Basilica di Santa Francesca Romana

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Basilica di Santa Francesca Romana
La chiesa dal Foro Romano
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzopiazza Santa Francesca Romana, 4 - Roma
Coordinate41°53′28.2″N 12°29′19.9″E / 41.891167°N 12.488861°E41.891167; 12.488861
Religionecattolica di rito romano
TitolareFrancesca Romana
Diocesi Roma
ArchitettoCarlo Lambardi
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneIX-X secolo
Sito webwww.sfromana.it/

Santa Francesca Romana, anche nota come Santa Maria Nova, è una chiesa di Roma. Fondata nel IX secolo e dedicata dal XV secolo all'omonima santa (le cui reliquie sono conservate nella cripta), è situata tra il Foro Romano e il Tempio di Venere e Roma.

In questa chiesa è sepolto papa Gregorio XI.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu costruita verso la metà del IX secolo, su di un preesistente oratorio, voluto da Papa Paolo I. A seguito del restauro del X secolo, ricevette la dedica alla Madonna e il nome di Santa Maria Nova per distinguerla dall'altra chiesa del Foro Romano avente la stessa dedica, Santa Maria Antiqua.

Il luogo dove si trova la chiesa era, secondo la tradizione, quello della morte di Simon Mago. Secondo la leggenda Simon Mago, volendo dimostrare di possedere poteri superiori a quelli di Pietro apostolo e di Paolo di Tarso, avrebbe levitato davanti ai due santi, i quali sarebbero caduti in ginocchio a pregare, causando la caduta e morte di Simone.

Nel XII secolo l'edificio fu sottoposto ad un'importante ristrutturazione, che vide l'erezione del campanile e la decorazione dell'abside. Con la traslazione delle reliquie di santa Francesca Romana nella cripta, nel XV secolo, la chiesa cambiò dedica per assumere quella attuale.

Quando nel 1870 Roma fu conquistata e divenne la capitale del Regno d'Italia, il nuovo Stato unitario espropriò varie proprietà ecclesiastiche, tra cui il monastero olivetano annesso alla chiesa (attualmente, solo una piccola parte dell'antico edificio religioso è abitato dai monaci). In questi spazi, agli inizi del XX secolo, l'archeologo Giacomo Boni ricavò l'Antiquarium Forense per esporvi i reperti provenienti dagli scavi del Foro.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Decorazione della facciata
Vista dell'abside
Soffitto

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Opere d'arte[modifica | modifica wikitesto]

Santa Francesca Romana ospita (nella sacrestia) un'antica icona della Madonna Odigitria ("che indica la Via"): risalente al V secolo, l'opera è stata qui traslata da Santa Maria Antiqua a causa del decadimento di quella chiesa.

L'immagine che si trova sull'altare maggiore è di scuola toscana del XII secolo. Per secoli era stata sovrapposta all'icona originale, e solo nel 1949 un delicato restauro ha riportato alla luce l'immagine proveniente da Santa Maria Antiqua.

Il mosaico absidale e quello dell'arco trionfale sono del IX secolo, epoca di costruzione della basilica.

Tra le altre opere, il Miracolo di san Benedetto, dipinto settecentesco di Pierre Subleyras, che si trova anch'esso nella Sacrestia, e, nella volta della prima cappella a destra, l'affresco - purtroppo rovinato - con i Dottori della Chiesa attribuito al celebre Melozzo da Forlì, pictor papalis[1].

Nella sacrestia è conservata anche la Trinità con il beato Bernardo Tolomei e angeli, dipinta da Giacinto Brandi tra il 1665 e il 1670.[1]

Sepolture[modifica | modifica wikitesto]

Nel transetto destro vi è la tomba di papa Gregorio XI, che riportò il papato a Roma da Avignone. È opera di Pietro Paolo Olivieri (1584). Il monumento è costituito da un pannello centrale che raffigura il ritorno del pontefice da Avignone a Roma il 17 gennaio 1377, affiancato da due colonne.

In questa chiesa venne sepolto il pittore Gentile da Fabriano nel 1427, ma della sua tomba non è rimasta traccia. Negli anni cinquanta del Novecento, tuttavia, è stata collocata sul pavimento della navata una lapide che ricorda la sepoltura del pittore fabrianese all'interno della basilica.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guendalina Serafinelli, Giacinto Brandi (1621-1691), Allemandi, Torino 2015, vol. 2, p. 66.
  2. ^ Fabriano storica. (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roma, Touring Club Italiano, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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