Dirty Pretty Things

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Dirty Pretty Things
Paese d'origineBandiera dell'Inghilterra Inghilterra
GenereIndie rock
Garage rock
Periodo di attività musicale2005 – 2008
Album pubblicati2
Studio2
Sito ufficiale

I Dirty Pretty Things sono stati un gruppo musicale rock inglese fondato nel 2005 da Carl Barât, ex leader dei Libertines, e scioltosi nel settembre 2008.

Storia del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

La formazione del gruppo è stata annunciata nel settembre 2005, dopo che i The Libertines si erano sciolti nell'autunno del 2004 a causa di divergenze personali fra Doherty e Barât.

Carl Barât aveva già lavorato con la casa discografica Vertigo Records e aveva rivelato che il suo nuovo progetto si sarebbe appoggiato a questa.

Didz Hammond annunciò che lasciava il suo gruppo, The Cooper Temple Clause, per entrare a far parte del gruppo con Barât, insieme al batterista dei Libertines Gary Powell e al chitarrista Anthony Rossomando, che aveva sostituito Doherty dopo che questi aveva lasciato i Libertines.

La scelta del nome ha già causato problemi alla band: un quartetto di Salisbury ha suonato con il nome Dirty Pretty Things dai primi di gennaio del 2005, affermando di avere i diritti per quel nome. Un gruppo australiano ha suonato dal 2003 con questo nome, ma ha poi deciso di cambiarlo.

I primi concerti dei Dirty Pretty Things hanno avuto luogo in Italia (ad Ancona, Padova e Bologna) e a Parigi.

Dopo la pubblicazione di 2 album dal modesto successo commerciale, nel settembre del 2008 è stato annunciato lo scioglimento della band.[1]

Nonostante le ripetute smentite di Barât, la decisione di sciogliere la band ha fatto pensare ai più ad una possibile riunione dei Libertines, concretizzatasi nel marzo 2010.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Articolo su Indie-rock.it, su indie-rock.it. URL consultato il 9 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN143873026 · ISNI (EN0000 0001 2293 585X · LCCN (ENno2006040725 · GND (DE10339989-6 · BNF (FRcb150854522 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2006040725
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