911 Is a Joke

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911 Is a Joke
singolo discografico
Screenshot tratto dal videoclip
ArtistaPublic Enemy
Pubblicazioneaprile 1990
Durata3:17
Album di provenienzaFear of a Black Planet
GenerePolitical hip hop
Golden age hip hop
EtichettaDef Jam
ProduttoreThe Bomb Squad
Public Enemy - cronologia
Singolo precedente
(1990)

911 Is a Joke è un brano musicale del gruppo rap Public Enemy, incluso nell'album Fear of a Black Planet e pubblicato come singolo nell'aprile 1990[1].

Il brano[modifica | modifica wikitesto]

La canzone fu scritta da Flavor Flav e prodotta da Keith Shocklee ed Eric "Vietnam" Sadler[2]; ed è interpretata sul disco dal solo Flav. Negli Stati Uniti il singolo raggiunse la posizione numero 15 nella classifica Hot R&B/Hip-Hop Singles & Tracks, e la numero 1 nella Hot Rap Singles, diventando il secondo numero 1 della band nella classifica rap dopo Fight the Power.[3] Le vendite del singolo, insolitamente alte rispetto alla rotazione radiofonica limitata della quale il brano aveva goduto; fecero riportare a Billboard come solamente una delle stazioni della sua lista delle Top 40 stazioni radiofoniche statunitensi, stesse trasmettendo il singolo regolarmente nella sua programmazione.[4]

Il testo della traccia è una denuncia dell'inefficienza del numero di pronto intervento americano (quando a chiamarlo è un nero bisognoso d'aiuto), facendo riferimento specificamente alla scarsa risposta da parte dei paramedici e non della polizia, come erroneamente si pensa riguardo alla canzone;[5] poiché il "911" menzionato nel titolo è il 9-1-1, numero telefonico del pronto soccorso in Nord America.[6]

Campionamenti[modifica | modifica wikitesto]

Tra i campionamenti presenti in 911 Is a Joke ci sono la risata diabolica di Vincent Price in Thriller di Michael Jackson, Flash Light dei Parliament, Misunderstood di Mico Wave, Think (About It) di Lyn Collins, Gottago Gottago! di Robin Harris, Devil With the Bust dei Sound Experience, Feel Like Dancing di Wilbur "Bad" Bascomb, e Hit by a Car e Singers di Eddie Murphy. Secondo i professori di legge Peter DiCola e Kembrew McLeod, se i campioni usati in 911 Is a Joke e nelle altre tracce di Fear of a Black Planet fossero stati autorizzati per il copyright secondo le tariffe del 2010, ogni copia dell'album avrebbe generato una perdita di cinque dollari per ogni album venduto, invece di un profitto.[7]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1990) Posizione
Australia (ARIA)[8] 64
Paesi Bassi (Single Top 100)[9] 71
Nuova Zelanda (The Official NZ Music Charts)[10] 22
Svizzera (Swiss Hitparade)[11] 25
UK Singles Chart[12] 41
U.S. Billboard Bubbling Under Hot 100 1
U.S. Billboard Hot Rap Singles 1
U.S. Billboard Hot R&B/Hip-Hop Songs 15
U.S. Billboard Hot Dance Music/Maxi-Singles Sales 26

Cover e riferimenti in altri media[modifica | modifica wikitesto]

  • I Faith No More riproposero un frammento della canzone durante alcuni concerti nel 1990.[13]
  • Nell'ottobre 1994 la canzone fu messa in evidenza nella scena di apertura di Tasha, una delle prime puntate della serie televisiva poliziesca New York Undercover.[14]
  • Nel 1995 i Duran Duran reinterpretarono 911 Is a Joke nel loro album di cover Thank You.[15]
  • Nel 2009 il The Washington Post pubblicò un articolo sulla visita dei Public Enemy a un centro per senzatetto e giovani scappati di casa.[16] Nell'articolo veniva menzionata la canzone 911 Is a Joke, ma a causa di un refuso di stampa,[17] il numero "911" fu scritto "9/11", che alcuni lettori[18] interpretarono come un riferimento irrispettoso agli attentati dell'11 settembre 2001. Una settimana dopo, il Post stampò la rettifica dell'errore.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Martin Charles Strong, The Great Rock Discography, 7th, Canongate U.S., 21 ottobre 2004, p. 1226, ISBN 1-84195-615-5.
  2. ^ Stephen Thomas Erlewine, Fear of a Black Planet - Public Enemy, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 28 febbraio 2011.
  3. ^ Public Enemy chart information, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato l'8 settembre 2010.
  4. ^ Michael Ellis, Hot 100 Singles Spotlight (PDF), in Billboard, vol. 102, n. 23, BPI Communications, Inc., 9 giugno 1990, p. 85, ISSN 0006-2510 (WC · ACNP). URL consultato il 27 aprile 2015.
  5. ^ Peter Watrous, RECORDINGS; Public Enemy Makes Waves - and Compelling Music, in The New York Times, 22 aprile 1990. URL consultato l'8 settembre 2010.
  6. ^ a b A note of hope from voices of experience: Correction, in The Washington Post, 3 dicembre 2009. URL consultato l'8 settembre 2010.
  7. ^ Kembrew McLeod, How to Make a Documentary About Sampling--Legally, in The Atlantic online, 31 marzo 2010. URL consultato l'8 settembre 2010.
  8. ^ The ARIA Australian Top 100 Singles Chart – Week Ending 05 Aug 1990 (61–100) (from The ARIA Report Issue No. 30) (PNG), su i.imgur.com, Imgur.com. URL consultato il 21 maggio 2016.
  9. ^ (NL) dutchcharts.nl > Public Enemy – 911 Is a Joke, su dutchcharts.nl, Hung Medien. URL consultato il 21 maggio 2016.
  10. ^ charts.nz > Public Enemy – 911 Is a Joke (song), su charts.nz, Hung Medien. URL consultato il 21 maggio 2016.
  11. ^ (DE) hitparade > Public Enemy – 911 Is a Joke, su hitparade.ch, Hung Medien. URL consultato il 21 maggio 2016.
  12. ^ Official Charts > Public Enemy, su officialcharts.com, The Official UK Charts Company. URL consultato il 22 maggio 2016.
  13. ^ ARTISTS OF THE YEAR | December 1990 | Spin Magazine, su faithnomorefollowers.com. URL consultato il 20 gennaio 2017.
  14. ^ Reggie Rock Bythewood (sceneggiatore); Jace Alexander (regista), New York Undercover: episodio 1x7, Tasha, Fox, 27 ottobre 1994.
  15. ^ Duran Duran song information, in allmusic. URL consultato l'8 settembre 2010.
  16. ^ Akeya Dickson, A note of hope from voices of experience: Public Enemy reaches out to homeless youth in D.C., in The Washington Post, 26 novembre 2009. URL consultato l'8 settembre 2010.
  17. ^ Andrew Alexander, Correction goes viral, blame is misplaced, in The Washington Post, 11 dicembre 2009. URL consultato l'8 settembre 2010.
  18. ^ Craig Silverman, Don't Need to Wait, Get the Record Straight, in Columbia Journalism Review, 11 dicembre 2009. URL consultato l'8 settembre 2010 (archiviato il 18 ottobre 2010).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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