Coordinate: 44°46′00″N 7°47′00″E

Sommariva del Bosco: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 111: Riga 111:


=== Sentiero di Fiaba ===
=== Sentiero di Fiaba ===
Un modo interessante per esplorare il centro storico di Sommariva è quello di percorrere i tre itinerari che compongono il ''[[Sentiero di Fiaba]]'', un progetto di riqualificazione urbana nato nel 2006 grazie al sostegno degli enti locali<ref>http://www.targatocn.it/2013/07/26/sommario/cuneo-e-valli/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/per-una-sommariva-del-bosco-piu-moderna-ed-attrattiva-da-fiaba.html</ref>.
* Il più lungo dei tre itinerari è il ''Percorso di visita monumentale del Paese di Fiaba'', un anello che si snoda nel centro storico toccando i punti più caratteristici dell'abitato; lungo il percorso studenti e artisti del luogo hanno installato raffigurazioni della fiaba de [[La bella addormentata (fiaba)|La Bella Addormentata nel Bosco]] di [[Charles Perrault]].
* Un secondo itineraio chiamato ''La foresta incantata delle fiabe in Tweet'' consiste invece in una composizione di [[arredo urbano|arredi urbani]] che nel loro complesso formano un insieme monumentale. Inaugurato nel dicembre 2013 lungo la via pedole Monte Grappa, collega tra loro fantasiosi salottini a cielo aperto adatti alla lettura e ispirati alle fiabe italiane riscritte sotto forma di [[Tweet]].
* Il terzo percorso, detto il ''Sentiero di Fiaba per i più piccini'', è infine un breve itinerario dedicato ai visitatori più piccoli e riproduce - ad altezza di bambino - alcune delle installazioni originali del primo percorso.
{{Vedi anche|Sentiero di Fiaba}}
{{Vedi anche|Sentiero di Fiaba}}



Versione delle 22:35, 2 dic 2014

Sommariva del Bosco
comune
Sommariva del Bosco – Stemma
Sommariva del Bosco – Veduta
Sommariva del Bosco – Veduta
La "somma riva" delle colline del Roero, il Castello e la Chiesa parrocchiale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoMatteo Pessione (lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate44°46′00″N 7°47′00″E
Altitudine298 m s.l.m.
Superficie35,42 km²
Abitanti6 426[1] (31-12-2010)
Densità181,42 ab./km²
FrazioniAgostinassi, Gabrielassi, Grangia, Maniga, Paolorio, Pessine, Ricchiardo, Tavelle
Comuni confinantiBaldissero d'Alba, Caramagna Piemonte, Carmagnola (TO), Cavallermaggiore, Ceresole Alba, Racconigi, Sanfrè, Sommariva Perno
Altre informazioni
Cod. postale12048
Prefisso0172
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004222
Cod. catastaleI822
TargaCN
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)[2]
Nome abitantisommarivesi
PatronoBeata Vergine
Giorno festivo6 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sommariva del Bosco
Sommariva del Bosco
Sito istituzionale

Sommariva del Bosco (Somariva dël Bòsch in piemontese) è un comune italiano di 6.426 abitanti della provincia di Cuneo, in Piemonte, definito "Porta del Roero" e "Paese di Fiaba"[definito da chi, dove. come e quando? occorrono fonti].

Geografia

Sommariva del Bosco è considerata la porta del Roero: il territorio collinare del Roero trova infatti qui il suo sbocco naturale.

Il Castello e la Chiesa parrocchiale si distinguono già a notevole distanza dal paese, insieme ai campanili delle sue 11 chiese. L'alta densità di edifici religiosi nel concentrico urbano è in parte dovuto al fatto che un tempo, in modo particolare nel XVII secolo, vi fu una sorta di competizione tra le varie confraternite e tra i borghigiani degli antichi quattro cantoni in cui è suddiviso il centro storico, con l'intento di edificare la chiesa più grande e col campanile più alto.

Il territorio comunale è caratterizzato da una parte collocata in pianura e da un'altra situata in collina; tra le due zone, nonostante la breve distanza, sono notevoli le differenze ambientali.

Storia

Sommariva del Bosco compare per la prima volta nei documenti nel 1059. È stato conteso più volte tra i Savoia e i Roero. Nel 1733 viene ceduto ai marchesi Seyssel d'Aix, che ancora oggi ne conservano il castello.

Architetture

La villa rustica romana

I recenti lavori per la costruzione della variante ovest della SP661 hanno portato alla luce i resti di una villa rustica romana, abitazione rurale che sorgeva a occidente dell'attuale abitato. Il ritrovamento testimonia la colonizzazione dell'area fin dall'età romana e presuppone la presenza di una rete commerciale e viaria in precedenza sconosciuta agli storici locali, che presumibilmente dovevano collegare Pollentia (Pollenzo) ad Augusta Taurinorum (Torino).[1]

Castello dei Seyssel d'Aix

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello dei Seyssel d'Aix.
Le torri duecentesche del castello sovrastano la parte alta del centro storico.

L’imponente fortificazione del castello dei Seyssel d'Aix sovrasta l’abitato. Il complesso è per metà costituito dall’edificio originario, che risale forse a prima del Mille ed era senz’altro già edificato nel 1098: questa caratteristica ne fa uno degli edifici più antichi e meglio conservati di tutto il Roero.

Palazzo municipale

Il municipio

L'edificio comunale, struttura in origine di pertinenza del castello, è costituito da due parti edificate in epoche diverse. L'ala più antica, sul lato che volge a mezzogiorno (salita Boglione), è di epoca seicentesca, mentre l'ala ottocentesca ospita la sala consiliare. All’interno è custodito lo stendardo della città, risalente al XV secolo, testimone dei giuramenti che alle porte del castello i borghigiani recitavano promettendo fedeltà a un signore dopo l'altro.

Vecchie mura

L'imponente bastione lungo via Boglione, salendo verso la Parrocchia, il cui campanile svetta a destra.

Sono ciò che rimane delle imponenti fortificazioni medioevali: sono visibili in alcuni punti dell'abitato, ai piedi dell'attuale parco del castello. Si possono ammirare ad esempio nel cortile dell’attuale Palazzo Municipale addossate alla collina che sorregge lo stesso e anticamente a difesa del “borgus vetus” di Sommariva, dove oggi si stagliano gli alberi del parco del castello. Risalendo l’acciottolata salita Soffietti, sul lato destro della prima curva a gomito, sono visibili altri resti.

Edifici religiosi

Il centro storico di Sommariva del Bosco è noto per le sue undici chiese, monumenti essenziali del patrimonio architettonico dell'abitato.

Chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo

Chiesa di Sant'Orsola

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Orsola (Sommariva del Bosco).

Santuario della Beata Vergine Maria di San Giovanni

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario della Beata Vergine Maria di San Giovanni.

Chiesa di San Bernardino (Battuti Bianchi)

La Chiesa di San Bernardino, splendido fondale della piazza antistante: fu della confraternita dei Battuti Bianchi; più recentemente l'edificio è diventato l’Auditorium Vittorio Amedeo Seyssel d'Aix.

Tra le prime chiese esistenti a Sommariva, deve il proprio nome alla confraternita omonima ed è citata sin dal 1487. L’usanza di intitolare edifici sacri alle confraternite venne interrotta durante la Rivoluzione Francese: proprio in tale periodo la foga dei rivoluzionari distrusse e saccheggiò gli archivi, per tale motivo è impossibile risalire alla data di fondazione di tale chiesa. L’unica notizia che ci è pervenuta riguarda la data di ricostruzione che risalirebbe al 1818. Si può ipotizzare l’esistenza in un periodo precedente alla confraternita di San Bernardino durante il quale presumibile era dedicata alla compagnia della SS. Vergine assunta in cielo, che è stata conservata come titolare della chiesa. Per quanto riguarda l’aspetto architettonico sappiamo che la facciata venne costituita a ponente, per mettere in risalto la piazza, dove vennero distrutte alcune case di poco rilievo, così la pianta della chiesa venne capovolta e in effetti a osservarlo bene l’attuale retro della chiesa altro non è che la precedente facciata della chiesa. La facciata di eccellenti forme architettoniche è stata restaurata nel 1852 ed arricchita nella parte superiore da un magnifico affresco rappresentante l’Assunta, opera del Borri, come anche nelle finte nicchie ai fianchi, dove erano affrescati il Santo agricoltore di Siviglia appoggiato al simbolo del suo lavoro, e il Santo senese (ora cancellati dal tempo). Verso gli ultimi anni di questo restauro, venne sostituita anche l’antica gradinata ormai logora. Sempre il Borri, affrescò la volta della chiesa il 13 marzo 1859 per il prezzo di 1100 lire dove la confraternita provvedeva alla calce ed ai ponti ed egli ai colori ed ai pennelli. La volta è divisa ad arconi, sovrastanti alle lesene ed ai capitelli, in cinque riquadri, dove nel primo sulla tribuna dell’organo si trova il medaglione della Croce, simbolo di salvezza sostenuto da angioletti che volteggiano in graziosi atteggiamenti; il secondo medaglione rappresenta in uno sfondo azzurro cielo, la gloria di S. Isidoro di Siviglia, patrono della popolazione campagnola sommarivese. Nel terzo medaglione che eleva la volta a cupola, troviamo la gloria di S. Bernardino, avvolto da nubi nella parte inferiore del suo corpo, con degli angioletti che lo sorreggono. Il quarto medaglione doveva rappresentare l’Assunta, ma l’artista sommarivese, collocò invece nel centro il semplice monogramma raggiato di Maria, in cielo serenissimo, testato di stelle, con degli angeli che salutano la Regina. L’ultimo medaglione rappresenta l’incoronazione della Vergine ad opera della Triade divina. Nei peduncoli della volta, che salgono verso i medaglioni, l’autore ha raffigurato gli evangelisti e i dottori. Molto interessanti sono anche i due altari dell’Operti delle cappelle laterali, dedicate, quella a destra a S. Antonio da Padova e quella a sinistra a S. Isidoro agricoltore, fiancheggiate da quattro medaglioni ad affresco di Taricco da Cherasco che rappresentano da sinistra l’orazione di Gesù nell’orto e l’ultima cena, invece da destra la lavanda dei piedi e la flegellazione alla colonna. Questa chiesa di proprietà della confraternita, veniva usata per tutte le feste dell’anno, come quella dell’Assunta con la novena di preparazione, quella di S. Bernardino titolare della Confraternita e quella di S. Isidoro dalla pia unione degli agricoltori. Dopo un’attenta operazione di restauro, oggi è l’”Auditorium Vittorio Amedeo Seyssel d’Aix”, spazio che ospita concerti ed eventi culturali.

Chiesa di Sant'Anna e convento dei Padri Serviti

File:Chiesa e Convento di Sant'Anna.jpg
La Chiesa di Sant'Anna con il sagrato e il caratteristico pilone votivo.

Insieme ai fabbricati annessi e ora adibiti a casa di riposo per anziani, costituisce uno dei complessi architettonici più interessanti nel territorio sommarivese, le cui origini risalgono alla prima metà del Cinquecento. Nell’anno 1573 i Padri Serviti, cui erano stati affidati chiesa e convento, insistettero presso le autorità ecclesiastiche per insediarvi la seconda parrocchia. La costruzione del monumento religioso divenne per alcuni anni oggetto di vivaci dispute sulla costruzione della nuova parrocchia, in aperta competizione con quella precedente edificata sul “podio”, la collina del castello. Con materiali recuperati dal preesistente pilone, fu edificata una colonna quadrata all’angolo del sagrato. Fino al 1777 nei sotterranei della cripta e del sagrato venivano sepolti i defunti, le spoglie dei quali ancora riposano nella cripta che si estende sotto al pavimento della chiesa. Realizzata in cotto a vista, si caratterizza per la sua semplicità architettonica, con forme assai regolari. Lo spazio interno, inaspettatamente alto e arioso, custodisce lunette e finestroni rinascimentali, tra gli elementidi maggior pregio dell’edificio, insieme alle otto cappelle laterali riche di marmi e stucchi di epoca barocca con alcuni ex voto. Nel coro una lapide tombale marmorea testimonia la presenza nella chiesa dei Padri Serviti, prolungatasi per oltre tre secoli e cela l’accesso ai sotterranei sepolcrali del complesso, una notevole cripta occupa tutta l’estensione della chiesa. Il pilone quadrato, posto all’angolo del piazzale antistante la chiesa, presentava ai quattro lati altrettanti affreschi del pittore sommarivese Giovanni Maria Borri risalenti al 1855 di cui oggi rimangono solo finissime tracce all’occhio attento, quasi completamente perduti. Leggenda vuole che l'anima del pilone custodisca una struttura lignea.

Chiesa di San Sebastiano

File:Chiesa di San Sebastiano.JPG
La barocca chiesa di San Sebastiano, vista dall'omonima piazza.

Chiesa del Cantone meridionale detto “di San Sebastiàn”, situata lungo Via Vittorio Emanuele, all’angolo della Piazza che la tradizione popolare dedica allo stesso santo, è una delle più piccole ma anche una delle più interessanti tra le chiese sommarivesi. Può infatti vantare una purezza e coerenza stilistiche, secondo i canoni di un barocco ormai consolidato, difficilmente riscontrabili se non in edifici di primaria importanza. Forse per questo viene attribuita (ma nessuna documentazione lo conferma) al celebre architetto doglianese Francesco Gallo. Notevole assonanza di forme è comunque rilevabile tra la nostra chiesetta e sue opere grandiose quali la chiesa della Trinità a Fossano o quella di Santa Maria a Cuneo. La costruzione della chiesa di S. Sebastiano, quasi certamente sui resti di un pilone eretto durante la peste del 1630 preesistente, si può far risalire ai primi anni del Settecento. Particolarmente interessante è l’esterno dove gli eleganti volumi, esaltati da lesene e cornici e dal sapiente utilizzo del mattone a vista si concludono nella bellissima lanterna che completa la cupola e costituisce l’elemento focale dell’intero edificio. La chiesa e l’adiacente campanile, robusto nelle forme ma illeggiadrito dal misurato alternarsi di linee rette e curve, nella loro solida eleganza sembrano costituire un baluardo, ergendosi quasi a protezione dell’abitato retrostante e dell’accesso meridionale del borgo. Degno di nota è infine il portone principale, in legno finemente scolpito con motivi geometrici e floreali. L’interno colpisce per l’intensa luminosità. Ampie vetrate si aprono infatti tra le arcate che sorreggono la cupola. La pianta è ad unica navata con robusti piloni ingentiliti da lesene e capitelli corinzi. Gli elementi architettonici, semplici e discreti nei rilevati, tutti a stucco, si arricchiscono di un’intensa decorazione pittorica creando un forte contrasto con l’esterno, tipico del gusto in epoca barocca. Lo splendido pulpito ligneo, recante sul frontone la data del 1608 e qui trasferito da altra chiesa, rappresenta forse la componente di maggior pregio dell’intera costruzione. Di notevole interesse è pure il palco in legno posto sopra l’ingresso con funzione di coro; da osservare la composizione mista tra pannelli frontali omogeni, forse ricavati da altro arredo, e le integrazioni negli elementi di raccordo. A lato dell’altare, sul pilone sinistro, quadro ad olio raffigurante il Buon Pastore, opera tardo ottocentesca di Luigi Morgari, autore di importanti affreschi nella chiesa parrocchiale. Sulla parete del catino absidale una grande tela con il martirio di S.Sebastiano, la Vergine e S.Rocco attribuita al sommarivese Giovanni Maria Borri. Da osservare ancora la lanterna posta sulla cupola, nel punto più alto della chiesa. Gli abitanti del cantone ancora oggi nel giorno della “festa del cantone” organizzano una giornata di intrattenimenti e la sera accendono un grande falò per salutare l’inverno; tradizione popolare vuole che i giovani abitanti del cantone di San Sebastiano, una volta che il fuoco sia stato spento, saltino sulle ceneri calde del falò per dimostrare il loro coraggio.

Chiesa di Santa Maria

La Chiesa di Santa Maria, riedificata nella prima metà del XIX secolo per ricordare un antico sarcofago egiziano.

La chiesa sorge sulle prime propaggini del Roero, verso la pianura alluvionale in corrispondenza del vallone che il Rio Pocapaglia scava tra queste modeste alture. È serrata dal cimitero, sorto ai primi dell’ottocento, e dal cascinale, detto dei “Capusin” (dei frati Cappuccini) che deve essere coevo alla costruzione del convento. Essa ci appare subito nella sua veste funebre. L’edificio risale al 1539: grandi “ristorazioni” nel 1840 ne hanno mutato radicalmente le forme. La facciata di gusto neogotico si slancia verso l’alto con la sua mole massiccia e greve contornata da curiosi pinnacoli laterali e caratterizzata dalla forma originale del campanile. Altro aspetto curioso è la decorazione plastica esterna: sono numerose le colonnine pensili che si aggrappano alla facciata e alle paraste laterali dell'edificio: pare rappresentino, per analogia funubre, giganteschi ceri. A ponente del cimitero, per la sua insolita forma architettonica viene descritta come una chiesa “dotata di una singolare facciata”. In realtà ad essere singolare non è solo la “facciata”: l’intera struttura è quantomeno inusuale per essere una piccola chiesa di campagna. La cappella assume l’aspetto attuale 200 anni fa’, nel 1807, in pieno apogeo dell’impero napoleonico. In quel periodo, signore di Sommariva è Tommaso Seyssel d'Aix, quarto marchese di Sommariva del Bosco e marchese di Aix, creato anche Conte dell’Impero Francese con Lettere Patenti Imperiali del 14 febbraio 1810. La leggendaria campagna napoleonica in Egitto del 1798 diede il via alla vera e propria disciplina egittologica con la scoperta della famosa stele trilingue di Rosetta. È proprio durante questa stagione di rinnovata passione negli studi dell’antico Egitto che il marchese Tommaso Seyssel commissiona un progetto di ristrutturazione della cappella dei Cappuccini, i quali, dopo avervi costruito accanto un convento nel 1613, nel 1802 furono costretti ad abbandonare edificio e giardini a seguito delle leggi francesi. Venne così dotata di un portico, di un’ampia facciata triangolare, che anche attraverso le decorazioni pittoriche (ormai sbiadite) ricordasse una piramide, mentre gli angoli superiori arrotondati ricordano l’antico copricapo egiziano (il khepresh); viene eretto un insolito campanile a forma di tronco di piramide molto allungata e stretta, che, a guardarlo bene, assomiglia molto a un obelisco. Il restauro venne studiato affinché l’edificio assomigliasse a un sarcofago egiziano e ricordasse nelle linee l’antico Egitto. Non a caso, la chiesa è tutt’ora la tomba di famiglia della dinastia dei Seyssel d’Aix. Tra l’altro è proprio grazie a questa chiesa che si è conservato il più antico documento che menzioni l’abitato di “Summaripa”: il 5 giugno 1059 un tale “Richardo, filius quondam Gunterius ” vendette alla badessa di Caramagna la quarta parte della “capella… edificata in onore Sancte Marie” e senza saperlo attestò per la prima volta nella storia l’esistenza del borgo. Attualmente, varcato il portale d’ingresso di gusto barocco, posto alla destra della facciata di S. Maria, sovrastato da un consunto affresco della Madonna con Bimbo, si entra nel chiostro. Questo è addossato alla chiesa e si presenta aperto verso sud con appendici adiacenti di ex locali conventuali. Nel cortile è presente un pozzo con elegante vera in mattoni ed elegantissima ghiera in ferro battuto di gusto prettamente barocco. La chiesa è preceduta da un locale di ingresso aperto, un nartece, coperto da tre volte a crociera. L’interno si presenta ad unica navata con copertura a crociere, suddivisa in quattro campate più abside poligonale. L’illuminazione è dovuta a due sole aperture, di sagoma semicircolare ed esposte, a sud, velate da vetri policromi in viola e giallo. Le crociere sono a tutto sesto e la navata, unica, pare più ampia che alta. La balaustra lignea separa il corpo della chiesa dal presbiterio, conserva un’elegante forma curva. Sul fianco sinistro guardando l’altare, nella tamponatura di una delle cappelle barocche del 1622, è inserita, in una nicchia lignea, una statua della Madonna. La decorazione interna, a fresco, è attribuito a Giovanni Maria Borri, pittore di Sommariva (1811/1876). Solo nella finestra della tribuna marchionale il disegno decorativo si fa più complesso. Nel locale rimasto aperto dietro il finto confessionale sinistro, nei resti di una delle cappelle laterali del 1622, sono ravvisabili alcuni schizzi a carboncino che paiono essere la preparazione del motivo decorativo delle colonne a fascio e dei costoloni delle crociere. Tale motivo decorativo è ripreso nell’apparato ligneo del coro, del presbiterio e dei confessionali laterali. C’è ignoto l’autore, ma in questa raffinata opera di ebanisteria, datata 1840, è ravvisabile il sommo artistico di Santa Maria. Le alate testoline di angioli che decorano l’apice degli stalli hanno infatti la rusticità paesana dell’artista locale ma anche la sovrana mestizia della loro funzione funebre.

Sentiero di Fiaba

Un modo interessante per esplorare il centro storico di Sommariva è quello di percorrere i tre itinerari che compongono il Sentiero di Fiaba, un progetto di riqualificazione urbana nato nel 2006 grazie al sostegno degli enti locali[3].

  • Il più lungo dei tre itinerari è il Percorso di visita monumentale del Paese di Fiaba, un anello che si snoda nel centro storico toccando i punti più caratteristici dell'abitato; lungo il percorso studenti e artisti del luogo hanno installato raffigurazioni della fiaba de La Bella Addormentata nel Bosco di Charles Perrault.
  • Un secondo itineraio chiamato La foresta incantata delle fiabe in Tweet consiste invece in una composizione di arredi urbani che nel loro complesso formano un insieme monumentale. Inaugurato nel dicembre 2013 lungo la via pedole Monte Grappa, collega tra loro fantasiosi salottini a cielo aperto adatti alla lettura e ispirati alle fiabe italiane riscritte sotto forma di Tweet.
  • Il terzo percorso, detto il Sentiero di Fiaba per i più piccini, è infine un breve itinerario dedicato ai visitatori più piccoli e riproduce - ad altezza di bambino - alcune delle installazioni originali del primo percorso.
Lo stesso argomento in dettaglio: Sentiero di Fiaba.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[4]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 545 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Cultura

Manifestazioni

Il sito Internet www.sommarivabosco.it contiene il programma aggiornato di tutti gli appuntamenti previsti nel calendario annuale di eventi.

  • Amél'Amèl (dal piemontese: amare il miele) è l'evento più rilevante dal punto di vista turistico ed economico per la comunità: si tratta del Festival dei mieli. L'evento ricorre ogni anno nel terzo weekend di maggio e prevede quattro giorni di eventi, concerti, conferenze e spettacoli. Ulteriori informazioni sono consultabili sul sito ufficiale del Festival dei Mieli
  • Concorso di Composizione di una Fiaba musicale: il Comune di Sommariva del Bosco, in collaborazione con l'Associazione Culturale Mythos e la Rassegna Micron dell'Opera da Camera del Piccolo Regio di Torino, bandisce ogni anno un concorso nazionale di composizione per lavori inediti, proponendo un racconto della tradizione popolare piemontese da animare musicalmente in voce e musica.
  • Processione dei rabastau e Processione delle stelle: processioni devozionali del giovedì santo, le quali dopo alcuni decenni di abbandono sono state ripristinate nel 2005 dai sommarivesi sotto la regia dell'amministrazione civica; si tratta della rievocazione delle tradizionali "visite ai sepolcri" che la confraternita dei Battuti Neri e quella dei Battuti Bianchi inscenavano con processioni pubbliche nel pomeriggio (i rabastau, ovvero coloro che trascinano catene ai piedi sul selciato) e alla sera (le stelle, vale a dire le lanterne luminose appese a lunghe canne portate da bambini), con simbologia e significato organizzati per opposti: tragicità e austerità la prima, serenità e speranza la seconda.

Amministrazione

Gemellaggi

Note

Voci correlate

Altri progetti

Template:Provincia di Cuneo

  Portale Cuneo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cuneo