Arcidiocesi di Sugdea

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Sugdea
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Sugdaea
Patriarcato di Costantinopoli
Arcivescovo titolaresede vacante
Istituita1933
RegioneCrimea
Arcidiocesi soppressa di Sugdea
Erettacirca VIII secolo
Soppressacirca XIV secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Icona di Santo Stefano di Sudak, martire dell'epoca iconoclasta.

L'arcidiocesi di Sugdea (in latino: Archidioecesis Sugdaea) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sugdea, in greco Σουγδίας, corrispondente alla città di Sudak in Crimea, è un'antica sede arcivescovile della provincia romana della Zechia[1] nel patriarcato di Costantinopoli.

La sede è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato dal IX secolo fino al termine del XIV secolo, inizialmente come arcidiocesi autocefala e poi, nel XIV secolo, come sede metropolitana senza suffraganee. Le Notitiae del XII/XIII secolo testimoniano l'unione di Sugdea con la sede di Fulli con il nome di Sougdouphoulloi.[2]

Il primo vescovo noto di questa antica sede episcopale è santo Stefano, che visse all'epoca iconoclasta in un periodo compreso tra il 680/705 e il 750/775. Nato in Cappadocia, orfano in giovane età, si trasferì per studiare dapprima ad Atene e poi a Costantinopoli, dove entrò in monastero. Alla morte del vescovo di Sugdea, fu scelto dal clero riunito in sinodo a succedergli; questa elezione venne ratificata dal patriarca Germano I (715-730). Durante il regno dell'imperatore Leone III Isaurico (717-741) soffrì la persecuzione degli iconoclasti e la prigionia.[3]

Di santo Stefano esistono tre Vitae. Due di queste, quella armena e quella in antico slavo, menzionano un altro arcivescovo di Sugdea, Filareto, consacrato da Stefano I.[4] La sigillografia ha restituito il nome di Pietro, ἀρχιεπισκόπῳ Σουγδίας, vissuto all'incirca nel X secolo.[5]

Le fonti conciliari e sinodali permettono di conoscere i nomi di diversi prelati di Sugdea. Il primo di questi è Stefano II, che alcuni autori identificano con il santo omonimo, che prese parte al secondo concilio di Nicea nel 787.[6] Arcivescovi di Sougdophoulloi presero parte ai sinodi patriarcali del 1117, 1168 e 1169.[7]

Sono noti arcivescovi bizantini fino al XIV secolo. In questa stessa epoca la città di Sudgea, che i veneziani chiamarono Soldaia, divenne possedimento genovese, e vi fu eretta una diocesi di rito latino, la diocesi di Soldaia.

Dal 1933 Sugdea è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 7 dicembre 1970. Il titolo è stato assegnato in una sola occasione, al gesuita Thomas Roberts, arcivescovo dimissionario di Bombay.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Santo Stefano I † (prima metà dell'VIII secolo)
  • Filareto † (seconda metà dell'VIII secolo)
  • Stefano II † (menzionato nel 787)
  • Pietro † (seconda metà del X secolo)
  • Costantino † (menzionato nel 997)[8]
  • Arsenio † (menzionato nel 1028)[9]
  • Anonimo † (menzionato nel 1086)[10]
  • Teodoro † (menzionato nel 1275/1282)
  • Eusebio † (metà del XIV secolo)

Arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le Quien e Farlati collocano erroneamente questa sede nei pressi del Danubio, suffraganea di Marcianopoli.
  2. ^ Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, indice p. 514, voce Sougdia/Sougdaia; p. 127, nota 2.
  3. ^ Benjamin Moulet, Évêques, pouvoir et société à Byzance (VIIIe-XIe siècle), Paris, 2011, pp. 477-498 (edizione online, paragrafi nnº 8-11).
  4. ^ Philaretos, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online, nº 6138.
  5. ^ Petros, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online, nº 26510.
  6. ^ Jean Darrouzès, Listes épiscopales du concile de Nicée (787), in Revue des études byzantines 33 (1975), p. 20.
  7. ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum…, p. 133.
  8. ^ Konstantinos, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online, nº 23938.
  9. ^ Benjamin Moulet, Évêques, pouvoir et société à Byzance (VIIIe-XIe siècle), Parigi, 2011, pp. 127-172 (edizione online, paragrafo nº 108 e nota 276).
  10. ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 126.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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