Angelo Barzon

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Angelo Barzon
NascitaPadova, 1893
MorteCheren, 16 marzo 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero militare di Cheren
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Granatieri
Anni di servizio1914 - 1941
GradoTenente colonnello in s.p.e.
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
Campagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieBattaglia di Cheren
Comandante diII Battaglione, 11º Reggimento granatieri, 65ª Divisione fanteria "Granatieri di Savoia"
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Angelo Barzon (Padova, 1893Cheren, 16 marzo 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Padova nel 1893, nono figlio di tredici di Modesto e di Emilia Zilio, originari di Vigonovo (Ve).[2] Arruolatosi volontario nel Regio Esercito, fu assegnato al 2º Reggimento bersaglieri con il grado di sottotenente di complemento il 16 aprile 1914, passando poi in servizio presso l'8º Reggimento bersaglieri.[1] Trattenuto in servizio attivo a domanda, a partire dal 24 maggio 1915 combatté nella prima guerra mondiale, riportando nel 1916 una ferita in combattimento, per la quale fu decorato con la prima medaglia d'argento al valor militare.[1] Trasferito in servizio permanente effettivo, fece successivamente parte del Corpo di occupazione dell'Egeo fino al febbraio 1919.[1] Rientrato in patria con il grado di capitano e ritornato in servizio al reggimento, nel 1928 conseguì la laurea in scienze politiche e sociali all'Istituto Superiore di Firenze.[1] Nel 1935 fu trasferito al reggimento carri armati e il 9 agosto dello stesso anno si imbarcò a Napoli per l'Africa Orientale Italiana.[1] Partecipò alla guerra d'Etiopia come comandante del 15º squadrone del V Gruppo squadroni carri veloci "Baldissera", venendo decorato con la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, con la seconda medaglia d'argento al valor militare e con la promozione a maggiore per merito di guerra.[1] Promosso tenente colonnello il 1º gennaio 1940, nel giugno successivo assunse il comando del II Battaglione dell'11º Reggimento granatieri della 65ª Divisione fanteria "Granatieri di Savoia".[1] Cadde in combattimento il 16 marzo 1941 nel corso della battaglia di Cheren e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso, distinto ufficiale, decorato di medaglia d’argento sul campo nella grande guerra e ferito. Durante la campagna di Africa Orientale, quale comandante di squadroni carri veloci, partecipò a tutte le operazioni di guerra, con entusiasmo, grande slancio, abnegazione, coraggio, contribuendo largamente, mediante la sua eminente azione di comando, anche con unità superiori a quelle devolute al suo grado, alla buona riuscita delle operazioni e alla realizzazione delle aspirazioni nazionali. Africa Orientale, 3 ottobre 1935-5 maggio 1936
— Regio Decreto 18 febbraio 1937.[3]
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione sosteneva vittoriosamente e per più giorni consecutivi il peso di una dura offensiva sferrata dal nemico preponderante, respingendolo con gravi perdite sulle posizioni di partenza. Durante il corso di una seconda e più potente offensiva con la quale l’avversario a malgrado la strenua difesa dei reparti era riuscito a porre piede nell’interno delle nostre posizioni, visti ripiegare i reparti coloniali, sopraffatti da concentramenti dell’artiglieria nemica, ed il crearsi di una situazione delicata per l’intero sistema difensivo, postosi alla testa di un gruppo di granatieri e coloniali si lanciava verso il nemico a colpi di bombe a mano. Cadeva colpito da pallottola in fronte, consacrando con la sua morte tutta una vita di esemplare dedizione alla Patria. A.O., 2 febbraio -16 marzo 1941 .[4]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 31 dicembre 1947.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa del proprio plotone, sotto l'incessante fuoco di fucileria e mitragliatrici, si slanciava, pel primo, all'assalto della posizione nemica; ferito, non cessava di rincorare i propri dipendenti, restando sulla posizione raggiunta per tutta la giornata. Croda dell'Ancona, 15 giugno 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di reparto carri veloci, dopo aver messo in fuga nuclei nemici annidati nella fitta boscaglia, infliggendo loro gravi perdite, attaccava con audacia e perizia una posizione avversaria, saldamente fortificata, tentando ripetutamente di aprire una breccia nel muro di cinta, malgrado la violenta reazione dei difensori. Costretto ad abbandonare il suo carro precipitato in un fiume, avuto un sottufficiale e un soldato uccisi e un ufficiale ferito, traeva in salvo quest'ultimo sotto il fuoco avversario. Unitosi in seguito a una compagnia di eritrei, con audacia e ardimento tentava di isolare e soccorrere due carri rimasti bloccati, riuscendo nell'intento a tarda sera. Addis Abeba, 29 luglio 1936
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 29 aprile 1937[5]
Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 29 novembre 1936[6]
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Comandante di squadrone carri veloci, dopo aver partecipato durante l'intero svolgimento della campagna e a più fatti d'arme, distinguendosi per valore, slancio e coraggio, nella zioni repressive della ribellione scioana coordinando e dirigendo personalmente con singolare perizia l'azione dei suoi carri, dava efficace contributo affrontando e battendo più volte forti nuclei ribelli, confermando così le sue belle doti di comandante intelligente, appassionato e sprezzante del pericolo. Già decorato e ferito nella grande guerra europea. Addis Abeba, 5 maggio-30 novembre 1936
— Regio Decreto 4 giugno 1938.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 600.
  3. ^ Ordine militare d'Italia Barzon, Angelo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Barzon, Angelo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.
  5. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.221 del 22 settembre 1937, pag.34.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.86 del 14 aprile 1937, pag.1365.
  7. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 7 giugno 1938, registro 17, foglio 152.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 600.
  • Alberto Rovighi, Le operazioni in Africa Orientale giugno 1940-novembre 1941. Vol.1 Narrazione, Roma, Edizioni Ufficio Storico SME, 1995.
  • Alberto Rovighi, Le operazioni in Africa Orientale giugno 1940-novembre 1941. Vol.2 Documenti, Roma, Edizioni Ufficio Storico SME, 1995.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Barzon, Angelo, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.