Bruna Colombetti-Peroncini

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Bruna Colombetti-Peroncini
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 173 cm
Peso 75 kg
Scherma
Specialità Fioretto
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 0 1
Mondiali 1 2 5
Campionati italiani 3 0 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Bruna Giulia Colombetti-Peroncini (Milano, 27 gennaio 1936Milano, 26 luglio 2008) è stata una schermitrice italiana, specializzata nel fioretto. Ha vinto una medaglia di bronzo nella scherma ai Giochi olimpici.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nipote del grande maestro di scherma Luigi Colombetti, fu allieva della scuola di Giuseppe Mangiarotti (cugino di Colombetti) presso la Società del Giardino, tempio della scherma milanese, della quale divenne figura di spicco[1][2][3].

Giovanissima fiorettista (il fioretto all'epoca era la sola arma concessa alle donne)[2], conquistò il suo primo bronzo mondiale a 17 anni, al Campionato mondiale di Bruxelles 1953, con la nazionale italiana nella prova femminile a squadre; dopo questa vittoria dimostrò continuità di rendimento, ottenendo la medaglia d’argento nella prova a squadre del mondiale del 1954 in Lussemburgo, e successivamente il bronzo a squadre e l'argento individuale al mondiale del 1955 a Roma[4][2][5].

Al mondiale di Parigi, nel 1957, conquistò l'oro con la squadra femminile italiana[4][5].

In seguito, sempre a squadre fu bronzo ai mondiali di Buenos Aires, Danzica e Parigi, rispettivamente nel 1962, ’63 e ’65[4][5].

L'atleta partecipò ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956, Roma 1960, Tokyo 1964 e Città del Messico 1968. In quelli di Roma vinse la medaglia di bronzo a squadre gareggiando a fianco di Irene Camber, Velleda Cesari, Claudia Pasini e Antonella Ragno-Lonzi[4][5].

Nella sua carriera sportiva si annoverano anche tre titoli italiani, conquistati negli anni 1955, 1958 e 1959[4][5].

Il 15 giugno 1971 venne insignita del titolo di Maestro di Scherma dall’Accademia Nazionale di Scherma[6]. Divenne la prima insegnante e allenatrice (presso l'Associazione Schermistica del Piccolo Teatro) di suo nipote, lo spadista Alfredo Rota, successivamente oro olimpico a squadre a Sydney 2000[7][2][1][5].

Svolse quindi l'attività di segretaria presso il CONI, e di insegnante e allenatrice di scherma presso la sede CONI di via Cerva, nella sua Milano[8][5].

È morta a 72 anni nella sua città natale[8], pochi giorni prima dell'inizio di Pechino 2008, Olimpiadi dalle quali Alfredo Rota porterà a casa una medaglia di bronzo[9].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

In carriera ha ottenuto i seguenti risultati:

Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

Individuale
  • -
A squadre

Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Individuale
A squadre

Campionati italiani[modifica | modifica wikitesto]

Individuale
  •   Oro nel fioretto nel 1955
  •   Oro nel fioretto nel 1958
  •   Oro nel fioretto nel 1959
A squadre
  • -

Altri risultati[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali giovani
Individuale
A squadre
  • -

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Garlando Luigi, La spada infilza l'oro che non t'aspetti, su archiviostorico.gazzetta.it. URL consultato il 6 maggio 2017.
  2. ^ a b c d Lutto nella scherma: la scomparsa di Bruna Colombetti, su sportolimpico.it, 29 luglio 2008.
  3. ^ Mangiarotti, su sportolimpico.it.
  4. ^ a b c d e Federazione Italiana Scherma - LUTTO - SI È SPENTA BRUNA COLOMBETTI, IL CORDOGLIO DELLA SCHERMA ITALIANA, su federscherma.it. URL consultato il 7 maggio 2017.
  5. ^ a b c d e f g Giovanni Cafiero (GC2007), SALA DI SCHERMA SOCIETÀ DEL GIARDINO, su schermagiardino.it. URL consultato il 7 maggio 2017.
  6. ^ Albo, su accademianazionaledischerma.it, Accademia Nazionale di Scherma. URL consultato il 7 maggio 2017.
  7. ^ Redazione Pianeta Scherma, Buon compleanno… Alfredo Rota, su Pianeta Scherma, 21 luglio 2014. URL consultato il 7 maggio 2017.
  8. ^ a b Cordoglio per la scomparsa di Bruna Colombetti [collegamento interrotto], su crl-fis.it. URL consultato il 7 maggio 2017.
  9. ^ Ruta Alfredo, su carabinieri.it, Ministero della Difesa -Carabinieri. URL consultato il 23 luglio 2017.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]