Bruno Tassini

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Bruno Giordano Tassini
Informazioni personali
Arbitro di Calcio
Federazione Bandiera dell'Italia Italia
Sezione Verona
Attività nazionale
Anni Campionato Ruolo
1936-1939
1939-1943
1943-1946
1946-1953
Serie C
Serie B
Divisione Nazionale
Serie A
Arbitro
Arbitro
Arbitro
Arbitro

Bruno Tassini (Verona, 21 febbraio 1909[1]Negrar, 25 aprile 1989[2]) è stato un arbitro di calcio italiano.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Ha ottenuto la tessera di arbitro nel 1928[3] iscrivendosi al Gruppo Arbitri Veronesi.

Dopo la trafila nei campionati regionali veneti, esordisce nel 1936 in alla Serie C[3].
Esordisce in Serie B all'inizio della stagione 1939-1940 dirigendo il 15 ottobre 1939 la partita Vigevano-Catania (1-1)[4].

Durante il periodo bellico dirige diverse partite di Serie B. Dopo l'8 settembre resta a disposizione del Direttorio III Zona (Veneto) che lo utilizza per le gare di qualificazione della Divisione Nazionale dirigendo subito alla 1ª giornata del 2 gennaio 1944 la partita Legnago-Treviso (1-4)[5].

Entrato nei ruoli arbitrali della Lega Nazionale Alta Italia, dirige soltanto 5 partite della Divisione Nazionale[6] iniziando da L.R. Vicenza-Milan (2-2) del 28 ottobre 1945[7].

Dirige a Milano la sua prima partita di Serie A il 28 settembre 1946 all'Arena Civica in Inter-Atalanta (0-1)[8].

L'arbitro Tassini fu protagonista negativo di uno spiacevole episodio accaduto a Legnano durante la partita di Serie A Legnano-Bologna del 3 febbraio 1952. Il campo comunale di via Pisacane era stato spalato a causa di una abbondante nevicata, ma durante la partita la caduta della neve non si era arrestata. A pochi minuti dalla fine della partita Tassini decretò un calcio di rigore a favore del Bologna. Dagli spalti, ad un certo punto, arrivarono tante palle di neve che la Gazzetta dello Sport scrisse che "il lancio delle palle di neve oscurò il cielo". Tassini sospese la partita e si rifugiò negli spogliatoi dopo essere stato colpito dalle palle di neve lanciate dai sostenitori del Legnano e poi all'ingresso negli spogliatoi da un venditore di bibite[9]. Non contenti di quanto avvenuto sul campo i sostenitori del Legnano raggiunsero l'arbitro alla stazione ferroviaria e lo pestarono con inaudita violenza. Perse durante l'aggressione otto denti[10]. Il suo rapporto alla Lega Nazionale causò al Legnano la perdita della partita per 2-0 a tavolino per responsabilità oggettiva e campo lilla squalificato fino al 31 dicembre 1952[9], pena poi ridotta a fine stagione 1951-1952.

Nella massima serie ha diretto complessivamente 94 partite in sette stagioni, di cui l'ultima a Roma il 15 marzo 1953 nella partita Roma-Atalanta (0-2)[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atto n. 310, parte I, Anno 1909, estratto di nascita dei Servizi Demografici del Comune di Verona.
  2. ^ Parte II, Serie B, n. 150, estratto di morte dei Servizi Demografici del Comune di Negrar.
  3. ^ a b Barlassina, p. 58.
  4. ^ Fontanelli, p. 49.
  5. ^ Fontanelli-Cacozza, p. 50.
  6. ^ Matarrese, p. 35.
  7. ^ Matarrese, p. 39.
  8. ^ Almanacco 1948, p. 99.
  9. ^ a b 3 febbraio 1952: arbitro Tassini preso a palle di neve... e non solo, su legnanonews.com.
  10. ^ Baccolini.
  11. ^ Almanacco 1954, p. 132.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rinaldo Barlassina, Agendina del calcio 1936-1937, Milano - Via Galilei, La Gazzetta dello Sport, 1936, p. 58.
  • Carlo Fontanelli, Sorpasso ambrosiano - I campionati italiani della stagione 1939-40, Empoli, Geo, luglio 2004, p. 49.
  • Carlo Fontanelli; Daniele Cacozza, Scudetto a Spezia - Partite e protagonisti del campionato di guerra 1943-44, Fornacette, Mariposa, 1998, p. 50.
  • Giuseppe Matarrese, La storia del calcio - Campionato 1945-46, Milano, Giemme, settembre 1991, pp. 35 e 39.
  • Leone Boccali (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1948, Milano, Rizzoli, dicembre 1948, p. 99.
  • Leone Boccali (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1954, Milano, Rizzoli, dicembre 1953, p. 132.
  • Luca Baccolini, La storia del grande Bologna in 501 domande e risposte, Roma, Newton Compton, 2019, p. 471.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]