Bartolomeo Biscaino

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Adorazione dei Magi, Musée des Beaux-Arts de Strasbourg

Bartolomeo Biscaino (Genova, 14 aprile 1629Genova, 1657) è stato un pittore italiano.

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Nativo di Genova, secondo alcune fonti nella zona della chiesa di Santa Maria Maddalena, così come attesta la datazione nell'archivio parrocchiale, iniziò la primaria formazione nell'arte pittorica grazie agli insegnamenti del padre Giovanni Andrea Biscaino, quest'ultimo paesaggista e pittore storico. Alla formazione paterna si affiancò quella più professionale della bottega di Valerio Castello negli anni quaranta del XVII secolo forse grazie al diretto contatto con Domenico Fiasella[1].

Una ricerca di Raffaele Soprani - quest'ultimo personaggio seicentesco della nobiltà genovese e conoscitore di molti artisti liguri - afferma nei suoi scritti che Bartolomeo Biscaino era solito esercitarsi con fedeli riproduzioni dei pittori Guido Reni e Giulio Romano nelle rispettive chiese del Gesù e di Santo Stefano a Genova. Inoltre è possibile che Bartolomeo abbia avuto direttamente da Valerio Castello, di ritorno in quegli anni da un viaggio di formazione a Milano e Parma, "influenze pittoriche" con esempi dei pittori Camillo Procaccini, Correggio e del Parmigianino.

Da Castello però Bartolomeo si distaccò in una sua personale interpretazione della pittura, dedicandosi infatti all'incisione anziché all'affresco come fece il Castello - seguendo forse la scia del noto pittore Grechetto - e con altre evidenti differenze grafiche e di stile che porteranno i critici dell'arte a separare nettamente le opere pittoriche del maestro e del suo allievo.

Bartolomeo Biscaino morirà nel capoluogo ligure nel 1657, a soli 28 anni, nella tremenda epidemia di peste che colpì la città e l'intera regione.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Bartolomeo Biscaino, Sansone e Dalila, olio su tela, 1657

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ BISCAINO, Bartolomeo di Giovanna Terminiello Rotondi - Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
  2. ^ Il dipinto, di cui ne esiste una copia presso la chiesa di San Colombano di Vignale (San Colombano Certenoli), è secondo la critica Ezia Gavazza attribuibile invece alla mano pittorica di Stefano Magnasco, anch'esso allievo di Valerio Castello. Giulia Biavati Frabetti attribuisce la paternità del quadro al Biscaino

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafaele Soprani, Le Vite de Pittori, Scoltori et Architetti Genovesi, Giuseppe Bottaro e Gio Battista Tiboldi Compagni, con licenza de superiori, Genova, 1674. Pagine 231-236
  • Raffaello Soprani, Carlo Giuseppe Ratti (a cura di), Vite de Pittori, Scultori ed Architetti Genovesi; In questa seconda Edizione rivedute, accresciute ed arricchite di note da Carlo Giuseppe Ratti Tomo Primo, Stamperia Casamara, dalle Cinque Lampadi, con licenza de superiori, Genova, 1768. Pagine 339-350.
  • Camillo Manzitti, "Per Bartolomeo Biscaino", in "Paragone", n. 253, Marzo 1971
  • Valerio Castello 1624-1659 Genio Moderno, catalogo della mostra a cura di Marzia Cataldi Gallo, Luca Leoncini, Camillo Manzitti, Daniele Sanguineti, Ginevra-Milano, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Barocco genovese

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