Dermochelys coriacea
Tartaruga liuto | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukarya |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Reptilia |
Sottoclasse | Anapsida |
Ordine | Testudines |
Sottordine | Cryptodira |
Famiglia | Dermochelyidae Gray, 1825 |
Genere | Dermochelys Blainville, 1816 |
Specie | D. coriacea |
Nomenclatura binomiale | |
Dermochelys coriacea Vandelli, 1761 | |
Sinonimi | |
Testudo coriacea |
La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea Vandelli, 1761) è la tartaruga più grande del mondo. È l'unica specie del genere Dermochelys e della famiglia Dermochelyidae.[2]
Indice
Riferimenti storici[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1760 una gigantesca tartaruga marina, catturata nei dintorni di Ostia venne donata all'Università di Padova da Papa Clemente XIII. La catalogazione e la sua raffigurazione fu opera insigne di Domenico Agostino Vandelli che nel 1761 gli diede la denominazione Dermochelys Coriacea Testudo. La Dermochelys servì a Carlo Linneo per la sua descrizione della specie pubblicata nella XII edizione del Systema Naturae. L'esemplare viene ancora oggi conservato in originale presso il Museo di Zoologia dell'Università di Padova.[3]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Alla nascita è lunga 5,5 cm.[senza fonte] Gli esemplari adulti possono arrivare fino a 250 cm di lunghezza, eccezionalmente a 300-350 cm, e pesano fino a 700 chili.[4]
Il carapace è formato da piccole placche ossee disposte a mosaico, ricoperte da una pelle cuoiosa e liscia, spessa ma flessibile, tratto che in inglese le è valso il nome comune di leatherback turtle, ovvero tartaruga dorso di cuoio. Il carapace è percorso da 7 creste longitudinali, mentre il piastrone è solcato da 5 carenature. Colore nerastro o bruno scuro con macchie chiare. Piccolo becco corneo a forma di W. Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina il piastrone è invece convesso e la coda è più corta degli arti.
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Vive nei mari caldi e temperati. Vive in alto mare, si avvicina alle coste per riprodursi e cacciare. Non si hanno notizie di nidificazione in Italia.
Negli anni 1950 un esemplare di 450 kg fu pescato nella tonnarella di Punta Chiappa e poi portata nel porto di Camogli dove ancora se ne conservano le fotografie; l'animale è conservato imbalsamato al museo di storia naturale di Genova.[senza fonte].
Il 22 ottobre 2019, al largo della costa di Cervia, ne è stato rinvenuto un esemplare da un peschereccio di Cesenatico. L'animale, del peso di 250 kg e in buone condizioni di salute, è stato posto sotto osservazione dalla fondazione cetacea di Riccione e successivamente liberato a 4 miglia dalla costa.
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Potente e veloce nuotatrice (100 m in 10 sec.)[senza fonte], è vivace e se molestata può diventare aggressiva. Vive probabilmente per 50 anni.[4]
Deposita, esclusivamente a notte inoltrata, all'inizio dell'estate, tra le 50 e le 150 uova ogni volta. Le uova sono quasi sferiche (52-55 x 57–60 mm), a guscio molle, e vengono deposte in buche profonde anche più di un metro. Si riproduce ogni 2-3 anni. Dopo 50-70 giorni, nascono i piccoli, lunghi 5–6 cm e del peso medio di 3,5 g. La mortalità dei giovani è altissima: su mille nati, alla fine del primo anno di vita ne sopravvivono appena 1 o 2.
Si ciba di grandi meduse ed occasionalmente di pesci, crostacei ed echinodermi.
Conservazione[modifica | modifica wikitesto]
La specie, in base ai criteri della Lista rossa IUCN era considerata in pericolo critico di estinzione.[1] La sua cattura è proibita anche in paesi che permettono la pesca di altre tartarughe.
Sensibilissima all'inquinamento marino, è in pericolo anche per l'ingestione di sacchetti di plastica galleggianti che scambia per meduse e per il disturbo ai siti di nidificazione.
Nel 2013, a seguito di nuovi controlli sulla popolazione, l'IUCN abbassa il rischio di estinzione portandolo da specie in pericolo critico a vulnerabile. Attualmente la popolazione stimata è pari a circa 54.000 esemplari e si stima che nel 2040 la popolazione possa salire a oltre 180.000 esemplari[1][5]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c (EN) Sarti Martinez, A.L. 2000, Dermochelys coriacea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2019.2, IUCN, 2019.
- ^ Dermochelys coriacea, su The Reptile Database. URL consultato il 3 marzo 2012.
- ^ Olotipo di Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761) Museo di Zoologia di Padova
- ^ a b David Alderton, Animali, Rusconi Libri, 2012.
- ^ nationalgeographic.it - La tartaruga riprende fiato, su nationalgeographic.it. URL consultato il 3 dicembre 2013.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- David Alderton, Animali, Rusconi Libri, 2012.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Wikispecies contiene informazioni su Dermochelys coriacea
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- The Turtles.org home page, su turtles.org.
- Photos and information about leatherback turtles in Mayumba National Park, home to the highest density of nesting leatherback turtles in Africa, and possibly worldwide., su mayumbanationalpark.com.
- The Leatherback Trust [collegamento interrotto], su theleatherbacktrust.org.
- The Oceanic Resource Foundation, su orf.org. URL consultato il 27 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- NOAA Office of Protected Resources, su nmfs.noaa.gov.
- The Physics factbook, su hypertextbook.com.
- Leatherback Sea Turtle at CRESLI, su cresli.org. URL consultato il 27 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).
- Leatherback turtle at Animal Diversity Web, su animaldiversity.ummz.umich.edu.
- Kawana Campain paper: Leatherback Turtles, Dermochelys coriacea, Nesting in French Guiana, 1978-1995 with more sources
- Irish Sea Leatherback Turtle Project, su turtle.ie.
- Nova Scotia Leatherback Turtle Working Group, su seaturtle.ca.
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