Ḫidar

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Ḫidar (... – ...; fl. XXIV secolo a.C.) è stato un re (Lugal), probabilmente l'undicesimo e penultimo, della seconda dinastia della città di Mari, importante snodo commerciale fra la Mesopotamia e l'Asia minore.[1]

Ḫidar (regnò intorno al 2300 a.C.), il suo nome compare in molti documenti eblaiti con la moglie Baba, uno dei suoi figli Ašiḫu ed il fratello NENE[2].
Durante il suo regno Mari subì la più grave sconfitta militare della seconda dinastia e perse la supremazia sulla media valle dell'Eufrate[2]. Già da tempo Ebla, sotto il regno di Išar-damu ed il governo dei gran visir Ibrium e poi Ibbi-zikir, stava preparando il suo riscatto, rafforzando le alleanze con i regni limitrofi, in particolare Nagar e Kiš, interessati a liberarsi dal giogo mariota[2].
Gli emissari marioti tentarono di reagire contattando le città secondarie per allontanarle dalla coalizione con Ebla, in particolare Haddu[2]. Il messaggero mariota Šuwama-wabar, circa nel 2005 a.C., tentò di convincere gli emissari del re della città di Haddu, che era riluttante ad allontanarsi dalla coalizione, cercando di convincerli che Ebla non era un alleato affidabile[3]. Il re di Haddu in un primo tempo sembrò accettare ma poi inviò un contingente di truppe a rinforzo dell'esercito Ebalita[2].
Nel 2004 a.C. l'esercito della coalizione eblaita cominciò le operazioni militari, nella sua marcia verso sud ricevette rinforzi da Kiš, sotto il comando del fratello del re di quella città, Nirišum e, come già scritto, da Haddu[2]. Fu conquistata la città di Tuttul, alla confluenza del fiume Balikh con l'Eufrate, e qui fu raggiunto da due principi eblaiti Igsub-damu e Ze-damu. Poi fu conquistata Terqa e la battaglia decidiva fu combattuta vicino a quella città, a soli 55 Km da Mari, e si concluse con la vittoria dell'esercito eblaita[2]. I generali eblaiti però non ritennero sicuro avanzare ulteriormente per cingere d'assedio Mari ed accettarono la resa proposta dal fratello del re Ḫidar, NENE, a Terqa[2].
Le trattative per le condizioni di pace definitive si svolsero ad Ebla[2]. La situazione di Mari era veramente grave ed alle trattative, fatto assolutamente straordinario, partecipò, a fianco di uno dei suoi figli, Ašiḫu, la stessa regina Baba[2].
Tutto sembrava perduto, Ebla era a capo di una coalizione con i regni di Nagar e di Kiš che dominava tutto il medio Eufrate e gran parte del sud mesopotamico, ma quattro anni dopo, circa nel 2000 a.C. Ebla fu conquistata e saccheggiata, probabilmente, in base alle ultime conclusioni degli studiosi, dallo stesso Ḫidar[2]. La lunga guerra aveva però lasciato distrutti o fortemente indeboliti i regni in essa coinvolti, si era creato un vuoto di potere che, dopo un tentativo del re Lugalzagesi di Umma, fu colmato da Sargon di Akkad, che riuscì a creare un impero che collegava le quattro parti del mondo[4].
Pochi anni dopo la distruzione di Ebla ad Ḫidar succedette Isqi-Mari, che sarà l'ultimo re della seconda dinastia mariota.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hamblin.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Archi2.
  3. ^ Archi2,  pg.16: Perchè consideri Ebla un alleato? Ebla è come una donna, non è affidabile!.
  4. ^ Archi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Alfonso Archi e Maria Giovanna Biga, In Search of Armi, in Journal of Cuneiform Studies, vol. 63, The American Schools of Oriental Research, 2011, pp. 5-34.
  • (EN) Alfonso Archi e Maria Giovanna Biga, A Victory over Mari and the Fall of Ebla, in Journal of Cuneiform Studies, vol. 55, The American Schools of Oriental Research, 2003, pp. 1-44, DOI:10.2307/3515951.
  • (EN) Yoram Cohen, Wisdom from the Late Bronze Age, a cura di Andrew R.George, collana Writings from the Ancient World, vol. 34, Society of Biblical Literature. Atlanta, 2013, ISBN 978-1-58983-754-6.
  • (EN) Pelio Fronzaroli, Semitic and Assyriological studies : presented to Pelio Fronzaroli by pupils and colleagues, Wiesbaden, Harrassowitz, 2003, p. 556, ISBN 978-3-447-04749-4.
  • (EN) William J. Hamblin, Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC, Routledge, 2006, ISBN 978-1-134-52062-6.
  • (EN) Wolfgang Heimpel, Letters to the King of Mari: A New Translation, with Historical Introduction, Notes, and Commentary, collana Mesopotamian civilizations, vol. 12, Eisenbrauns, 2003, ISBN 978-1-57506-080-4.
  • (EN) Cyrus Herzl Gordon, Gary Rendsburg e Nathan H. Winter, Eblaitica, vol. 3, Eisenbrauns, 1992, p. 29.
  • William J. Hamblin, Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC, 2006, p. 242.
  • (EN) Samuel Noah Kramer, The Sumerians: Their History, Culture, and Character, University of Chicago Press, 2010 [1963], ISBN 978-0-226-45232-6.
  • Mario Liverani, Antico Oriente. Storia, società, economia, Bari, Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-9588-0.
  • (EN) Jean-Claude Margueron, Mari and the Syro-Mesopotamian World, in Joan Aruz e Ronald Wallenfels (a cura di), Art of the First Cities: The Third Millennium B.C. from the Mediterranean to the Indus, Metropolitan Museum of Art, 2003, ISBN 978-1-58839-043-1.
  • Nicolò Marchetti e Giovanni Marchesi, La statuaria regale nella Mesopotamia protodinastica, in Memorie, IX, XXI, Roma, Baldi, 2006.
  • (EN) Victor Harold Matthews e Don C. Benjamin, Old Testament Parallels: Laws and Stories from the Ancient Near East, 2006, p. 261, ISBN 978-0-8091-4435-8.
  • (EN) Martha A. Morrison e David I. Owen, General Studies and Excavations at Nuzi, vol. 9, 1987, p. 13, ISBN 978-0-931464-08-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sovrano di Sumer Successore
Ikun-išar c.2304 a.C. - c.2295 a.C. Isqi-Mari