Chiesa di San Leone I

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Chiesa di San Leone I
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′27.39″N 12°31′45.02″E / 41.890941°N 12.529172°E41.890941; 12.529172
Religionecattolica di rito romano
Titolarepapa Leone I
Diocesi Roma
ArchitettoGiuseppe Zander
Inizio costruzione1950
Completamento1952
Interno

La chiesa di San Leone I è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nel quartiere Prenestino-Labicano, in via Prenestina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è costruita su progetto dell'architetto Giuseppe Zander tra il 1950 ed il 1952.

Essa è sede della parrocchia omonima, istituita il 7 ottobre 1952 con decreto del cardinale vicario Clemente Micara "Tricesimo iam vertente". Inoltre è anche sede dal 1965 del titolo cardinalizio San Leone I.

La chiesa è stata visitata da Giovanni Paolo II il 17 dicembre 1989.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa si presenta in mattoni con portali in travertino e sculture di Luigi Venturini; nella parte superiore è inserito un rosone.

L'interno è a tre navate, suddivise da colonne in cemento, che reggono il soffitto con struttura anch'essa di cemento. Vi sono conservate buone opere d'arte del Novecento tra le quali occorre menzionare:

  • i mosaici dell'arco trionfale e dell'abside con la raffigurazione rispettivamente l'Allegoria della società cattolica e l'Incontro di san Leone Magno con Attila (1952), e le vetrate del rosone (1955) e quelle con i Dieci comandamenti (1983-1990) di János Hajnal;
  • i mosaici absidali della cappella del SS. Sacramento e il mosaico absidale della cappella della Madonna della Pace realizzati da Adriana Notte [1]
  • il gruppo bronzeo all'altare maggiore raffigurante la Crocifissione di Venanzo Crocetti;
  • una Madonna col Bambino di Alfredo Biagini sull'altare dell'abside di sinistra;
  • un Sacro Cuore di Gesù di Luigi Montanarini e una Sacra Famiglia di Gisberto Ceracchini nel transetto.

Sulla cantoria alla sinistra del presbiterio si trova l'organo a canne, costruito nel 1954 dai Fratelli Ruffatti. A trasmissione elettrica, dispone di 30 registri su due manuali e pedale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesca Lombardi, Passeggiate romane. Le artiste e la città, Roma, Edizioni Anicia, 2023, pp. 114-120.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton & Compton Editori, Milano 2000, p. 171
  • G. Carpaneto, Quartiere VII. Prenestino-Labicano, in AA.VV, I quartieri di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 2006
  • G. Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2007, pp. 190–191. ISBN 978-88-222-5674-4

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