Chamaeleon (botanica)

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Chamaeleon
Chamaeleon gummifer
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carlininae
Genere Chamaeleon
Cass., 1827
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Genere Chamaeleon
Specie
(Vedi testo)

Chamaeleon Cass., 1827 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

(Questa è una descrizione generica per le specie della sottotribù Carlininae.)

Le specie di questa sottotribù sono erbacee perenni o arbusti, ma anche (meno frequentemente) piante annuali.[3][4][5]

Le foglie, disposte in modo alterno, sono spesso spinose e profondamente pennate, raramente sono intere.

Le infiorescenze sono composte da capolini per lo più solitari e avvolti da vistose brattee simili a foglie. I capolini, omogami o eterogami, di tipo discoide, sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti tubulosi (in alcuni casi sono presenti anche dei fiori radiati). Le brattee dell'involucro disposte su più serie in modo embricato hanno forme diverse: spesso sono molto visibili, colorate e a forma radiata. Il ricettacolo è densamente ricoperto con grandi scaglie.

I fiori sono principalmente del tipo tubuloso.[6] I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e actinomorfi. Molto raramente sono presenti dei fiori periferici radiati e sterili.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[7]

Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.

Corolla: le corolle dei fiori in genere sono corte.

Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, distinti e glabri, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[8] Le antere hanno delle lunghe appendici sericee.

Gineceo: lo stilo è filiforme e corto; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.

Il frutto è un achenio con un pappo. L'achenio è densamente sericeo e il pericarpo è di tipo parenchimatico. Il pappo (persistente o deciduo) è formato da setole piumose spesso connate con robuste scaglie.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere si trovano in Europa mediterranea, nel Magreb, in Anatolia, in Asia mediterranea, in Afghanistan e Pakistan.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[9], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[10] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[11]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carlininae è una di queste).[5][12][13][14]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Sulla sottotribù Carlininae non sono state fatte finora delle specifiche analisi filogenetiche sul DNA, ma solo ristrette ricostruzioni su alcune specie. La sottotribù sembra aver avuto un'origine africana in quanto Carlininae è probabilmente il gruppo basale della tribù Cardueae e formano un “gruppo fratello” con altre due sottotribù (Oldenburgieae e Tarchonantheae entrambe della sottofamiglia Tarchonanthoideae) che in base alle ultime ricerche risultano di origine africana (altre precedenti ipotesi di origine di questo gruppo, come specie endemiche insulari di Creta e della Macaronesia, sono da eliminare).[4]

Chamaeleon è un genere recentemente recuperato.[2][15] In passato le specie di questo genere erano descritte all'interno del genere Carlina.[3]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende le seguenti 5 specie:[2]

Flora spontanea italiana[modifica | modifica wikitesto]

in Italia sono presenti due specie:[2][16]

  • Chamaeleon gummifer (L.) Cass. - Masticogna latticifera: il fusto è nullo. L'altezza massima della pianta è di 5 – 20 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è "Sud Mediterraneo"; l'habitat tipico sono le garighe e i pascoli aridi; in Italia è una specie rara e si trova al Sud fino ad una quota di 700 m s.l.m.. (Nella "Flora d'Italia" è indicata come Carlina gummifera (L.) Less.)
  • Chamaeleon macrocephalus (Moris) Sch.Bip. - Carlina sardo-corsa: il fusto è sviluppato normalmente. L'altezza massima della pianta è di 2 - 4 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è "Endemico"; l'habitat tipico sono i pendii aridi e ventosi; in Italia è una specie comune e si trova in Toscana e in Sardegna fino ad una quota compresa tra 900 e 2.000 m s.l.m.. (Nella "Flora d'Italia" è indicata come Carlina macrocephala Moris)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
  2. ^ a b c d e World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  3. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007.
  4. ^ a b Funk & Susanna, pag. 296.
  5. ^ a b Herrando et al. 2019.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  7. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  8. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  9. ^ Judd 2007, pag. 520.
  10. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  11. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  12. ^ Funk & Susanna 2009, pag. 296.
  13. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 126.
  14. ^ Barres et al. 2013.
  15. ^ Wahrmund et al. 2010.
  16. ^ Pignatti 2018, vol.3 pag.1031.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Generi di Asteraceae

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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