Conferenza politica consultiva del popolo cinese

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Conferenza politica consultiva del popolo cinese
中国人民政治协商会议
Zhōngguó Rénmín Zhèngzhì Xiéshāng Huìyì
Emblema della Conferenza politica consultiva del popolo cinese
StatoBandiera della Cina Cina
In carica(Partito Comunista Cinese)
Istituito21 settembre 1949
Leader
Vicepresidenti
SedePechino
Sito webwww.cppcc.gov.cn/ e en.cppcc.gov.cn/

La Conferenza politica consultiva del popolo cinese (中國人民政治協商會議T, 中国人民政治协商会议S, Zhōngguó Rénmín Zhèngzhì Xiéshāng HuìyìP,pronuncia) è un'istituzione della Repubblica Popolare Cinese. Si tratta dell'organizzazione incaricata di rappresentare i partiti politici della Repubblica Popolare, sotto la direzione del Partito Comunista Cinese.[2][3] Pur non avendo la stessa autorità legislativa del Congresso nazionale del popolo, la conferenza è la massima istituzione cinese con funzioni consultive.[2][4][5] L'organizzazione è composta da delegati provenienti dalle più importanti organizzazioni e partiti politici membri del Fronte Unito, e partecipano anche personalità indipendenti.[6][7] La percentuale di rappresentanza delle varie parti è determinata in base a una convenzione prestabilita come negoziata tra le parti.

L'organo effettivo della conferenza è il Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (中国人民政治协商会议全国委员会S, Zhōngguó Rénmín Zhèngzhì Xiéshāng Huìyì quánguó WěiyuánhuìP), che si riunisce tradizionalmente in concomitanza col Congresso nazionale del popolo ed è diretta da un presidente. Ad oggi, tutti i presidenti sono stati membri del Partito Comunista Cinese.

A livello locale esistono comitati locali della conferenza (provinciali, municipali e delle regioni autonome) che svolgono la stessa funzione del Comitato nazionale, ma con valenza locale.

L'organo di stampa ufficiale è il Renmin zhengxie wang.[8]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una prima conferenza fu fondata nel 1945, durante la guerra civile cinese, come punto di dialogo fra il Kuomintang, il Partito Comunista e gli altri partiti democratici cinesi. Tale conferenza tenne solamente una seduta, dal 10 al 31 gennaio 1946, e non ottenne risultati soddisfacenti.

Il 21 settembre 1949, a seguito della vittoria comunista, fu istituita a Pechino la Conferenza politica consultiva del popolo cinese, che divenne di fatto l'assemblea parlamentare, legislativa e costituzionale della Cina socialista.[3] Durante la sua prima sessione plenaria tra il 21 e il 30 settembre 1949, adottò il Programma comune e la Legge organica della CPCPC, elesse il Governo popolare centrale e diede inizio ai lavori per la Costituzione.[3][9] Scelse inoltre Pechino come capitale della futura Cina socialista, la bandiera nazionale, la Marcia dei Volontari come inno nazionale e decise di adottare il calendario gregoriano e rinominare Beiping in Beijing.[3][9] Il 1º ottobre 1949, la Conferenza politica consultiva proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese.

Dal 14 al 23 giugno 1950, si tenne a Pechino la seconda sessione del primo Comitato nazionale della CPCPC e fu approvata la bozza della riforma della terra, l'istituzione di comitati locali del CPCPC e fu scelto lo stemma della Repubblica Popolare Cinese.[9]

Nel 1953, fu presentato il primo piano quinquennale della Cina.[9]

Il 16 marzo 1954 iniziarono i lavori per la stesura di una bozza della legge fondamentale del Paese e sette mesi dopo fu varata la Costituzione cinese,[3][9] che trasferì le funzioni legislative al Congresso nazionale del popolo e diede alla conferenza solo quelle consultive. Dal 21 al 25 dicembre dello stesso anno, la prima sessione del secondo comitato nazionale della Conferenza adottò la Carta del CPCPC.[3][9]

Durante gli anni cinquanta, sessanta e settanta, la Conferenza coordinò i partiti e i gruppi etnici della Cina e favorì lo sviluppo nazionale.[3] A partire dal 1978, con l'ascesa al potere di Deng Xiaoping, la Conferenza divenne più coesa e si concentrò sulla promozione delle riforme di apertura, di mercato e di modernizzazione.[3][9]

Dal 24 novembre all'11 dicembre 1982, si tenne la quinta sessione del quinto Comitato nazionale della CPCPC, che approvò una nuova Carta e discusse le bozze degli emendamenti alla Costituzione.[3][9]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Comitato nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il massimo organo della conferenza è il Comitato nazionale, che funziona da assemblea plenaria della conferenza e viene rinnovato ogni cinque anni.[10] A capo dell'istituzione vi è il presidente, assistito dal segretario generale del Comitato e da un numero non precisato di vicepresidenti, che vanno a formare il Comitato permanente del Comitato nazionale.[11] Secondo la carta della CPCPC, il Comitato nazionale deve includere il Partito Comunista Cinese, i partiti democratici attivi in Cina, personaggi pubblici senza partito, organizzazioni popolari, minoranze etniche e delegati di Hong Kong, Macao e Taiwan.[12]

Il Comitato nazionale deve organizzare una sessione plenaria ogni anno,[13] e ha il compito di emendare la Carta della CPCPC, eleggere il presidente, il vicepresidente, il segretario generale, deliberare ed emanare risoluzioni, partecipare alla discussione delle principali politiche statali e avanzare proposte e critiche.[14]

Comitato permanente[modifica | modifica wikitesto]

Al Comitato nazionale è subordinato il Comitato permanente, con il compito di occuparsi giorno per giorno degli affari del Comitato nazionale.[15] La struttura di potere rispecchia quella del Comitato nazionale, e quest'ultimo ne elegge i membri durante le sessioni plenarie.[15]

Il Comitato permanente supervisiona l'applicazione della Carta del CPCPC, convoca e presiede le sessioni plenarie del Comitato nazionale, esegue le risoluzioni prese durante i plenum, esamina e adotta le risoluzioni più importanti da presentare al Congresso nazionale del popolo e al Consiglio di Stato quando il Comitato nazionale non è in sessione, nomina o dimette i vice segretari generali del Comitato nazionale su proposta del Segretario nazionale, determina l'impostazione o l'alterazione della struttura di potere del Comitato nazionale e la nomina o la rimozione dei membri principali.[16]

Comitati speciali[modifica | modifica wikitesto]

Al di sotto del Comitato nazionale vi è una rete di comitati speciali e uffici che si occupano dei vari settori politici, dagli affari esteri all'economia.[17][18]

  • Comitato per la gestione delle proposte (提案委员会S)
  • Comitato per gli affari economici (经济委员会S)
  • Comitato per l'agricoltura e gli affari rurali (农业和农村委员会S)
  • Comitato della popolazione, delle risorse e dell'ambiente (人口资源环境委员会S)
  • Comitato dell'educazione, della scienza, della salute e dello sport (教科卫体委员会S)
  • Comitato per gli affari sociali e legali (社会和法制委员会S)
  • Comitato per gli affari etnici e religiosi (民族和宗教委员会S)
  • Comitato della cultura, della storia e dello studio (文化文史和学习委员会S)
  • Comitato per le relazioni con Hong Kong, Macao, Taiwan e i Cinesi d'oltremare (港澳台侨委员会S)
  • Comitato degli affari esteri (外事委员会S)

Presidente[modifica | modifica wikitesto]

La massima autorità del CPCPC è il presidente del Comitato nazionale e presiede il lavoro del Comitato permanente, assistito dai vice-presidenti e dal segretario generale.[19] Dal 1949, i presidenti del Comitato nazionale sono stati i seguenti:[20]

Comitati locali[modifica | modifica wikitesto]

La Conferenza politica consultiva possiede comitati locali a livello di ogni suddivisione amministrativa della Cina.[21] L'organizzazione di ogni comitato locale rispecchia quella a livello nazionale e la gerarchia segue i principi del centralismo democratico.[22]

Membri[modifica | modifica wikitesto]

A giugno 2017, il Comitato nazionale era composto da 2200 membri.[23]

Fronte Unito[modifica | modifica wikitesto]

Il Fronte Unito possiede un totale di 536 seggi al Comitato nazionale.

I rimanenti 62 seggi sono stati assegnati a figure politiche indipendenti.

Organizzazioni popolari[modifica | modifica wikitesto]

Alle organizzazioni popolari sono stati assegnati 307 seggi in totale

Rappresentanti di settore[modifica | modifica wikitesto]

1357 seggi sono assegnati ai rappresentanti di diversi settori:

  • Settore economico (149)
  • Settore letterario e artistico (142)
  • Settore dell'istruzione (113)
  • Settore della scienza e della tecnologia (110)
  • Settore del minoranze etniche (101)
  • Settore della medicina e della salute (88)
  • Settore delle scienze sociali (71)
  • Settore agricolo (67)
  • Settore delle religioni (65)
  • Settore della stampa e dell'editoria (44)
  • Settore degli attivisti internazionali per l'amicizia (42)
  • Settore della previdenza sociale e della sicurezza sociale (37)
  • Settore dello sport (21)

Inviati speciali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac (EN) Leadership, su Chinese People's Political Consultative Conference. URL consultato il 4 novembre 2020.
  2. ^ a b (EN) Roles and functions of Chinese People's Political Consultative Conference, su Chinese People's Political Consultative Conference. URL consultato il 4 novembre 2020.
  3. ^ a b c d e f g h i (EN) People’s Political Consultative Conference of the People’s Republic of China, su University of Minnesota. URL consultato il 4 novembre 2020.
  4. ^ (EN) Kong Qingjiang, CPPCC is highly important to China's political life, su CGTN, 14 marzo 2019. URL consultato il 4 novembre 2020.
  5. ^ Charter of the CPPCC, art. 2.
  6. ^ (EN) Natasha Rees-Bloor, China's largest political conference – in pictures, in The Guardian, 15 marzo 2016. URL consultato il 4 novembre 2020.
  7. ^ Alan Donald Pauw, Chinese Democratic Parties as a Mass Organization, in Asian Affairs, vol. 8, n. 6, pp. 372-390, ISSN 0092-7678 (WC · ACNP).
  8. ^ (ZH) 人民政协网, su rmzxb.com.cn. URL consultato il 4 novembre 2020.
  9. ^ a b c d e f g h (EN) History, su National Committee of the Chinese People's Political Consultative Conference. URL consultato il 4 novembre 2020.
  10. ^ Charter of CPPCC, art. 31.
  11. ^ Charter of CPPCC, art. 32.
  12. ^ Charter of CPPCC, art. 20.
  13. ^ Charter of CPPCC, art. 33.
  14. ^ Charter of CPPCC, art. 34.
  15. ^ a b Charter of CPPCC, art. 35.
  16. ^ Charter of CPPCC, art. 36.
  17. ^ Charter of CPPCC, art. 39.
  18. ^ (EN) Members, su National Committee of the Chinese People's Political Consultative Conference. URL consultato il 4 novembre 2020.
  19. ^ Charter of CPPCC, art. 37.
  20. ^ (EN) Chairpersons of the 1st - 12th National Committees of the CPPCC, su National Committee of the Chinese People’s Political Consultative Conference. URL consultato il 4 novembre 2020.
  21. ^ Charter of CPPCC, art. 40.
  22. ^ Charter of CPPCC, chapter 4.
  23. ^ (ZH) 中国人民政治协商会议第十二届全国委员会委员名单, su cppcc.gov.cn. URL consultato il 1º gennaio 2018 (archiviato il 6 gennaio 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Robert L. Worden, Andrea Matles Savada e Ronald E. Dolan, China: A Country Study (PDF), Library of Congress, 1988.
Documenti

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN121608165 · ISNI (EN0000 0001 2149 4917 · LCCN (ENn81017835 · GND (DE5228737-3 · BNF (FRcb15789099s (data) · J9U (ENHE987007297604705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81017835