Cimitero Maggiore (Crema)

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Cimitero maggiore di Crema
L'ingresso
Tipocivile
Confessione religiosamista
Stato attualein uso
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàCrema
Costruzione
Periodo costruzionedal 1808, ampliamenti successivi
IngegnereAntonio Maridati (1808), Carlo Donati (1853), capomastro Andrea Crivelli (chiesa, 1857-1864), Andrea Crotti (1963), Emilio Mainardi (1998)
Tombe famosevedi sezione

Il cimitero maggiore è il cimitero principale della città di Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

[1] [2]

Fino alla fine del XVIII secolo era usanza seppellire i morti in fosse comuni collocate direttamente nelle chiese o in prossimità di esse, nei cosiddetti pradèi (plurale di pradèl), italianizzato in pradelli/pradello, dove venivano raccolti i resti quando i sepolcreti erano saturi. Attorno a Crema esisteva solo il cimitero di San Bartolomeo ai Morti, mentre gli abitanti di Santa Maria della Croce si affidavano a Pianengo. L'introduzione dell'editto di Saint Cloud obbligò gli amministratori a ricercare un luogo di sepoltura per gli abitanti del centro storico di Crema e la prima idea, quella di allargare il cimitero di San Bartolomeo, fu poi scartata poiché avrebbe comportato l'occupazione di un'area degradante verso il fiume Serio con la preoccupazione che il camposanto venisse allagato.

La scelta, pertanto, fu dirottata verso un terreno di proprietà dell'ospedale degli infermi che avrebbe potuto servire anche i comuni di Ombriano, Porta Ombriano e Vairano.

Il progetto a cura dell'ingegner Antonio Maridati è datato 28 luglio 1808 e si trattava di un semplice recinto destinato alle inumazioni. La superficie di 10 pertiche (circa 7.600 metri quadrati) si rivelò insufficiente in breve tempo poiché non si tenne conto dei deceduti provenienti dall'ospedale; ma un decreto del 1811 impediva di effettuare rotazioni delle sepolture prima di dieci anni, ecco quindi la necessità di acquistare altre tre pertiche (circa 2.280 metri quadrati) per allungare la parte meridionale del recinto, mentre nel 1820 fu ricostruita tutta la cinta muraria.

Nel 1850 si riscontrava ancora penuria di spazi con solo 38 posti disponibili per cui venne imposto di accelerare l'estumulazione delle sepolture con più di dieci anni mentre nel contempo si iniziò a studiare soluzioni idonee che pervennero tre anni dopo: si progettò la costruzione dei primi loculi, una soluzione che permetteva di tumulare una maggior quantità di defunti senza eccessivo consumo di suolo e allungare i tempi delle concessioni.

Il percorso tra l'ingresso e la chiesa.

Oltre alla costruzione di campate simmetriche di loculi rispetto all'ingresso principale, fu anche demolita la cappella ed elevata tra il 1857 ed il 1864 una più ampia costruzione su progetto di Andrea Crivelli.

Ulteriori acquisti di porzioni di terreno vennero concretizzate nel 1881 e nel 1885 e 1890, cosicché l'area cimiteriale fu pressoché raddoppiata mentre attorno alla chiesa venne creata un'area porticata e presso l'ingresso fu elevata l'abitazione del custode.

A partire dal 1913 iniziò la costruzione a ridosso della chiesa di una struttura denominata “Monumentale” con una parte fuori terra ed una sotterranea con 71 loculi; successivamente fu aggiunta una nuova struttura "monumentale" collocata più a sud a ridosso del recinto meridionale.

Verso la metà del secolo furono aggiunti sepolcreti e l'opportunità di costruire cappelle di famiglia.

Il corpo monumentale nord con la chiesa, visti da mezzogiorno.

Nel 1963 ad opera dell'ingegner Andrea Crotti fu avviato il progetto di nuovo ampliamento che raddoppiò la superficie precedente permettendo al secondo corpo monumentale di assumere una posizione centrale, mentre nei decenni successivi vennero realizzati, per lotti successivi, nuove strutture sempre identificate con il nome di “Corpi” e la “Nuova cinta di levante” (progetti di Emilio Mainardi, Giulio Corini e Giulio Monaci).

A partire dal 1998 vennero create le prime strutture dedicate espressamente al deposito delle urne cinerarie.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Sepolture illustri[modifica | modifica wikitesto]

Si riportano le personalità illustri con voce in Wikipedia, ordinate per data di nascita. L'elenco potrebbe essere parziale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Crema. Pianificazione territoriale e ambientale. Servizi cimiteriali (PDF), su comune.crema.cr.it. URL consultato il 20 dicembre 2021.
  2. ^ Le notizie della relazione comunale sono in parte derivate dalla tesi di laurea di Anna Chiara Savoia, Il cimitero maggiore di Crema, Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura e Società – Corso di Laurea in architettura Ambientale, Relatore: prof. Luciano Roncai, Correlatore: arch. Edoardo Edallo, A.A. 2010- 2011
  3. ^ Vicario, p. 374.
  4. ^ AA.VV., p. 417.
  5. ^ Martini, p. 242.
  6. ^ Crema una commemorazione di Daniele Marignoni, su disvastigo.esperanto.it. URL consultato il 20 dicembre 2021.
  7. ^ Crema una commemorazione di Daniele Marignoni, su cremonasera.it. URL consultato il 20 dicembre 2021.
  8. ^ Boriani, p. 99.
  9. ^ Il cremasco Daniele Marignoni, portò l'Esperanto in Italia. Sua la prima grammatica, su cremaonline.it. URL consultato il 20 dicembre 2021.
  10. ^ Dasti, p. 325.
  11. ^ Guareschi, p. 332.
  12. ^ Dionigi Francesco, Francesco Agello, l’uomo più veloce del mondo 1934, in Auto d’epoca, Giugno 2020.
  13. ^ Crema. Sala dei Ricevimenti gremita per il saluto commosso 'al senatore' Maurizio Noci, su cremaonline.it. URL consultato il 24 dicembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Il parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici, Terni, Tipografie editrice dell’industria, 1890.
  • Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, dal Neoclassicismo al Liberty, Lodi, Pomerio, 1994.
  • Federico Boriani, Le scenografia del Museo di Crema: alcune osservazioni in Insula Fulcheria XXXIV, Museo Civico di Crema e del Cremasco, 2004.
  • Romano Dasti, Anni grigi, Offanengo, Centro Ricerca Alfredo Galmozzi, 2014.
  • Pietro Martini, La statua del Re in Insula Fulcheria XLVI, Cremona, Museo Civico di Crema e del Cremasco, 2016.
  • Giovanni Guareschi, Mondo Candido 1948-1951, Milano, BUR, 2003.