Disney Branded Television

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Disney Branded Television
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StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Altri statiGlobale (ad eccezione di Corea del Nord, Mongolia, Cuba, Regno Unito, Slovenia, Croazia, Iran, Siria e Sudan)
Fondazione1982
Sede principaleBurbank
GruppoDisney General Entertainment Content (The Walt Disney Company)
Controllate
Persone chiaveGary Marsh (presidente)
SettoreIntrattenimento
Sito webdgepress.com/disneychannel

Disney Branded Television è una società statunitense sussidiaria di Disney General Entertainment Content, divisione del gruppo The Walt Disney Company, che supervisiona lo sviluppo e la produzione di prodotti indirizzati a un pubblico di bambini, ragazzi e famiglie per Disney+, Disney Channel, Disney Junior e Disney XD; l'unità supervisiona anche dei prodotti non fiction di Disney+ e dei canali Disney Channel.

Fino al 2020 era nota come Disney Channel Worldwide. Nel corso della sua storia l'unità è stata chiamata anche The Disney Channel, Inc. (1983–1997) e Disney Channel, Inc. (1997–2001) e ABC Cable Networks Group (2001-2005).

Disney Channel, Inc.

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Nel novembre 1981 la Walt Disney Productions e la Westinghouse Broadcasting annunciarono un accordo per il lancio di un canale via cavo per famiglie.[1] L'anno seguente la Disney assunse Alan Wagner per sviluppare il canale.[2][3]

Il 15 luglio 1982 la Disney fondò la divisione Walt Disney Entertainment, Inc., rinominata il 28 gennaio 1983 in The Disney Channel, Inc..[4] The Disney Channel iniziò le trasmissioni nell'aprile 1983 con 16 ore di trasmissione al giorno.[5][6]

Nel marzo 1995 venne lanciato il primo Disney Channel all'estero, a Taiwan, seguito nell'ottobre successivo da Disney Channel nel Regno Unito.[2][6]

Nel settembre 1997 il nome della divisione venne abbreviato in Disney Channel, Inc.[4] Nell'aprile 1998 venne lanciato il canale Toon Disney, dedicato alla programmazione animata per bambini.[6] Nel 2000 venne aperto nel Regno Unito il canale prescolare Playhouse Disney,[7] già presente negli USA come contenitore all'interno di Disney Channel; nel 2001 il canale venne lanciato anche negli Stati Uniti.[8]

ABC Cable Networks Group

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Il quartier generale di Disney Channel negli anni duemila, a Burbank.

Nel 2001 Disney Channel, Inc. cambiò nome in ABC Cable Networks Group, Inc..[4] Nell'ottobre 2003 la divisione prese in gestione anche l'unità ABC Family Worldwide.[9] Nel gennaio 2004 Fox Kids Europe, Fox Kids Latin America e ABC Cable Networks Group si allearono per la creazione dei canali Jetix, che avrebbero sostituito i canali Fox Kids.[10] Nel settembre 2004 venne lanciato nel Regno Unito il canale ABC1.[11]

Disney Channels Worldwide

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Nel novembre 2005 la Walt Disney Television Animation venne posta sotto il controllo di Disney Channels Worldwide, cosa che portò alle dimissioni del presidente della divisione di animazione Barry Blumberg.[12] Nel marzo 2006 nel Regno Unito iniziò le trasmissioni il canale Disney Cinemagic,[13] seguito nel corso degli anni da versioni locali e in HD dello stesso canale in determinati territori europei.[14][15] Nel settembre 2007 Disney chiuse il canale britannico ABC1.[16]

Nel febbraio 2008 la divisione spagnola della Walt Disney Company acquistò il 20% di Management Company Television Net TV SA (NET TV),[17] e nel maggio seguente annunciò lo spostamento di Disney Channel sulla trasmissione digitale, sostituendo il canale di NET TV Fly Music.[18]

Intorno al 2009, dopo alcuni scandali, la Disney iniziò a far frequentare alle sue giovani star corsi di comportamento per aiutarli a gestire la fama.[19]

Nel febbraio 2009 venne lanciato il canale Disney XD negli Stati Uniti, che sostituì Toon Disney,[20] mentre in diversi territori internazionali Disney XD andò a sostituire Jetix.[21][22][23][24] Nell'aprile 2010, in Giappone, venne fondata la Broadcast Satellite Disney Co., Ltd., che nell'ottobre seguente lanciò il canale Dlife, dedicato a un pubblico femminile e di famiglie.[25]

Nel marzo 2010 Disney–ABC Television Group annunciò il lancio Disney Junior, che sostituì il contenitore Playhouse Disney; l'anno seguente Disney Junior divenne un canale, andando a sostituire Soapnet.[26] Anche al di fuori degli Stati Uniti tutti i 22 canali e blocchi di programmazione chiamati Playhouse Disney vennero rinominati Disney Junior.[26][27]

Nell'ottobre 2011 Disney annunciò un accordo con UTH Russia per trasformare il canale Seven TV in Disney Channel.[28] Nel marzo 2013, nel Regno Unito, il canale Disney Cinemagic venne sostituito da Sky Movies Disney dopo un accordo con Sky.[29]

Nell'aprile 2013 il canale tedesco Das Vierte, da poco acquistato dalla Disney, venne trasformato in Disney Channel.[30] Nell'ottobre 2017 Disney India Media chiuse il canale Bindass Play e lo sostituì con Disney International HD.[31]

Nel marzo 2018, in seguito a una riorganizzazione aziendale, tutti i canali internazionali della Disney vennero posti sotto il controllo della neonata divisione Walt Disney Direct-to-Consumer and International, mentre l'unità statunitense rimase sotto il controllo di Disney-ABC Television Group.[32][33] Nel novembre 2019, in seguito al lancio di Disney+, Disney annunciò la chiusura dei suoi canali in Nuova Zelanda.[34] Nei mesi seguenti venne annunciata la chiusura di diversi canali Disney internazionali, tra cui Australia,, Italia, Regno Unito e Singapore.[35][36][37]

Disney Branded Television

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Nel novembre 2020 avvenne una nuova riorganizzazione aziendale e i canali Disney passarono sotto il controllo di Disney Branded Television, una nuova unità di Disney General Entertainment Content.[38][39][40] Nel dicembre 2020 venne annunciata la chiusura delle stazioni radiofoniche Radio Disney e Radio Disney Country.[41][42] Nell'aprile 2021 venne riportata la chiusura dei canali Disney Channel e Disney Junior nel Sudest asiatico e a Hong Kong a partire dal 1º ottobre 2021.[43]

  1. ^ (EN) New Cable to Aim at Family, su The New York Times, 11 novembre 1981. URL consultato il 5 aprile 2021.
  2. ^ a b (EN) First to head Disney Channel, su Los Angeles Times, 24 dicembre 2007. URL consultato il 5 aprile 2021 (archiviato l'8 luglio 2020).
  3. ^ (EN) Dennis Hevesi, Alan Wagner, 76, First President of the Disney Channel, Is Dead, su The New York Times, 22 dicembre 2007. URL consultato il 5 aprile 2021.
  4. ^ a b c (EN) Division of Corporations - Entity Information, su appext20.dos.ny.gov, New York City Department of State. URL consultato il 5 aprile 2021. Digitare il nome "ABC cable network" all'interno della barra di ricerca "Entity name".
  5. ^ (EN) Disney History, su D23.com. URL consultato il 5 aprile 2021.
  6. ^ a b c (EN) A Salute to Disney Channel: Disney Channel time line, su KidScreen.com, 1º aprile 1998. URL consultato il 5 aprile 2021.
  7. ^ (EN) Disney launches new channels, su Campaign Live, 13 settembre 2000. URL consultato il 5 aprile 2021.
  8. ^ (EN) Sally Beatty, Disney Plans to Launch New Cable Network, Aiming Programming at Preschool Audience, su Wall Street Journal, 21 giugno 2001. URL consultato il 5 aprile 2021.
  9. ^ (EN) Russ Britt e David B. Wilkerson, ABC execs leave network in shake-up, su MarketWatch.com, 21 aprile 2004. URL consultato il 5 aprile 2021.
  10. ^ (EN) James Welsh, Fox Kids to be rebranded as Jetix, su Digital Spy, 9 gennaio 2004. URL consultato il 5 aprile 2021.
  11. ^ (EN) Disney To Launch ABC Network In U.K., su thewaltdisneycompany.com, The Walt Disney Company, 5 agosto 2004. URL consultato il 5 aprile 2021.
  12. ^ (EN) Rick DeMott, Barry Blumberg Resigns President’s Post at Walt Disney TV Animation, su Animation World Network, 14 novembre 2005. URL consultato il 5 aprile 2021.
  13. ^ (EN) Annemarie Moody, Disney Cinemagic to Launch in High Definition on Sky, su Animation World Network, 20 novembre 2008. URL consultato il 5 aprile 2021.
  14. ^ (EN) Jörn Krieger, Disney Cinemagic to become 24h service in Germany, su Broadband TV News, 8 gennaio 2016. URL consultato il 5 aprile 2021.
  15. ^ (EN) Juan Fernandez Gonzalez, Disney Cinemagic axed in Spain, su Rapid TV News, 16 dicembre 2014.
  16. ^ (EN) James Welsh, Disney pulls plug on ABC1, su Digital Spy, 26 settembre 2007. URL consultato il 5 aprile 2021.
  17. ^ (ES) Disney adquiere el 20% de NET TV y tendrá canal propio, su Formula TV, 13 febbraio 2008. URL consultato il 5 aprile 2021.
  18. ^ (ES) Disney Channel se verá gratis a través de la TDT, su Formula TV, 28 maggio 2008. URL consultato il 5 aprile 2021.
  19. ^ (EN) Dana Schuster, Burned by fallen princesses, Disney is training stars to avoid scandal, su New York Post, 11 marzo 2017. URL consultato il 5 aprile 2021.
  20. ^ (EN) Julia Boorstin, Disney Launches New Boy-Targeted Cable Channel, su CNBC, 17 febbraio 2009. URL consultato il 5 aprile 2021.
  21. ^ Antonio Genna, TV SAT – In autunno Jetix Italia diventa Disney XD, su AntonioGenna.com, 9 luglio 2009. URL consultato il 5 aprile 2021.
  22. ^ (EN) Robert Briel, French Jetix becomes Disney XD, su Broadband TV News, 16 febbraio 2009. URL consultato il 5 aprile 2021.
  23. ^ (EN) Robert Briel, January launch for Dutch Disney XD, su Broadband TV News, 25 novembre 2009. URL consultato il 5 aprile 2009.
  24. ^ (ES) Exclusivo ANMTV: Llega Disney XD Y Te Presentamos Toda Su Programación, su ANMTV, 10 giugno 2009. URL consultato il 5 aprile 2021.
  25. ^ (EN) Jennifer Wolfe, Loyalkaspar Helps Bring Dlife’s Disney Time to Life, su Animation World Network, 2 dicembre 2012. URL consultato il 5 aprile 2021.
  26. ^ a b (EN) Michael Schneider, Disney jumps to Junior, su Variety, 27 maggio 2010. URL consultato il 5 aprile 2021.
  27. ^ (EN) Brooks Barnes, Preschool Programs Replace SOAPnet, su The New York Times, 26 maggio 2010. URL consultato il 5 aprile 2021.
  28. ^ (EN) Ethan Smith, Disney to Launch Russia Channel, su The Wall Street Journal, 28 ottobre 2011. URL consultato il 5 aprile 2021.
  29. ^ (EN) Jason Deans, Sky Movies Disney: new channel to show UK TV film premieres, su The Guardian, 21 febbraio 2013. URL consultato il 5 aprile 2021.
  30. ^ (EN) Scott Roxborough, Walt Disney to Launch Free-TV Channel in Germany, su The Hollywood Reporter, 17 aprile 2013. URL consultato il 5 aprile 2021.
  31. ^ (EN) Disney to shut Bindass Play on 29 Oct to launch Disney Intl HD, su Television Post, 28 settembre 2017. URL consultato il 5 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2017).
  32. ^ (EN) Todd Spangler, Disney Reorganizes Divisions, Creates Dedicated Direct-to-Consumer Streaming Unit, su Variety, 14 marzo 2018. URL consultato il 5 aprile 2021.
  33. ^ (EN) Dawn C. Chmielewski, Disney Announces Reorganization, Names Kevin Mayer Head Of New Direct-To-Consumer Unit, Adds Consumer Products To Bob Chapek’s Portfolio, su Deadline.com, 14 marzo 2018. URL consultato il 5 aprile 2021.
  34. ^ (EN) Sky's Disney channels to close, su Stuff, Stuff Ltd, 22 novembre 2019. URL consultato il 5 aprile 2021.
  35. ^ (EN) Disney Channels Closed In Australia, Italy, France, UK, Germany & Spain Due To Disney+, su What's On Disney Plus, 1º maggio 2020. URL consultato il 4 aprile 2021.
  36. ^ (EN) Kelly Coffey, Success of Disney+ Forces Shut Down of Disney Channels, su Inside the Magic, 1º maggio 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  37. ^ (EN) Disney Channel in Overseas Markets Are Shutting Down Due to Disney+ -, su The Disinsider, 2 maggio 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  38. ^ (EN) Sarah Whitten, Disney says its 'primary focus' for entertainment is streaming — announces a major reorg, su CNBC, 12 ottobre 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  39. ^ (EN) Elaine Low, Disney Reorganizes TV and Streaming Content Units Under Peter Rice, su Variety, 10 ottobre 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  40. ^ (EN) Megan duBois, Disney Reorganizes To Prioritize Streaming, su Forbes, 12 ottobre 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  41. ^ (EN) Tyler Aquillina, Radio Disney to shut down in 2021, su Entertainment Weekly, 5 dicembre 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  42. ^ (EN) Toni Fitzgerald, Radio Disney Is Shutting Down: Why Disney Pulled The Plug, su Forbes, 4 dicembre 2020. URL consultato il 5 aprile 2021.
  43. ^ (EN) Jake Kanter, Disney Closes 18 Asia TV Channels As It Shifts Focus To Disney+, su Deadline.com, 27 aprile 2021. URL consultato il 28 aprile 2021.

Collegamenti esterni

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