Caranx rhonchus

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Carango ronco

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Famiglia Carangidae
Genere Caranx
Specie C.rhonchus
Nomenclatura binomiale
Caranx rhonchus
Geoffroy Saint-Hilaire, 1817
Sinonimi

Decapterus rhonchus

Il carango ronco (Caranx rhonchus) è un pesce di mare della famiglia Carangidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie ad areale meridionale, si incontra in Oceano Atlantico orientale tra il golfo di Cadice e l'Angola e nel mar Mediterraneo, soprattutto nel settore orientale. In Italia è poco comune nei mari siciliani e decisamente raro altrove.
È un pesce pelagico di profondità, si pesca tra 50 e 300 metri di fondale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il suo aspetto generale ricorda più un sugarello che un Caranx. Il corpo è abbastanza affusolato, per quanto piuttosto compresso lateralmente. L'occhio è più grande che nei congeneri. Le pinne dorsali sono due, entrambe abbastanza alte, la seconda è opposta ed identica alla pinna anale e porta una vistosa macchia nera spesso sormontata da una bianca. Né la pinna anale né la pinna dorsale hanno il lobo acuto tipico di altri Caranx. Le pinne pettorali sono falcate e raggiungono l'inizio della seconda pinna dorsale; le pinne ventrali sono invece piccole, quando sono ripiegate sono alloggiate in una scanalatura ventrale. Sul peduncolo caudale sono presenti due piccole pinne (pinnule) una al di sopra ed una al di sotto dello stesso. La linea laterale presenta squame ingrossate (scudetti) nella parte posteriore.
La colorazione è verdastra sul dorso, argentata sui fianchi e bianchi nella regione ventrale, spesso sono presenti riflessi dorati, su tutto il corpo. La macchia nera sul bordo dell'opercolo branchiale spesso è poco visibile.
Misura fino a 40 cm di lunghezza.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Si cattura con reti a strascico, reti da circuizione e lenze a traina. Le carni sono ottime ma non ha importanza commerciale data la rarità.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Talvolta questa specie è stata attribuita al genere Decapterus.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • TORTONESE E. (1975), Osteichthyes - Fauna d'Italia vol. XI, Calderini, Bologna
  • COSTA F., (1991), Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, Milano
  • LOUISY P., (2006), Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, Il Castello, Trezzano sul Naviglio (MI)

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