Acciaio (sommergibile)
Acciaio | |
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Il sommergibile Acciaio | |
Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Platino |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | OTO, Muggiano |
Impostazione | 21 novembre 1940 |
Varo | 22 giugno 1941 |
Entrata in servizio | 30 ottobre 1941 |
Destino finale | affondato dal sommergibile HMS Unruly il 13 luglio 1943 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 865 t |
Dislocamento in emersione | 712 t |
Lunghezza | fuori tutto 60,18 m |
Larghezza | 6,475 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel Tosi da 1500 CV totali 2 motori elettrici Ansaldo da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 7,5 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2300 mn a 14 nodi o 5000 mn a 8,5 nodi in immersione: 7 mn alla velocità di 7 nodi o 80 mn a 3 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 40 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento | [1]
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dati presi da [1] | |
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L’Acciaio è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
Dopo l'entrata in servizio prese base ad Augusta; lo comandava il tenente di vascello Ottorino Beltrami[2].
Svolse la sua prima missione offensiva, in acque cirenaiche, a partire dal 23 marzo 1942; fece ritorno senza aver avvistato alcuna unità nemica[2].
Verso metà giugno fu inviato, insieme ad altri tre sommergibili, a formare uno sbarramento tra Capo Ferrat e Capo Bougaroni (costa algerina), in opposizione all'operazione britannica «Harpoon», nell'ambito della Battaglia di mezzo giugno: non riportò comunque avvistamenti[3].
A inizio novembre salpò da Augusta e raggiunse la propria zona d'agguato al largo di Algeri[2][4]. Alle 6.17 del 10 novembre, mentre si trovava emerso, individuò una nave identificata come incrociatore classe Leander; si avvicinò sino a circa 1300 metri e gli lanciò quattro siluri divisi in due coppiole[2][4]. Due delle armi transitarono a prua dell'incrociatore, una a poppa e l'ultima transitò sotto la zona poppiera dello scafo senza esplodere, anche se da bordo dell’Acciaio fu avvertita una detonazione[4]. Il sommergibile eluse poi la forte reazione della scorta[4].
Il 7 febbraio 1943, di sera, avvistò al largo di Capo Bougaroni una nave identificata come cacciatorpediniere inglese classe J, contro cui lanciò due siluri prima di immergersi in profondità[2][5]. Le due armi colpirono il bersaglio che tuttavia non era un cacciatorpediniere, bensì un ben più piccolo peschereccio antisommergibili, il Tervani, da 409 tonnellate[2][5]. La nave, al momento dell'attacco, stava rimorchiando la nave cisterna francese Moy Mazrout scortata da altri due pescherecci antisommergibile, l’Achroite e l’Arnold Bennett; dopo essere stata colpita (ore 23.27) affondò in pochissimo tempo (in posizione 37°22' N e 6°14' E), con due soli superstiti[6].
Altre fonti riportano però una versione diversa: l’Acciaio, alle 23.30, avrebbe lanciato i suoi due siluri – in posizione 37°28' N e 6°20' E – contro un'altra nave, il posamine veloce HMS Abdiel, che avrebbe evitato le armi, mentre il vero affondatore del Tervani sarebbe stato un'unità gemella dell’Acciaio, il capoclasse Platino[6].
Il 10 luglio 1943 l’Acciaio (di cui era comandante, al momento, il tenente di vascello Vittorio Pescatore) lasciò La Maddalena diretto in un'area a settentrione della Sicilia, ma da quel momento scomparve[2].
Si venne poi a sapere che alle 20.22 del 13 luglio il sommergibile britannico Unruly aveva avvistato l’Acciaio in navigazione a settentrione dello stretto di Messina[2][6][7]. Alle 20.49 il sommergibile inglese aveva lanciato quattro siluri da 2700 metri: tre erano andati a finire contro la riva, ma uno aveva colpito l’Acciaio, che era affondato con tutto l'equipaggio nel punto 38°35' N e 15°49' E[2][6].
Scomparvero con il sommergibile il comandante Pescatore, 4 ufficiali e 41 fra sottufficiali e marinai[8].
In tutto l’Acciaio aveva svolto 24 missioni di guerra, percorrendo complessivamente 13.848 miglia in superficie e 1650 in immersione[9].
Ottorino Beltrami ha narrato alcune avventure avute sull'Acciaio in un documentario dal titolo Sopra e sotto i mari. Nel documentario ci sono molte fotografie dell'Acciaio scattate dal marinaio Mario Carletti imbarcato con Beltrami. Sia Beltrami che Carletti si salvarono dall'affondamento perché entrambi rimasti a terra per motivi di salute.
Note
- ^ Da Navypedia.
- ^ a b c d e f g h i Regio Sommergibile Acciaio
- ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 326
- ^ a b c d Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 342
- ^ a b Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 358
- ^ a b c d Allied Warships of WWII - Submarine HMS Unruly - uboat.net
- ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 363
- ^ Caduti
- ^ Attività Operativa