Costanzo Casana

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Costanzo Casana
NascitaGenova, 18 gennaio 1900
MorteMar Mediterraneo, 23 marzo 1942
Cause della mortenaufragio
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
GradoCapitano di fregata in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
BattaglieSeconda battaglia della Sirte
Comandante dicacciatorpediniere Lanciere
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Costanzo Casana (Genova, 18 gennaio 1900Mar Mediterraneo, 23 marzo 1942) è stato un militare e marinaio italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Il Lanciere, in secondo piano, e l’Ascari in ormeggio nel porto di Cagliari, 28 novembre 1940.

Nacque a Genova il 18 gennaio 1900, figlio di Giacomo e di Eulalia Assandri.[2] Nel 1915 divenne allievo della Regia Accademia Navale di Livorno, conseguendo la promozione a guardiamarina dall'8 luglio 1920 e a sottotenente di vascello il 26 gennaio 1922.[2][3]

Ebbe varie destinazioni d'imbarco su unità siluranti di superficie e nel 1926, conseguita la promozione a tenente di vascello (il 19 febbraio 1925) e ottenuto il brevetto di osservatore aereo, operò per qualche tempo nell'ambito del 26º Stormo idrovolanti della Regia Aeronautica, rientrando poi nei ruoli della Regia Marina il 30 settembre 1928.[2]

Quindi passò alle unità subacquee, divenendo ufficiale in seconda del sommergibile Des Geneys (Capitano di Fregata Tomaso Panunzio, capo Flottiglia) nel 1930-1931. Fu a la Maddalena (provincia di Sassari) dal 1932 e comandante del sommergibile Fisalia nel 1934.

Nello stesso anno, promosso capitano di corvetta il 1º marzo, fu comandante in successione del sommergibile Diamante, dell'esploratore Lanzerotto Malocello (comando in seconda) e poi del Nicoloso da Recco (comando in seconda).

Comandò quindi il sommergibile Tricheco con il quale partecipò alla campagna italo-etiopica nel 1936-36 operando in Mar Rosso.[2][3]

Comandante poi della flottiglia sommergibili di Massaua, dopo il conflitto rimpatriò al termine del 1936 e ancora sommergibilista fu responsabile a Taranto dell'allestimento dei battelli Dagabur e Dessiè dal 30 gennaio 1937 e, dalla stessa data, designato comandante del nuovo sommergibile posamine Foca.

Promosso capitano di fregata il 2 gennaio 1939,[3] per alcuni mesi fu comandante in seconda dell'incrociatore leggero Giovanni delle Bande Nere e l'anno successivo assunse la carica di Direttore dei Corsi presso la Scuola d'Osservazione Aerea di Taranto e nel dicembre frequentò, ad Orbetello, un corso di specializzazione, divenendo insegnante di discipline aeree e membro di commissione di esame per allievi osservatori d'aereo presso la locale scuola.[2]

Nel 1941 ebbe il comando della torpediniera Giacinto Carini e dal 24 gennaio 1942 ebbe il comando del cacciatorpediniere Lanciere, che partecipò alla seconda battaglia della Sirte il 22 marzo 1942.[2] Dopo la battaglia una furiosa burrasca da scirocco avariò seriamente il Lanciere, provocandone l'affondamento.[3] Il capitano Casana lanciò l'S.O.S. alle ore 9.58 del 23 marzo e alle 10:07, mentre il Lanciere affondava, inviò l'ultimo messaggio:

«Stiamo affondando! Viva l’Italia! Viva il Re! Viva il Duce!»

La stessa sorte e nelle stesse ore toccò anche al cacciatorpediniere Scirocco (capitano di fregata Francesco Dell'Anno). Dei 470 componenti dei due equipaggi riuscirono a salvarsi solo in 18. Il capitano Casana fu insignito di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Marina volle subito onorarne il nome, assegnandolo ad un cacciatorpediniere della Classe Comandanti Medaglie d'Oro che non fu mai completato a causa della vicende armistiziali dell'8 settembre 1943.[2][3] Una via di Roma Ostia è dedicata a Costanzo Casana.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di cacciatorpediniere facente parte di una squadriglia di scorta ad una divisione incrociatori, partecipava a lungo e violento combattimento navale, dimostrando ottime doti di comando, aggressività e sprezzo del pericolo. Caduta la notte, mentre la sua nave era seriamente danneggiata e messa in pericolo da un fortunale d’eccezionale violenza, dava tutte le disposizioni atte a combattere l’azione devastatrice delle onde. La sua reazione di eroico animatore e di intrepido marinaio veniva, però, sopraffatta dalla violenza del mare che rendeva vani gli sforzi del magnifico equipaggio. Quando ogni speranza fu perduta e la nave stava per soccombere, sapeva donare ai suoi uomini, che con fierezza lo avevano seguito in combattimento, anche la forza spirituale di affrontare serenamente l’istante supremo. Unito a loro, in un sublime atto di fede, lanciava anche sulle vie dell’etere il duplice grido di « Viva l’Italia - Viva il Re » perché tutti i marinai d’Italia potessero raccoglierlo a testimonianza del tradizionale spirito eroico della nostra gente. S’inabissava infine con la sua nave, alla cui sorte si sentiva legato al di là della vita, con la bandiera di combattimento spiegata al vento. Mediterraneo Centrale, 23 marzo 1942.[4]»
— Regio Decreto 18 maggio 1942,
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Mediterraneo, 24 gennaio 1942-23 marzo 1942
— 1948.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Mediterraneo, 1 gennaio 1941-23 gennaio 1942
— 1948.
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 13.
  2. ^ a b c d e f g h Alberini, Prosperini 2016, p. 128.
  3. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Casana Costanzo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 3 ottobre 2014.
  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Franco Bargoni, Esploratori Italiani, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1996.
  • Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Milano, Ugo Mursia, 2004, ISBN 978-88-425-3309-2.
  • Giorgio Giorgerini, La battaglia dei convogli in Mediterraneo, Milano, Ugo Mursia, 1977.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 13.
  • Rolando Notarangelo e Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, Roma, Ufficio Storico Marina Militare, 1997, ISBN 978-88-98485-22-2.
  • B.P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori Editore, 1975 – Vol. I, pag. 90

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