Berthasaura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Berthasaura
Scheletro di B. leopoldinae
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SuperordineDinosauria
OrdineSaurischia
SottordineTheropoda
Famiglia†Noasauridae
GenereBerthasaura
de Souza et al., 2021
Nomenclatura binomiale
†Berthasaura leopoldinae
de Souza et al., 2021

Berthasaura (il cui nome significa "lucertola di Bertha") è un genere estinto di dinosauro teropode noasauride vissuto nel Cretaceo inferiore (AptianoAlbiano), in quella che oggi è la Formazione Goio-Erê del Paraná, Brasile. Il genere contiene una singola specie, la specie tipo Berthasaura leopoldinae.[1]

Scoperta e denominazione

[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 2011 e il 2015, i paleontologi che lavoravano nel sito del Cemitério dos Pterossauros vicino a Cruzeiro do Oeste rinvennero gli scheletri degli pterosauri Caiuajara e Keresdrakon, nonché i resti di alcuni piccoli teropodi. Uno di questi venne descritto e nominato nel 2019 come Vespersaurus, mentre il secondo risultava appartenere ad una seconda specie.[1]

Nel 2021, la specie tipo Berthasaura leopoldinae venne nominata e descritta da Geovane Alves de Souza, Marina Bento Soares, Luiz Carlos Weinschütz, Everton Wilner, Ricardo Tadeu Lopes, Olga Maria Oliveira de Araújo e Alexander Wilhelm Armin Kellner. Il nome del genere Berthasaura è un omaggio alla scienziata e attivista per i diritti delle donne Bertha Maria Júlia Lutz, mentre il nome della specie, leopoldinae, rende omaggio a Maria Leopoldina, la prima imperatrice del Brasile; il bicentenario dell'indipendenza del Brasile cadeva nel 2022, poco dopo la descrizione dell'animale. Indirettamente, il nome dell'animale si riferisce anche alla scuola di samba Imperatriz Leopoldinense; per il carnevale 2018 hanno sviluppato il tema Uma noite real no Museu Nacional (dal portoghese: Una vera notte al Museo Nazionale); nel settembre dello stesso anno un catastrofico incendio avrebbe distrutto gran parte della collezione del museo.[1]

L'olotipo di Berthasaura, MN 7821-V, è composto da uno scheletro disarticolato quasi completo ritrovato tra il 2011 e il 2014, e rappresenta uno dei dinosauri più completi conosciuti del Cretaceo brasiliano, conservando la serie assiale più completa di qualsiasi altro noasauride conosciuto fino ad oggi. Si tratta di un dinosauro di piccole dimensioni lungo meno di 1 metro.[1] Il cranio era corto e alto e terminava in un becco corto e sdentato suggerendo che si trattasse di un erbivoro o quantomeno di un onnivoro, il che lo differenziava dalla maggior parte degli altri ceratosauri, ma lo accomuna con alcuni noasauridi come Limusaurus, i cui esemplari giovani nascevano con i denti per poi perderli durante la crescita in cambio di un becco sdentato. Poiché l'olotipo rappresenta un individuo immaturo, è stato suggerito che Berthasaura non perdesse i denti durante la crescita e rimanesse erbivoro per tutta la vita.[1]

Classificazione

[modifica | modifica wikitesto]

Berthasaura venne considerato da de Souza e colleghi come il noasauride più basale, lontanamente imparentato con Limusaurus.[1]

Diagramma dello scheletro di B. leopoldinae, con le parti conosciute in bianco
Ceratosauria

Berberosaurus

Ceratosauridae

Genyodectes

Ceratosaurus

Abelisauridae

Noasauridae

Berthasaura

Deltadromeus

Afromimus

Masiakasaurus

Noasaurus

Velocisaurus

Vespersaurus

MNN tig6 (cf. Spinostropheus)

Limusaurus

CCG 20011

Elaphrosaurus

Paleoecologia

[modifica | modifica wikitesto]
Ricostruzione artistica di Berthasaura, nel suo ambiente

Berthasaura è stato ritrovato all'interno della Formazione Goio-Erê, risalente al Cretaceo inferiore, che all'epoca era un antico deserto. Gli strati in cui sono stati i vari fossili si sono depositati in un lago all'interno del deserto; probabilmente le ossa erano state esposte alla superficie intorno al lago per un po' e sono state parzialmente erose e sepolte dalle tempeste di sabbia, fino ad essere ricoperte completamente. Non sono state ritrovate fossili di piante o invertebrati. La datazione di questa formazione è tuttavia incerta; de Souza e colleghi ritengono che si sia depositata durante l'Aptiano-Albiano, ma altri autori hanno suggerito datazioni diverse.[2]

Il sito in cui sono stati rinvenuti i resti di Berthasaura, il sito Cemitério dos Pterossauros è noto per la grande concentrazione di fossili dello pterosauro tapejaride Caiuajara di cui sono stati ritrovati numerosi individui che rappresentano vari stadi della crescita. Gli strati della formazione dimostrano che il lago era una tappa fissa per gli pterosauri del luogo, che vivevano sulle sue sponde oppure vi passavano durante le migrazioni regolari nell'entroterra. Altri animali che vivevano in questa zona includono lo pterosauro tapejaromorpho Keresdrakon, il noasauride Vespersaurus, e la lucertola Gueragama.[2][3][4]

  1. ^ a b c d e f de Souza GA, Soares MB, Weinschütz LC, Wilner E, Lopes RT, de Araújo OM, Kellner AW, The first edentulous ceratosaur from South America, in Scientific Reports, vol. 11, n. 1, 2021, pp. Article number 22281.
  2. ^ a b (EN) Alexander W. A. Kellner, Luiz C. Weinschütz, Borja Holgado, Renan A. M. Bantim e Juliana M. Sayão, A new toothless pterosaur (Pterodactyloidea) from Southern Brazil with insights into the paleoecology of a Cretaceous desert, in Anais da Academia Brasileira de Ciências, vol. 91, suppl 2, 19 agosto 2019, pp. e20190768.
  3. ^ Manzig, P.C., Kellner, A.W.A., Weinschütz, L.C., Fragoso, C.E., Vega, C.S., Guimarães, G.B., Godoy, L.C., Liccardo, A., Ricetti, J.H.C. e Moura, C.C., Discovery of a Rare Pterosaur Bone Bed in a Cretaceous Desert with Insights on Ontogeny and Behavior of Flying Reptiles, in PLOS ONE, vol. 9, n. 8, 2014, pp. e100005.
  4. ^ Tiago R. Simões, Everton Wilner, Michael W. Caldwell, Luiz C. Weinschütz e Alexander W. A. Kellner, A stem acrodontan lizard in the Cretaceous of Brazil revises early lizard evolution in Gondwana, in Nature Communications, vol. 6, 26 agosto 2015, pp. 8149.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Dinosauri: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di dinosauri