la linea intera dalla Stazione Sant'Erasmo a San Carlo, riscattata dallo Stato, fu data in gestione alle FS. La tratta di collegamento con la linea da Castelvetrano, da San Carlo a Sambuca di Sicilia, fu inaugurata il 29 settembre 1928. I primi passeggeri, però, poterono usufruire del servizio solo dal 28 ottobre successivo in quanto 6º anniversario della "Marcia su Roma".
Fino al 1953 il treno per Corleone e San Carlo partiva dalla stazione di Palermo Sant'Erasmo e per un lungo periodo fu il mezzo pubblico più utilizzato per collegare il capoluogo con la zona dell'interno corleonese. La stazione di Sant'Erasmo era situata vicina alla foce, sulla sponda sinistra, del fiume Oreto. Nell'estate del 1953 però il capolinea fu spostato, arretrandolo, ad Acqua dei Corsari e la stazione venne demolita. Tale tronco venne soppresso nel 1955[4].
Nel 1950 erano entrate in servizio le automotrici RALn 60 che sostituirono i treni effettuati con locomotiva a vapore. Il servizio bagagli e merci ebbe termine qualche anno dopo quando non circolarono più treni a vapore con vagoni. L'introduzione delle automotrici aveva fatto registrare un consistente aumento del traffico viaggiatori ma l'arretramento, nel 1953, della stazione di inizio da Sant'Erasmo, sita nel centro cittadino, alla periferica Acqua dei Corsari fece calare drasticamente il traffico.
La chiusura di tutta la linea venne decretata il 1º febbraio 1959, e la sua soppressione nel 1961[5].
Il percorso
Il treno partito dalla stazione di Sant'Erasmo percorreva il litorale tra la via Messina e il Golfo di Palermo con i suoi stabilimenti balneari.
Abbandonata poi la costa si inoltrava in salita all'interno fra gli agrumeti per Portella di Mare e la valle dell'Eleuterio. A Misilmeri il paesaggio era già cambiato con i binari fra le coltivazioni di grano. Disceso a fondo valle oltrepassava il fiume Eleuterio percorrendo il viadotto Mortilli con tredici arcate di 12 metri.
Il percorso raggiungeva quindi Villafrati.
Da Villafrati il paesaggio era agricolo con terreni a pascolo; in vista del castello di Cefalà Diana, la ferrovia proseguiva in salita verso Godrano volgendo a ovest nella valle del torrente Azziriolo.
Dopo la stazione di Godrano, si raggiungeva il bosco della Ficuzza con la stazione di Ficuzza; superato il fiume di Fratina, ci si dirigeva alla stazione Scalilli, ci si dirigeva poi alla stazione di Corleone. Da qui proseguiva tra colline coltivate a grano verso la stazione di Campofiorito detto Bellanova. Successivamente si raggiungeva Contessa Entellina, poi Donna Beatrice e Bisacquino. Infine ci si ritrovava in un paesaggio dagli aspetti mutevoli fino a Chiusa Sclafani.
Dopo iniziava la discesa verso la valle del Malotempo attraversando una serie di gallerie, per poi congiungersi nei pressi della stazione di San Carlo con la linea proveniente da Castelvetrano. Attraverso un viadotto oltrepassava poi il fiume Sosio e risalendo la valle del Verdura arrivava al capolinea della stazione di Burgio.
Materiale rotabile presente all'atto della chiusura
Pista ciclopedonale sulla tratta della dismessa ferrovia
Stato attuale della linea
Il percorso fino al viadotto Mortilli è praticamente scomparso, poi segue lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento. Da Baucina in poi è rintracciabile. Il tratto Godrano-Bosco Ficuzza-Corleone è stato recuperato e viene attualmente utilizzato come percorso ciclopedonale[6].
Dati tecnici
Raggio minimo di curvatura 60 m.
Massima ascesa 39 per mille (ad aderenza naturale)
Lunghezza: km. 112, 29
Velocità massime: 30 km orari per treni a vapore e 50 km/h per automotrici RALn 60
Materiale rotabile utilizzato
Mezzi di trazione
Le locomotive che prestarono servizio dalla costruzione erano di costruzione inglese.
Le locomotive che prestarono il loro servizio sotto la gestione delle FS a partire dal 1932 e fino alla chiusura della linea furono le locomotive del gruppo R.301 e la loro versione a vapore surriscaldato R.302.
Nico Molino, La rete FS a scartamento ridotto della Sicilia, Torino, Edizioni elledi, 1985, ISBN88-7649-037-X.
Antonio Federici, Tuttotreno Tema 14-Lo scartamento ridotto in Italia, Albignasego, Duegi Editrice, 1999.
Pubblicazioni di servizio varie, FS
Daniela Pirrone, Archeologia industriale in Sicilia: la linea a scartamento ridotto Palermo S. Erasmo-San Carlo, Guida, Palermo, 1993. ISBN 88-85900-22-4.