Chiese di Milazzo

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Voce principale: Milazzo.

Nella storia di Milazzo sono molte le chiese demolite, scomparse, dismesse e sconsacrate.

Vari eventi sismici disastrosi interessano la provincia e minano in epoche differenti il ricchissimo patrimonio storico - artistico - religioso della città:

Gran parte dei luoghi di culto edificati in epoca aragonese e spagnola con varie, successive rimodulazioni e ridedicazioni, subiscono i danneggiamenti derivanti l'assedio spagnolo durante le varie fasi iniziate con la battaglia della quadruplice Alleanza nel periodo 1718 - 1720. I moti conseguenti la rivolta antispagnola nel periodo 1674 - 1678 arrecano danni, per concludere con le devastazioni procurate dagli eventi borbonico - garibaldini culminati con le vicende del 1860.

Chiese attuali[modifica | modifica wikitesto]

  • Cappella di San Nicolò dei baroni Baele Lucifero.[24]
  • Chiesa dedicata a Maria Santissima del Tindari nella 'Ngonia del Tono (Tonnara).

Chiese documentate[modifica | modifica wikitesto]

A[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di Sant'Agostino.[25]
  • Chiesa di Sant'Andrea.[26]
  • Chiesa delle Anime del Purgatorio (1660), innalzata dalla famiglia Proto.[6]
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate demolita nel (1616).[27][28] Edificio d'epoca normanna.

B[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Basilio[29] documentata in epoca bizantina, derivata in chiesa di San Benedetto distrutta in epoca araba e successivamente ricostruita.
  • Chiesa di San Benedetto.[30]
  • Chiesa di San Biagio, luogo di culto ubicato sul colle omonimo poi derivato in chiesa di Gesù e Maria, in seguito in chiesa di San Francesco di Paola e convento dell'Ordine dei Minimi.

C[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Cono d'epoca normanna e demolita in epoca spagnola.[20]
  • Chiesa La Cattolica, capo delle chiese di rito greco.[31]
  • Chiesa La Cattolica, edificio di culto documentato nel 1581, rovinato nel 1589.[18]
  • Ospizio di Santa Caterina dei Carmelitani.[32]

D[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Demetrio.[33] Diruta.
  • Chiesa di Santa Dorotea sotto il patrocinio della famiglia Zirilli.[22]

E[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Euplio sul promontorio vicino al Castello di Sant'Opulo, documentati 3 jugeri donati al medesimo monastero d'origine bizantina.[34]
  • Chiesa di Sant'Ermo sul promontorio, edificio d'epoca bizantina (Sant'Erasmo), struttura demolita per la costruzione del Torrione di Sant'Ermo nel 1581, poi derivata in chiesa di Gesù e Maria (1621) sede della Congregazione di Gesù e Maria, oggi chiesa di Santa Maria Maggiore.[35]

F[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Filippo d'Agira sull'istmo, d'epoca aragonese anteriore al 1464.[36] demolita nella prima metà del XVI secolo per edificare il complesso dei Carmelitani.
  • Chiesa di San Filippo Maggiore, documentata in epoca normanna e demolita anteriormente al 1570 per edificare l'aggregato del Carmine[37]
  • Chiesa di San Filippo e San Giacomo (1403 c.) edificata presso la Tonnara del Tono, regnante Martino il Giovane.[38]
  • Chiesa di San Filippo e San Giacomo la Nuova.[3]
  • Chiesa di San Francesco indi detta di San Crispino (1423).[26]
  • Chiesa di San Francesco di Paola in epoca spagnola vicino alla chiesa di Santa Maria del Boschetto.[22]
  • Chiesa di San Francesco Saverio.[39]

G[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di Gesù e Maria d'epoca spagnola nella parte bassa (1661).[40]
  • Chiesa di Gesù e Maria la Vecchia.[41]
  • Chiesa di San Giacomo (1432)[42] d'epoca bizantina.
  • Chiesa di San Giovanni d'epoca bizantino - normanna.[43]
  • Chiesa di San Giovanni 1670.[22]
  • Chiesa della Trinità d'epoca aragonese 1354.[27][44] Nella adiacenze della chiesa sul promontorio erano insediati i Padri Filippini.[10]
  • Chiesa del Santissimo Salvatore (1616 ante).[45]
  • Chiesa del Crocifisso 1636 in località la Cammisa.[22]

L[modifica | modifica wikitesto]

M[modifica | modifica wikitesto]

Arco trionfale chiesa di Santa Maria nel baluardo e bastione omonimi.
  • Chiesa della Madonna degli Archi d'epoca spagnola (1676).[47]
  • Chiesa della Madonna del Lume.[48] Ruderi parietali visibili all'incrocio con via Umberto I.
  • Chiesa della Madonna del Paradiso.[3]
  • Chiesa della Madonna della Consolazione d'epoca aragonese sull'istmo (1464 ante), demolita anteriormente al 1570 per edificare l'aggregato del Carmine[49]
  • Chiesa della Madonna della Lettera (de Litterio) (1660), tempio documentato adiacente all'Oratorio dei Padri Filippini.[50]
  • Chiesa della Madonna della Pietà fuori Porta Reale, demolita nel 1677.[51]
  • Chiesa della Madonna della Pietà intra moenia, edificata dopo il 1677.[52]
  • Chiesa della Madonna della Pietà all'Ospedale.[53]
  • Chiesa di Santa Maria al Castello del 1527 che tolse le prerogative di cattedrale alla chiesa di San Nicolò.[54] Ruderi inglobati nel bastione omonimo.
  • Chiesa di Santa Maria dei Greci.[33] Diruta.
  • Chiesa di Santa Maria di Portosalvo.[55]
  • Chiesa di Santa Maria della Catena (restauri 1621)[56]
  • Chiesa di Santa Maria di Gesù al Castello, demolita per la costruzione del duomo.[57]
  • Chiesa di Santa Maria la Nuova. Demolita nel 1718[58] 37 per essere poi rinominata chiesa dell'Addolorata.
  • Chiesa di San Marco.[22]
  • Chiesa di Santa Margherita, luogo di culto giù denominato chiesa di Santa Marta.[59] Demolita 1718.
  • Chiesa di Santa Marta d'epoca aragonese presso il vecchio ospedale (anteriore al 1464, edificio che ospitò San Francesco di Paola). Demolito l'ospedale fu rinominata chiesa di Santa Margherita.[42]
  • Chiesa di San Michele d'epoca bizantina presso il porto di Milazzo, chiesa che godeva di un jugero di terra. Nel 1105 la regina Adelasia del Vasto donava il tutto al monastero di Santa Maria di Gala.[60]

N[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Nicola d'epoca bizantina, in seguito nota come chiesa di San Nicolò dei Lombardi documentata nell'area dell'attuale chiesa dell'Immacolata Concezione.[61] Chiesa di rito greco verosimilmente demolita in epoca aragonese nel 1464.
  • Chiesa di San Nicolò riedificazione e titolo di cattedrale[62] Diruta e poi demolita nel (1616).[63]
  • Chiesa di San Nicola al Faro, Capo Milazzo.
  • Cappella di San Nicola a Villa Baele, edificata per volontà del barone Onofrio Baeli, cappella patronale transitata ai Lucifero.

P[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Papino documentata anteriormente al 1620.
  • Chiesa di San Pietro Faraone.[22]
  • Chiesa di San Pietro di Corriolo.[22]

S[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Sebastiano (1348) edificata per voto di peste, derivata nella primitiva chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (1662)[64]

T[modifica | modifica wikitesto]

Compagnie[modifica | modifica wikitesto]

Confraternite[modifica | modifica wikitesto]

  • Confraternita dei Disciplinanti, sodalizio attestato presso la primitiva chiesa di San Leonardo.
  • Confraternita di San Rocco, sodalizio attestato presso la chiesa di San Rocco.
  • Confraternita di Santa Caterina, sodalizio documentato presso la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.

Congregazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Congregazione di Gesù e Maria
  • Congregazione del Santissimo Nome di Gesù
  • Congregazione della Concezione, sodalizio attestato presso la chiesa dell'Immacolata Concezione dei Cappuccini
  • Congregazione di Sant'Anna, sodalizio attestato presso la chiesa di San Giuseppe.

Sinagoga[modifica | modifica wikitesto]

Sul colle Giudeo è documentato l'insediamento della comunità.[66]

Moschea[modifica | modifica wikitesto]

[67]

Ospedale[modifica | modifica wikitesto]

  • Ospedale Vecchio[68]

Feste[modifica | modifica wikitesto]

Feste documentate:[69]

Santi Patroni Protettori della città di Milazzo[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In merito, lo storico Giovanni Vivenzio scrive: "... né Barcellona, e la Città di Patti, né le Piazze di Melazzo, e di Augusta andarono esenti da danni, e da lesioni nelle loro fabbriche." Istoria e teoria de' tremuoti in generale ed in particolare di quelli della Calabria, e di Messina del MDCCLXXXIII, p. 263. URL consultato il 15 maggio 2021 (archiviato il 12 giugno 2018).
  2. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 29, 272, 311.
  3. ^ a b c Giuseppe Paiggia, pp. 84.
  4. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 30, 37, 272, 311.
  5. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 9, 29, 194.
  6. ^ a b c Giuseppe Paiggia, pp. 30.
  7. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 32, 194.
  8. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 29, 30, 194, 272, 311.
  9. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 29, 37, 270, 311.
  10. ^ a b c d Pagina 342, Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", [1] Archiviato il 12 giugno 2018 in Internet Archive., Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1800.
  11. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 20, 21, 29, 194, 272, 311.
  12. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 36.
  13. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 8.
  14. ^ Tommaso Fazello, pp. 545.
  15. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 60, 76.
  16. ^ Pagina 545, Capitolo VIII Tommaso Fazello, "Della storia di Sicilia, Deche due del r.p.m. Tommaso Fazello siciliano ...", Volume 6 [2] Archiviato il 1º ottobre 2015 in Internet Archive.
  17. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 18, 29, 37, 272, 311.
  18. ^ a b c Giuseppe Paiggia, pp. 29, 194, 272, 311.
  19. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 76, 84.
  20. ^ a b Giuseppe Paiggia, pp. 70, 83, 265.
  21. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 30, 37, 194, 272, 311.
  22. ^ a b c d e f g h Giuseppe Paiggia, pp. 83.
  23. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 29, 35, 45, 194, 272, 311.
  24. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 455.
  25. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 194.
  26. ^ a b Giuseppe Paiggia, pp. 21.
  27. ^ a b c Tommaso Fazello, pp. 543.
  28. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 30, 265.
  29. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 10, 64, 70, 262, 265.
  30. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 70.
  31. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 9.
  32. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 132.
  33. ^ a b Giuseppe Paiggia, pp. 9, 31.
  34. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 63, 69, 264 e 265.
  35. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 19, 21, 30, 64, 84, 194, 270.
  36. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 18, 29, 270.
  37. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 29, 265.
  38. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 77.
  39. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 449.
  40. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 32, 272.
  41. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 42.
  42. ^ a b Giuseppe Paiggia, pp. 18, 270.
  43. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 26, 35, 64.
  44. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 76, 270.
  45. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 311.
  46. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 29.
  47. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 42, 194, 272.
  48. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 450.
  49. ^ .Giuseppe Paiggia, pp. 18, 29, 194, 270
  50. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 272, 311.
  51. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 32.
  52. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 32.
  53. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 31.
  54. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 29.
  55. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 19, 64, 195.
  56. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 29, 30.
  57. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 31.
  58. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 36, 194.
  59. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 18, 36.
  60. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 64, 69, 265.
  61. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 9, 262, 265.
  62. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 76, 84.
  63. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 30, 31, 270.
  64. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 21, 30, 37.
  65. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 64, 70, 84, 265.
  66. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 11, 458.
  67. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 164, 264.
  68. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 18, 194.
  69. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 394.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]