Cattedrale di Santa Maria Assunta (Pesaro)

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Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàPesaro
Coordinate43°54′39.49″N 12°54′52.78″E / 43.91097°N 12.91466°E43.91097; 12.91466
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Maria Assunta
Arcidiocesi Pesaro
Stile architettonicoromanico, neoclassico
Inizio costruzioneXII secolo
CompletamentoXX secolo
Sito webwww.domuspesaro.it
Facciata della Cattedrale

La chiesa di Santa Maria Assunta è il duomo di Pesaro, e cattedrale dell'arcidiocesi omonima. Ha la denominazione onorifica di basilica minore.[1]
Inoltre, è sede di una parrocchia compresa nella vicaria I - San Terenzio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale edificio ha origini molto antiche. La presenza di due pavimenti decorati a mosaico, sovrapposti l'uno all'altro, attestano l'esistenza di due chiese paleocristiane: la prima risalente al IV secolo, la seconda alla seconda metà del VI secolo, dopo che la prima venne distrutta durante le guerre gotiche del 535-553. La chiesa divenne cattedrale, cioè sede vescovile, nel VII secolo, quando vi furono trasferite le reliquie del patrono pesarese, san Terenzio di Pesaro, a cui fu inizialmente dedicata la cattedrale. La chiesa fu arricchita di doni dai Malatesta e dagli Sforza: vi si venera anche la Beata Serafina Sforza (nata Sveva da Montefeltro, seconda moglie del Signore di Pesaro Alessandro Sforza), il cui corpo incorrotto fu qui sepolto.[senza fonte] Fu in seguito rifatta completamente in stile barocco, con la conseguente distruzione dell'abside, del campanile, del battistero e dell'atrio porticato, e consacrata a Maria Assunta nel 1663. Infine tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX l'interno dell'edificio fu riformulato in stile neoclassico da Giovanni Battista Carducci e Luigi Galli, assumendo la fisionomia attuale. Durante l'occupazione francese, diverse furono le opere portate in Francia a causa le spoliazioni napoleoniche in questo periodo. Delle 7 opere menzionate nel catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art français del 1936[2] come inviate da Pesaro in Francia nel 1796, solo 3 fecero ritorno, le altre rimasero in Francia, tra cui L'annunciazione del Caravaggio che era stata dedicata per la Cattedrale di Pesaro ma che ora si trova al museo di Nancy.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dell'interno.
Tombe dei vescovi Porta e Borromeo.

La facciata risale al 1282-1312, è in mattoni di cotto a vista, e conserva le caratteristiche tipiche dello stile romanico.

L'interno, a pianta a croce latina con tre navate suddivise da pilastri, è in stile neoclassico. Nella navata di destra si possono ammirare la cappella di san Terenzio, dove sono conservate le reliquie del santo e di altri santi patroni cittadini; ed un affresco trecentesco della Madonna del popolo. Nella navata di sinistra invece è la cappella del Santissimo Sacramento. Le due cappelle risalgono ai rifacimenti del XIX-XX secolo.

Sopra la porta d'ingresso è una tela di Marco Benefial (XVIII secolo) raffigurante Maria Assunta tra santi, mentre nel transetto di sinistra è un'altra tela, opera di Giovanni Giacomo Pandolfi (XVII secolo), raffigurante la Crocifissione con Santi.

Artisticamente ricca è la zona del presbiterio. Qui troviamo:

  • l'affresco della Madonna della misericordia (XV secolo);
  • la cappella del Crocifisso, con un crocifisso ligneo del XV secolo; qui sono conservati i resti di alcuni santi patroni pesaresi e le tombe dei vescovi locali;
  • l'abside è opera moderna decorata con affreschi e vetrate di recente installazione (1950); esse rappresentano i santi patroni cittadini: Serafina Sforza, Decenzio, Terenzio, Eracliano e Felicia Meda;
  • l'affresco quattrocentesco della Madonna con bambino e i santi Pietro e Girolamo, recentemente (2000) attribuito ala scuola di Giovanni Santi.

L'organo a canne è il Mascioni opus 914; venne costruito nel 1970 e dispone di 45 registri su tre manuali e pedale, con trasmissione elettrica.[3]

Infine, di notevole spessore storico-artistico sono i mosaici scoperti nella seconda metà dell'Ottocento sotto il pavimento della chiesa. Furono individuate due serie di mosaici sovrapposte fra loro, risalenti alle due primitive basiliche. Oggi è visibile solo il pavimento musivo del secondo livello, risalente a vari interventi eseguiti tra il VI ed il XIII secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Basilicas in Italy, Vatican City State, San Marino, su gcatholic.org. URL consultato il 6 febbraio 2024.
  2. ^ a b Marie-Louise Blumer, Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814, collana Bulletin de la Société de l'art français, 1936, fascicule 2.
  3. ^ Basilica Cattedrale, Organo V. Mascioni, 1970, su vespridorgano.it. URL consultato il 22 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2016).

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