Eupolemo (storico)

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Eupolemo (in greco antico: Eὐπόλεμoς?[1]) è il più antico[2] storico ebreo dell'età ellenistica i cui scritti siano sopravvissuti fino all'era moderna. Cinque (o forse sei) frammenti della sua opera furono tramandati nella Praeparatio evangelica di Eusebio di Cesarea (di seguito abbreviata in Praeparatio), nelle citazioni dello storico Alessandro Poliistore e negli Stromata di Clemente di Alessandria.

Esiste una sesta citazione da parte di Poliistore riportata da Eusebio, che è tuttavia considerata spuria e attribuita al cosiddetto Pseudo-Eupolemo.

Lo stile e il vocabolario indicano che il greco fu la lingua originale degli scritti e convergono verso una comune data di composizione intorno al 158/7 a.C. Il fatto che l'autore faccia risalire la sua opera ai Seleucidi piuttosto che ai Tolomei suggerisce un'origine palestinese piuttosto che egiziana. È stato ipotizzato che l'autore potrebbe essere l'Eupolemo che fu l'ambasciatore di Giuda Maccabeo a Roma, secondo il resoconto storico di 1 Maccabei 8.17[3] e 2 Maccabei 4.11[4].[5]

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

I frammenti solitamente considerati opera autentica di Eupolemo sono:

  • Un'affermazione secondo cui Mosè fu il primo uomo saggio, che insegnò l'alfabeto agli Ebrei, che lo trasmisero ai Fenici e questi ai Greci, e che Mosè scrisse le prime leggi per gli ebrei (Praeparatio 9.26.1).
  • Alcune informazioni cronologiche sul periodo che intercorre tra Mosè e re Davide, e alcuni dettagli delle sue disposizioni per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, seguiti da presunte trascrizioni di lettere scambiate tra il re Salomone e "Souron il re di Tiro", il biblico Hiram ( Praeparatio 9.30.1-34.18).
  • Una breve dichiarazione sugli scudi d'oro fatta da Salomone (Praeparatio 9.34.20).
  • Un brevissimo resoconto della persecuzione del profeta Geremia da parte del re "Gionachim" che sembra corrispondere ai re biblici Ioiakim, Ioiachin e Sedecia, seguito da un breve resoconto romanzato della caduta del Regno di Giuda che termina con la nota che Geremia conservò l'Arca dell'Alleanza e le Tavole della Legge (Praeparatio 9.39.2-5).
  • Una sinossi cronologica che indica 5.149 anni da Adamo al 5º anno di regno di Demetrio (Stromata 1.141,4).

Pseudo-Eupolemo[modifica | modifica wikitesto]

Il frammento solitamente noto come Pseudo-Eupolemo (Praeparatio 9.17.2-9) riferisce:

  • La città assira di Babilonia fu costruita da giganti (nephilim) scampati al diluvio che eressero anche la torre. Dopo la sua distruzione i giganti furono dispersi (e le lingue con essi).
  • Segue un riassunto del corso degli onori di Abramo basato sul racconto biblico con alcune modifiche e dettagli simili a quelli trovati nel Genesis Apocryphon, in Giuseppe Flavio e nella tradizione enochita. Abramo è descritto come un uomo particolarmente esperto di astronomia, scienza che fu scoperta da Enoch e trasmessa da Abramo ai sacerdoti egiziani (che adoravano gli dèi nemici del Dio di Israele).
  • Segue poi un passaggio sconcertante che sembra avere poco a che fare con il contesto e può essere confuso:

«Infatti i Babilonesi affermano che il primo fu Belus, che è lo stesso di Crono, e che da lui nacquero figli di nome Belus e Canaan. Questo Canaan generò il padre dei Fenici, il cui figlio era Chum/Chus, chiamato dai Greci Asbolus ed era il padre degli Etiopi e il fratello di Mestraim, l'antenato degli Egiziani.»

Tradizionalmente molti traduttori hanno emendato Canaan con Cham, cioè Cam, figlio di Noè, poiché in Genesi 10.6[6] Cam è il padre di Cush e di Mizraim. Tuttavia, l'autore qui afferma di riferirsi alla tradizione babilonese, non alla tradizione ebraica, per quel che vale. Asbolus significa 'fuligginoso'. Robert Doran nella sua traduzione in The Old Testament Pseudepigrapha, Volume 2, emenda einai Kronon ('è lo stesso di Crono') a einai Kronou (al genitivo, 'è [figlio di] Crono'), notando che in nessun altro testo qualcuno chiamato Belus è mai stato equiparato a Crono. Tuttavia, nelle Historie dello scrittore fenico Sanconiatone troviamo gli dei Crono ed Elus collocati nello stesso posto all'interno dell'albero genealogico, anche se Elus è equiparato a El in questo caso.

  • Il racconto si conclude indicando che i Greci riferiscono che Atlante scoprì l'astrologia, identificando quest'ultimo con Enoch il quale apprese tale arte dagli angeli di Dio.

Robert Doran dà motivo di credere che questo frammento possa far parte dell'autentica opera di Eupolemo nonostante i precedenti dubbi.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eupolemus, su jewishvirtuallibrary.org.
  2. ^ Mercer dictionary of the Bible, a cura di Watson E. Mills, Roger Aubrey Bullard, p. 272 ISBN 978-0-86554-299-0 (1990)
  3. ^ 1 Maccabei 8.17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ 2 Maccabei 4.11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Martin McNamara scrive: "L'autore deve probabilmente essere identificato con Eupolemo, il figlio di Giovanni, figlio di Accos, il quale secondo 1 Maccabei 8:17, su laparola.net. e 2 Maccabei 4:11, su laparola.net. fu inviato nel 161 a.C. con Giasone, figlio di Eleazaro, come ambasciatore a Roma per negoziare un trattato tra gli Asmonei e la Repubblica Romana. Evidentemente, Eupolemo era un amico del governatore ebraico Giuda Maccabeo e un abile diplomatico allo stesso tempo, dal momento che la sua missione ebbe successo. Potrebbe essere stato un sacerdote, dato che nei suoi scritti egli si dilunga a parlare del Tempio di Salomone. Egli compose la sua opera nel 158-157 a.C." (p. 222 dell'Intertestamental Literature, Martin McNamara, Glazier (Michael) Inc., U.S.; nuova edizione, febbraio 1991, ISBN 0-89453-256-1).
  6. ^ Genesi 10.6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Si veda anche Łukasz Niesiołowski-Spano, "(Pseudo-)Eupolemus and Shechem: Methodology: Enabling the Use of Hellenistic Jewish Historians' Work in Biblical Studies", in: Lester L. Grabbe (ed.), Enquire of the Former Age. Ancient Historiography and Writing the History of Israel (ESHM 9; LHB/OTS 554), New York: T & T Clark 2011, 77-96

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Eupolemus", tradotto da F. Fallon (pp.861-872), e "Pseudo-Eupolemus", tradotto da R. Doran (pp. 873-879) in The Old Testament Pseudepigrapha, Volume 2, edizione a cura di James H. Charlesworth, Doubleday; New York, 1985. ISBN 0-385-18813-7.
  • Eusebio di Cesarea
    • Eusebius, Werke: Band 8: De Praeparatio Evangelica, ed. K. Mras. (Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte), 43,1–2 Berlin, 1954–56. (Edizione critica standard di Eusebio.)
    • Eusebio, Preparation for the Gospel: Part 1, Books 1–9 , tradotto da Edward Hamilton Gifford, Clarendon Press; Oxford, 1903. Ristampato da Baker House Company, 1991. ISBN 0-8010-3369-1 (ppr), ISBN 0-8010-3370-5 (clth). Tertullian Project: Praeparatio: Book 9.
  • Clemente di Alessandria

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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