Federico Millet d'Arvillars

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Joseph-Jean-Frédéric-Pantaléon Milliet d'Arvillars

Senatore del Regno di Sardegna
Durata mandato28 dicembre 1849 –
5 novembre 1850
Legislaturadalla IV (nomina 18 dicembre 1849)
Tipo nominaCategoria: 14
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneMilitare di carriera
Jean-Frédéric Milliet d'Arvillars
NascitaChambéry, 26 dicembre 1788
MorteTorino, 12 febbraio 1858
ReligioneCattolica
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Impero francese Impero francese
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armata Grande Armata
Regia Armata Sarda
ArmaCavalleria
Fanteria
CorpoCarabinieri Reali
Guardie del Corpo del Re
Unità28e Chasseur à chèval
Brigata Savoia
Brigata Guardie
Anni di servizio1812-1848
GradoTenente Generale
ComandantiNapoleone Bonaparte
Carlo Alberto di Savoia
GuerreGuerre napoleoniche
Prima guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna di Russia
Campagna in Lombardia
Battaglie
Comandante di1⁰ Corpo d'armata piemontese in Lombardia
DecorazioniMedaglia d'argento al valor militare
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Joseph Jean Frédéric Pantaléon Milliet d'Arvillars (Chambéry, 26 dicembre 1788Torino, 12 febbraio 1858) è stato un generale e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenne ad una famiglia savoiarda molto importante.

Si sposò con Marie-Anne-Fanny de Buttet du Bourget, dama d’onore della duchessa di Savoia, e in seguito regina di Sardegna, Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, sposa di Vittorio Emanuele.

Si arruolò nell’esercito napoleonico come sottotenente del 28e Chasseur à chèval partecipando alla campagna di Russia (1812) dove venne catturato dai russi e imprigionato a Kazan sino al 1814 quando poté fare ritorno in patria. Anche il fratello, Henri (1790-1812), si arruolò nella Grande Armata in quanto ufficiale del recente costituito filonapoleonico Regno di Baviera e partecipò alla campagna di Russia ma, a differenza del fratello maggiore, rimase ucciso nella grande ritirata sul fiume Beresina (25-29 novembre).

Con la Restaurazione, il d’Arvillars fu nominato luogotenente nei Carabinieri Reali e nel 1816 luogotenente provinciale nella Brigata Savoia. Sempre nello stesso anno venne promosso maresciallo d’alloggio, con il grado di maggiore di cavalleria, nelle Guardie del Corpo del Re. Contemporaneamente alla carriera militare, il d’Arvillars divenne sempre più importante anche all’interno della Corte di Carlo Felice diventando gentiluomo di camera nel 1822. La carriera militare ebbe una ripresa nel 1831 quando fu cornetta, con il grado di luogotenente colonnello di cavalleria, nelle Guardie del Corpo del Re. Nel 1832 fu colonnello del 2º reggimento Savoia e nel 1836 ne fu maggior generale. Dal 1838 fu maggior generale della Brigata Guardie e luogotenente generale aiutante di campo di re Carlo Alberto.

Durante la campagna del 1848 fu comandante della 1ª divisione del I corpo d’armata.

Nella battaglia di Pastrengo (30 aprile) inviò una compagnia di cacciatori dell’Aosta a cooperare con l’artiglieria e la cavalleria per respingere gli austriaci che si stavano muovendo nei pressi di Sona. Il 6 maggio comandò alla Brigata La Regina di dirigersi, sulla strada di Sona, verso San Massimo ma, poiché si era imbattuta nell’avanguardia austriaca, ritardò il congiungimento con l’Aosta. Nel corso dello stesso fatto d’arme, una volta che La Regina riuscì a disimpegnarsi, il Bava ordinò al d’Arvillars di effettuare una manovra obliqua a destra per potersi ricongiungere finalmente all’Aosta del Sommariva che stava assaltando Santa Lucia, ma, o per errata comprensione dell’ordine o per mal enunciazione da parte del Bava e a causa della conformità non proprio agevole del terreno, La Regina si trovò addirittura dietro la Brigata Guardie, che stava seguendo a lunga distanza l’Aosta, nei pressi di Fenilone così da non partecipare più ai combattimenti.

Si distinse negli scontri di Goito sia in quello dell’8 aprile (Cfr. battaglia del Ponte di Goito) e sia in quello del 30 maggio.

Nella battaglia del 30, insieme al Ferrere divisionario della 2ª, fu al comando del fianco destro e del centro dello schieramento guidando le brigate Aosta, Cuneo, Casale, quattro battaglioni dell’Acqui, di Savoia Cavalleria e di tre squadroni dell’Aosta Cavalleria con qualche batteria di supporto.

Nel corso della campagna, precisamente in agosto, suo malgrado, si ammalò e venne sostituito provvisoriamente nel comando della 1ª divisione dal marchese di Sommariva.

Non prese più parte alle campagne contro l’Impero e si dedicò alla vita politica, tant’è che nel dicembre 1849 venne nominato senatore del regno.

Fu Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 1848, Commendatore dell'Ordine della Corona Ferrea d’Austria, Commendatore dell'Ordine di Sant'Anna di Russia, Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore di Francia e cavaliere della Corona di Quercia dei Paesi Bassi. Ricevette anche la medaglia d'argento al valor militare.

Onorificenze sabaude[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di II Classe dell'Ordine della Corona Ferrea (Impero austriaco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di II Classe dell'Ordine di Sant'Anna (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca Di Pietrantonio, Per un dizionario dell’alta ufficialità dell’esercito carloalbertino. Prosopografie dei protagonisti dal 1831 al 1849, Torino, Università degli Studi di Torino, 2020, pp. 93–95.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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