Eptesicus fuscus

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Serotino bruno
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Vespertilionidae
Sottofamiglia Vespertilioninae
Genere Eptesicus
Specie E.fuscus
Nomenclatura binomiale
Eptesicus fuscus
Beauvois, 1796
Sinonimi

E.arquatus, E.carolinensis, E.cubensis, E.greenii, E.melanops, E.melanopterus, E.pelliceus, E.phaiops, E.ursinus

Areale

     E.f.fuscus

     E.f.bahamiensis

     E.f.bernardinus

     E.f.dutertreus

     E.f.hispaniolae

     E.f.lynni

     E.f.miradorensis

     E.f.osceola

     E.f.pallidus

     E.f.peninsulae

     E.f.petersoni

     E.f.wetmorei

Il serotino bruno (Eptesicus fuscus Beauvois, 1796) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi diffuso nel Continente americano.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 63 e 75 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 46 e 52 mm, la lunghezza della coda tra 40 e 52 mm, la lunghezza del piede tra 9 e 16 mm, la lunghezza delle orecchie tra 12 e 19 mm e un peso fino a 17 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga, soffice e lucida. Le parti dorsali variano dal fulvo al bruno-grigiastro, mentre le parti ventrali sono più chiare e variano dal rosato al giallo-olivastro. Il muso è largo, con due masse ghiandolari sui lati. Gli occhi sono piccoli. Le orecchie sono nerastre, corte, carnose e arrotondate. Il trago è largo e curvato in avanti. Le membrane alari sono nerastre, corte e larghe. La punta della lunga coda si estende leggermente oltre l'ampio uropatagio. Il calcar è carenato. Il cariotipo è 2n=50 FNa=48.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni sotto forma di impulsi di breve durata a banda stretta e frequenza modulata iniziale a 48 kHz e finale a 27 kHz.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia in estate nelle cavità degli alberi e negli edifici mentre in inverno preferisce piccole grotte o strutture artificiali dove si aggrega in gruppi fino a 373 esemplari. Durante i periodi riproduttivi in estate forma vivai, formati da 20-600 femmine mentre i maschi tendono ad essere solitari. Tali colonie iniziano a disperdersi a settembre, con gli ultimi individui che le abbandonano i primi giorni di novembre. Dopo aver accumulato grasso corporeo sufficiente, circa un quarto del proprio peso, entra in uno stato di ibernazione tra novembre e fine marzo quando le temperature esterne variano tra 0 e 18 °C, solitamente insieme ad altri chirotteri, particolarmente con Parastrellus e Perimyotis. L'attività predatoria inizia prima del tramonto. Si tratta di una specie fortemente sedentaria con spostamenti che non superano i 50 km.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti non volanti, particolarmente scarafaggi e in misura minore di imenotteri, ditteri, plecotteri, efemeridi, emitteri, tricotteri, neurotteri, mecotteri ed ortotteri.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Gli accoppiamenti avvengono principalmente in autunno, ma anche in primavera ed inverno. Talvolta la fertilizzazione viene ritardata. Danno alla luce uno o due piccoli alla volta ad aprile o maggio. appena nati pesano 2,8-4 g ad hanno un'apertura alare di 18 mm. Vengono svezzati dopo quattro settimane e cominciano a volare dopo circa due mesi, quando hanno raggiunto le dimensioni adulte.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa dal Canada meridionale, attraverso tutti gli Stati Uniti d'America e l'America centrale fino alla Colombia centrale. È presente anche nelle Grandi Antille, Bahamas e Dominica.

Vive nelle foreste umide e sempreverdi fino a 1.500 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 12 sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa, la presenza in diverse aree protette e la tolleranza alle modifiche ambientali, classifica E.fuscus come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Miller, B., Reid, F., Arroyo-Cabrales, J., Cuarón, A.D. & de Grammont, P.C. 2008, Eptesicus fuscus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Eptesicus fuscus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Reid, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • John O.Whitaker, Jr. & William J.Hamilton, Jr. Mammals of the Eastern United States, Cornell University Press, 1998. ISBN 9780801434754
  • Alfred L. Gardner, Mammals of South America, Volume 1: Marsupials, Xenarthrans, Shrews, and Bats, University Of Chicago Press, 2008. ISBN 9780226282404
  • Fiona A. Reid, A field guide to the Mammals of Central America and Southeast Mexico, Oxford University Press, 2009. ISBN 9780195343236
  • Roland W.Kays & Don E.Wilson, Mammals of North America: (Second Edition), Princeton University Press, 2009. ISBN 9780691140926

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