Alfonsine

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Template:Comune Alfonsine (A gl'Infulsen in romagnolo) è un comune di 12.271 abitanti della provincia di Ravenna.

Stemma

Lo stemma risale al 1814 quando Alfonsine ottenne il diritto di diventare un comune autonomo, esso poiché il territorio era in parte sotto la legislazione ravennate e in parte sotto quella dei Calcagnini, pose nel suo stemma il leone dei Calcagnini, e il pino parte dello stemma di Ravenna.

Geografia

Si trova nel Nord della Romagna all'incrocio tra il torrente Senio e la Strada Statale 16 Adriatica, in uno spazio fertile in cui l'agricoltura è molto presente, soprattutto la viticoltura. Possiede alcune industrie importanti come Marini-Fayat, Sica, Contarini e Fruttagel; quest'ultima ha una delle celle frigorifere più grandi d'Europa e produce praticamente tutti i succhi in brick d'Italia (grande è la sua rivalità con Faenza, che prova ad emularne i sublimi confezionamenti). Nel territorio ci sono giacimenti considerevoli di gas metano.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Alfonsine.

Storia

Coesistono due principali ipotesi sulle origini del nome di Alfonsine: la prima, basata su documenti risalenti ai primi anni del 1500, e più accreditata, si rifà ad Alfonso Calcagnini, che iniziò la bonifica di queste terre, che furono perciò chiamate "le Alfonsine" (terre di Alfonso): in dialetto romagnolo "a gl'Infulsen"; la seconda si deve ad Antonio Polloni nella sua Toponomastica Romagnola (1966), in cui ipotizza che il toponimo le Alfonsine derivi da "fossa-æ", "canale, fossato scavato dall'uomo", e che solo in un secondo tempo - e per pura coincidenza - sarebbe stato influenzato dal nome di Alfonso Calcagnini.

La fondazione dell'abitato di Alfonsine ebbe luogo nel lontano 1464, quando il territorio, costituito da valli e terre palustri, veniva donato da Borso d'Este a Teofilo Calcagnini che iniziò un'ingente opera di bonifica. Il nucleo originario del paese si sviluppa intorno alla chiesa di Nostra Signora, eretta nel 1502, dal feudatario che governava nel periodo su quelle terre Alfonso Calcagnini, figlio di Teofilo.

Il luogo, da sempre zona di confine tra il dominio ravennate e quello estense, fu oggetto di secolari e a volte drammatiche lotte per il controllo. La questione si sopì con l'intervento di papa Leone X, il quale, nel 1519, investì ufficialmente i Calcagnini dei loro possedimenti, legittimando in tal modo la donazione estense, ma estendendola alle terre appartenenti ai canonici lateranensi di S.Maria in Porto e dei nobili Rasponi. Il nuovo feudo assunse il nome di "territorio leonino". I Calcagnini si trovavano così ad essere feudatari sia della chiesa che degli Este. Il privilegio venne riconfermato da Clemente VIII alla fine del secolo.

Nonostante la crescita economica e demografica registrata nel corso del XVIII secolo, gli abitanti della comunità rurale a quell'epoca non godevano ancora di nessuna libertà. La zona fungeva solamente da area di sfruttamento ed arricchimento per la classe dei feudatari, mentre la popolazione costretta a pagare la tassa dovuta al signore continuava a vivere in un forte disagio sociale.

Il periodo napoleonico segnò l'affrancamento dei Calcagnini e nel 1814 Alfonsine divenne Comune.

Le dure condizioni di vita portarono fino alle porte del '900, alla costituzione da un lato di bande di malfattori, e dall'altro di associazioni di natura assistenziale e politica impegnate nella lotta per la conquista dei diritti per le classi meno abbienti.

Il paese poi viene messo di nuovo a dura prova dallo scoppio dei disordini della settimana rossa, che ad Alfonsine si manifestò molto violentemente e dai due conflitti mondiali che ne seguirono

Durante la seconda guerra mondiale, e precisamente tra il dicembre 1944 e il 10 aprile 1945, Alfonsine è stata teatro di cruenti scontri tra tedeschi, alleati e partigiani che combatterono sul fronte situato sul fiume Senio. All'indomani della liberazione, il panorama sconfortante era rappresentato dalla distruzione del 70% delle abitazioni e dalla scomparsa del vecchio centro storico, che venne dapprima pesantemente bombardato dagli alleati, e in seguito minato dei tedeschi prima della loro ritirata verso nord. Tuttora è presente nella cittadina un importante museo che commemora la battaglia, il Museo della Battaglia del Senio; tra i cimeli vi è un originale ponte Bailey utilizzato dagli alleati durante il conflitto ed esempi di artiglieria ed equipaggiamenti.

Il Comune di Alfonsine è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Cultura

La ricorrenza principale delle Alfonsine è il 10 aprile, giorno in cui si celebra la liberazione dall'occupazione tedesca. L'ultima settimana di maggio, dal giovedì alla domenica,viene inoltre organizzata la Sagra delle Alfonsine, che annovera una discreta fiera-mercato e molteplici stand gastronomici in cui assaporare i prodotti della cucina romagnola, della cucina umbra (in virtù del gemellaggio con la cittadina di Spello) e piatti tipici del Marocco (Alfonsine è una città multiculturale). Oltre alle iniziative sopra indicate, esiste una realtà associativa denominata Circolo Filatelico "Vincenzo Monti" (Numismatica, Cartofilia e Ricerche Storiche) che ha prodotto libri, medaglie e cartoline che raccontano la storia di Alfonsine.

Itinerario storico culturale

A causa delle devastazioni subite durante la seconda guerra mondiale, sono pochi gli edifici storici sopravvissuti. Tra quelli più significativi si ricorda l'Oratorio di S.Vincenzo Ferrari, risalente alla metà del XVIII secolo.Al suo interno è tutt'ora custodita una tela della Madonna attribuita alla scuola dei Longhi. Di recente costruzione invece sono il Santuario della Madonna del Bosco, ricostruito sul precedente edificio settecentesco. Conserva un'interessante raccolta di ex-voto del XVIII e XIX secolo.In Piazza Monti alla vecchia parrocchia si è sostituita la Chiesa del Sacro Cuore, mentre l'attuale parrocchiale dedicata a Santa Maria, è stata innalzata, in tempi recenti in Corso della Repubblica.

In Piazza della Resistenza si trova il Museo della battaglia del Senio, istituzione moderna sorta nel 1981 su iniziativa del comune di Alfonsine, della provincia di Ravenna, della regione Emilia-Romagna e con il contributo dell'Ufficio Storico e dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano. Obiettivo del percorso espositivo è la ricostruzione dei tragici eventi che segnarono le ultime fasi del secondo conflitto bellico, intrecciando la storia dei fatti d'arme a quella dei paesi e delle popolazioni locali che subirono drammaticamente quel periodo. Dal 1997 vi ha sede anche l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Ravenna, dotato di un archivio e di una biblioteca.

In via Passetto si trova la casa natale di Vincenzo Monti, si tratta di una costruzione rurale del settecento. È una sorta di piccolo museo in cui si possono ammirare, oltre alle opere del poeta, anche cimeli della sua famiglia, nonché testimonianze della vita contadina dell'epoca. È inoltre sede del Comitato Montiano ente promotore degli studi su Vincenzo Monti, del Centro Visita della Riserva Naturale di Alfonsine e del Centro di Informazione e Documentazione sull'Educazione Ambientale.

Itinerario naturalistico

A metà strada tra le valli di Argenta e quelle di Comacchio, inserito all'interno del vasto parco regionale del Po, si trova la Riserva naturale speciale di Alfonsine, un'area protetta di pochi ettari di proprietà comunale. Si tratta di tre oasi distribuite: una estesa fra il Reno e una chiusa ottocentesca, caratterizzata da boschi igrofili a salice bianco, nonché pioppi, olmi e altri arbusti; un'altra più a est, nota come Stagno della fornace Violani, habitat naturale della rara testuggine palustre; una terza infine costituita dal cosiddetto boschetto dei tre canali.

Personalità legate ad Alfonsine

Amministrazione comunale

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Gemellaggi

Bibliografia

  • Marco Serena, Il museo mai visto. Le Collezioni uniformologiche del Museo della Battaglia del Senio, Faenza, Edit Faenza, 2007, ISBN 88-815-2156-3.
  • Giovanni Ballardini, Il Borghetto... e altre storie, Imola, Corso Bacchilega, 2008, ISBN 978-88-88775-69-2.

Collegamenti esterni

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  1. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.