Edmondo Cione

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Domenico Edmondo Cione (Napoli, 9 giugno 1908Napoli, 19 giugno 1965) è stato uno storico della filosofia, politico e critico letterario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formazione e prima attività politica[modifica | modifica wikitesto]

Di tendenze socialiste, e in un primo momento antifasciste, è stato allievo di studi di Benedetto Croce. Perseguitato della prima ora dal fascismo, viene rinchiuso nel campo di Colfiorito di Foligno e poi mandato al confino a Montemurro.[1]

Adesione alla Repubblica Sociale Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Attratto dal nuovo indirizzo espresso dal Manifesto di Verona, aderisce alla Repubblica Sociale Italiana. Chiede e ottiene il consenso di Benito Mussolini (il quale si rende esplicitamente concorde) per la costituzione di una formazione politica indipendente dal Partito Fascista Repubblicano, denominata in un primo momento Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista e, in seguito, Partito Repubblicano Socialista Italiano.

A tale formazione politica, su suggerimento dello stesso Mussolini, sarà concessa anche la pubblicazione di un quotidiano, denominato L'Italia del Popolo. Il Duce però non aveva nessuna fiducia né nell'uomo, né nell'impresa, tanto che durante una conversazione con l'ambasciatore Rudolf Rahn - preoccupato per una possibile apertura "a sinistra" del capo del fascismo - ebbe a dichiarare:

«Per ingannare i nostri avversari ho lasciato, non appena ho pensato che il nuovo fascismo in Italia fosse abbastanza forte, che alcune controcorrenti dicessero la loro, tra l’altro ho permesso che si formasse un gruppo di opposizione sotto la guida del professor Cione. Il professor Cione non ha una gran testa, e non avrà successo. Ma la gente che ora sta cercando di crearsi un alibi si raccoglierà intorno a lui e quindi sarà perduta per il Comitato di liberazione che è molto più pericoloso.»

Attività politica nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra subì per un brevissimo periodo l'epurazione dal mondo scolastico, definita da lui stesso meno dura del previsto, venendo reintegrato nel 1946 come professore e nel 1948 riammesso al servizio universitario a Napoli.[3] Si costruirà una carriera politica nell'Italia repubblicana, militando dal 1946 al 1949 nel Fronte dell'Uomo Qualunque; successivamente, quando il partito di Guglielmo Giannini si sciolse, entrò nel Movimento Sociale Italiano e nel 1952 venne eletto consigliere e poi assessore della giunta di Achille Lauro. Nel 1953 si candidò al Senato con la lista della fiamma nel collegio di Afragola ma ottenne il 7.8% dei voti e non fu eletto[4]. Deluso dai missini, aderì alla Democrazia Cristiana, senza però svolgere una militanza attiva nel partito. Negli ultimi anni di vita cercò di conciliare il messaggio di papa Giovanni XXIII con le aperture di Nikita Chruščëv oltre la "cortina di ferro", durante il periodo del disgelo.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Juan de Valdés: la sua vita e il suo pensiero religioso con una completa bibliografia delle opere del Valdés e degli scritti intorno a lui, Laterza editore, 1938 (2ª ed. Fiorentino, 1963)
  • Francesco de Sanctis, Ed. Giuseppe Principato, 1938
  • L'opera filosofica, coautore Franco Laterza, Laterza editore, 1942
  • Napoli romantica, 1830-1848, Gruppo Editoriale Domus, 1944
  • L'estetica di Francesco De Sanctis, Pennetti Casoni Editore, 1945
  • Dal de Sanctis al novecento, Garzanti, 1941 (2ª ed. Pennetti Casoni Editore, 1945)
  • Il M.S.I. alla conquista del potere, Humus, 1950?
  • Nazionalismo sociale: l'idea corporativa come interpretazione della storia, Achille Celli Editore, 1950
  • Napoli e Malaparte, Editore Pellerano-Del Gaudio, 1950
  • Storia della repubblica sociale italiana, Ed. Latinità, 1951
  • Benedetto Croce, coll. "I Marmi", Longanesi, 1953
  • Bibliografia crociana, Fratelli Bocca, 1956
  • Francesco de Sanctis ed i suoi tempi, Montanino, 1960
  • Questa Europa, M. Mele, 1962
  • Fascino del mondo arabo: dal Marocco alla Persia, Cappelli Editore, 1962
  • Benedetto Croce ed il pensiero contemporaneo, Loganesi editore, 1963
  • Fede e ragione nella storia: filosofia della religione e storia degli ideali religiosi dell'Occidente, Cappelli Editore, 1963
  • La Cina d'oggi, Filippine, Formosa, Giappone, Editore Ceschina, 1965
  • Leibniz, Libreria scientifica editrice, 1964
  • Narrativa del Novecento, Istituto editoriale del Mezzogiorno, 1965

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-edmondo-cione_%28Dizionario-Biografico%29/
  2. ^ A. Spinosa, Mussolini. Il fascino di un dittatore, Mondadori, Milano, 1989, pag. 293
  3. ^ Gennaro Incarnato, CIONE, Domenico Edmondo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 25, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1981. URL consultato il 24 ottobre 2022.
  4. ^ Senato 07/06/1953 Area ITALIA Regione CAMPANIA Collegio AFRAGOLA, elezionistorico.interno.gov.it.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN46752996 · ISNI (EN0000 0000 8077 1630 · SBN RAVV064612 · BAV 495/71313 · LCCN (ENn92087681 · BNE (ESXX1239514 (data) · BNF (FRcb109423674 (data) · J9U (ENHE987007431525005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n92087681