Betula pendula
Betulla bianca | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Fagales |
Famiglia | Betulaceae |
Genere | Betula |
Specie | B. pendula |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Fagales |
Famiglia | Betulaceae |
Genere | Betula |
Specie | B. pendula |
Nomenclatura binomiale | |
Betula pendula Roth, 1788 | |
Nomi comuni | |
Betulla | |
Sottospecie | |
Areale | |
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La betulla bianca (Betula pendula Roth, 1788) è una pianta appartenente alla famiglia Betulaceae.[1]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
È un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza.[1] Il fusto è sottile ed eretto, con la tipica colorazione bianca che hanno molte specie di betulla, la parte bianca è liscia ed è intervallata da piccole parti scure rugose. Le foglie sono piccole, triangolari e appuntite, sono di colore verde medio, il margine è seghettato.
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Betula pendula è ampiamente diffusa in Eurasia, Nord Africa e Nord America[1].
In Italia è presente particolarmente in Piemonte (ove oggi si stimano oltre 20.000 alberi di questa specie) ed in Lombardia; si ritrova nell'Appennino settentrionale, in alcune stazioni isolate in Abruzzo, nell'Appennino campano e sull'Etna.
Ecologia[modifica | modifica wikitesto]
La betulla dimostra una grande ampiezza termica e può vegetare fino a circa 2000 m di quota nel piano subalpino (negli ontaneti, nei lariceti ed al margine delle peccete), nel piano montano (nelle pinete di pino silvestre e nei cedui di faggio sui suoli più acidi) e nel piano basale (nei querceti su suoli acidi, nei castagneti, in Appennino anche nei cedui di cerro). Sopporta valori di pH del suolo fino a 3,3; si adatta sia a terreni poveri di humus, sia a suoli con un profondo strato di materiale organico. Si adatta sia a suoli ricchi di acqua (è in grado di trasportare ossigeno dalla parte superiore alle radici), sia a suoli molto drenati (ha radici profonde, in grado di assorbire acqua dagli strati più profondi del suolo). È specie spiccatamente eliofila ed il seme, di piccole dimensioni, germina bene sul terreno minerale. Ha una buona capacità pollonifera ed è in grado di produrre anche polloni radicali. La betulla possiede un'elevata capacità colonizzatrice, soprattutto in terreni acidi o acidificati (terreni abbandonati, incendiati o comunque disturbati), è favorita anche dall'abbondante produzione di semi e dalla facoltà pollonifera.
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Sono riconosciute tre sottospecie:[1]
- Betula pendula subsp. mandshurica (Regel) Ashburner & McAll.
- Betula pendula subsp. pendula
- Betula pendula subsp. szechuanica (C.K.Schneid.) Ashburner & McAll.
La betulla dell'Etna (Betula etnensis Raf.) presenta caratteristiche peculiari tra cui un apparato conduttore adattato a sopravvivere in condizioni di caldo e freddo estremi, numerose ghiandole resinose peltate sui rami giovani, e foglie poco acuminate;[2][3][4] in passato è stata considerata sia una specie a sé che una varietà, ma è ora ritenuta un sinonimo di Betula pendula subsp. pendula.[5][6]
Selvicoltura[modifica | modifica wikitesto]
In relazione alle sue peculiarità ecologiche, la betulla pendula presenta spiccate caratteristiche di pionierismo[1] e la sua diffusione è stata favorita dall'abbandono delle aree agricole e pascolive e dagli incendi. In Piemonte questi fenomeni hanno talvolta consentito l'insediarsi di boschi di neoformazione puri o a grande prevalenza di betulla e attualmente in una fase di evoluzione più o meno naturale, ma per i quali può porsi il problema della gestione selvicolturale. In vari paesi come Svezia, Finlandia, Scozia o Russia, il legno della betulla viene ampiamente utilizzato per vari usi, soprattutto per paste da carta, ma anche per tranciati e compensati. Pertanto in queste zone la betulla presenta un notevole interesse dal punto di vista selvicolturale, mentre in Italia sono ancora scarse le esperienze in tal senso.
Proprietà medicinali[modifica | modifica wikitesto]
In fitoterapia betulla è tradizionalmente impiegata per il trattamento di infezioni delle vie urinarie, reumatismi, gotta e renella, grazie alle sue proprietà diuretiche e antinfiammatorie. L'Agenzia Europea per i medicinali (EMA) ha riconosciuto l'efficacia dei prodotti a base di foglie di betulla nel trattamento di lievi problemi del tratto urinario. La betulla possiede un potere antiossidante e potenziali effetti antiartritici, utili nel trattamento della malattia degenerativa delle articolazioni. Sono state evidenziate anche proprietà antitumorali, attribuibili a fitochimici presenti nei germogli e nella corteccia della pianta. Altre potenziali proprietà includono attività antivirale, antiallergica, protettiva per il fegato, ipolipemica, antitubercolare e antidiabetica. L'uso topico di betulla è indicato in caso di dermatite, eczema, psoriasi e ulcere.[7]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e (EN) Betula pendula Roth, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 gennaio 2021.
- ^ Biondi E., Baldoni M., A contribution to the knowledge of Betula aetnensis Rafin. through an anatomic and morphometric study of its wood, in Webbia, vol. 38, 1984, pp. 623-637.
- ^ Leonardi S., et al., Organic matter and nutrient cycling within an endemic birch stand in the Etna massif (Sicily): Betula aetnensis Rafin., in Plant Ecology, vol. 111, 1994, pp. 45-57, DOI:10.1080/00837792.1984.10670330.
- ^ Strano F., Betula aetnensis Raf. nel Parco Naturale dell’Etna: analisi vegetazionale ed ecologica (PDF), in Tesi di dottorato - Università degli studi di Catania, 2010.
- ^ (EN) Betula etnensis Raf., in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 17 gennaio 2021.
- ^ (EN) Betula pendula var. etnensis (Raf.) P.D.Sell, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 17 gennaio 2021.
- ^ Betulla - WikiHerbalist, su wikiherbalist.com. URL consultato il 16 aprile 2023.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- T.G. Tutin, V.H. Heywood et alii, Flora Europaea, Cambridge University Press, 1976. ISBN 0-521-08489-X
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Wikispecies contiene informazioni su Betula pendula
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85013488 · GND (DE) 4158697-9 · J9U (EN, HE) 987007284615505171 |
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