Melomane

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Il melòmane è una persona che nutre una viscerale passione per l'opera lirica.
Deriva dal latino mèlos (canto) e manìa (furore).
Sovente viene arbitrariamente utilizzato come indicazione generica di amante della musica, anche se, in questo caso, sarebbe più opportuno parlare di musicòmane (aggettivo solitamente scherzoso), o musicòfilo (nel senso proprio e generale di colui che ama tutta la musica cólta: sinfonica, operistica, sacra, contemporanea etc.).

Essere melomane: pregio o difetto?

Il termine melomane viene interpretato con differenti accezioni, talvolta d'ammirazione, talvolta di scherno.
L'appassionato di lirica si riconosce volentieri in questa parola, giudicata alla stregua di un complimento in quanto viene applicata l'equazione per la quale melomane è sinonimo di esperto o di intenditore di musica lirica.
Non tutti, però, sono del medesimo avviso. Fra i cultori della musica sinfonica, ad esempio, vi è chi non gradisce questa espressione, in quanto attribuisce a questo termine una connotazione finanche negativa. Per costoro, melomane significa pignolo all'eccesso, se non, addirittura, saccente, petulante, borioso, perfino arrogante.
Da dove nasce tutto questo? Dal fatto che, agli occhi di taluni amanti della musica sinfonica, i melomani sono certamente degli appassionati, ma appassionati del brutto, non del bello. Se i primi amano ascoltare un concerto dedicandosi a cogliere le intenzioni interpretative del direttore, perdonando - entro certi limiti - qualche svista tecnica dei professori d'orchestra, i secondi paiono invece godere più nella ricerca dell'errore. Insomma, il melomane darebbe l'impressione di appassionarsi più per una stonatura del cantante (la cosiddetta "stecca") piuttosto che per un'aria ben cantata. Questo non è vero, poiché non vi sono dubbi che il melomane ama e gode la grande interpretazione lirica, ma è altrettanto vero che da alcuni famosi teatri operistici, anche a causa all'enfasi con cui i mass media se ne sono occupati, ci è pervenuta proprio questa sensazione. Talvolta sembra che questi iperappassionati di lirica - i quali, solitamente, seguono lo spettacolo "annidati" nel Loggione - se ne stìano in agguato ad attendere "la preda", cioè lo sfortunato cantante di turno, per coprirlo di fischi alla prima imperfezione.

Melomani in azione

Come detto, i media parlando volentieri dei melomani, spesso identificati col termine loggionisti, senza risparmiare enfasi e clamore, dopo che questi hanno compiuto una delle loro rimostranze nei confronti di un interprete non ritenuto all'altezza della situazione.
La letteratura operistica è ricchissima di esempi che hanno riguardato cantanti anche molto famosi.
Uno degli episodi passati oramai alla storia, interessò il soprano Katia Ricciarelli, quando, nel 1986, fu pesantemente fischiata dal Loggione del Teatro alla Scala di Milano. Non è mai stato chiarito se quei fischi scaturissero, per intero, da effettivi demeriti della cantante, oppure fosse la reazione di alcuni melomani "ortodossi" che volevano punire un'artista rea, ai loro occhi, d'aver profanato la nobile arte lirica che essa incarnava, dandosi in moglie - in quello stesso anno - al più popolare conduttore della televisione italiana, cioè Pippo Baudo.
In tempi più recenti, ha suscitato clamore l'improvviso abbandono del palcoscenico, a spettacolo in corso, del tenore Roberto Alagna, sempre alla Scala di Milano, durante una recita di Aida. L'episodio è avvenuto il 10 dicembre 2006. Alagna vestiva i panni del guerriero Radames, e, subito dopo la celebre aria "Celeste Aida", ha abbandonato clamorosamente la scena a causa dei fischi e dei "buu" del solito Loggione. L'episodio ha avuto un lungo strascico di polemiche che hanno interessato soprattutto l'avventato cantante italo-francese il quale, nelle ore e nei giorni successivi, ha goffamente tentato di rimediare al suo comportamento, giudicato, non soltanto dagli addetti ai lavori, poco professionale.
Quella dei fischi è una tradizione antica. I melomani non nutrono timore reverenziale per nessuno; basti pensare che sotto le loro "forche caudine" sono passati artisti leggendari come Maria Callas, Renata Tebaldi, Luciano Pavarotti, Carlos Kleiber, Claudio Abbado o Lorin Maazel, solo per citarne alcuni.

Melomani o loggionisti?

Come detto, il Loggione è il luogo dal quale i melomani preferiscono seguire lo spettacolo.
Per antica vocazione, il Loggione offre i posti più economici dell'intero Teatro. Oltre alle normali poltroncine, sono disponibili anche posti in piedi - non prenotabili - la cui vendita inizia immediatamente prima dello spettacolo (da mezz'ora a un'ora, o poco più, secondo la tradizione dei singoli teatri). Le ragioni che spingono i melomani a preferire il Loggione, rispetto alla Pletea o alle Gallerie, sono molteplici. Il Loggione, per la sua posizione rialzata, così vicina al soffitto (anche per questo è soprannominato piccionaia) rappresenta la tribuna ideale dalla quale i melomani, giudici severi, possono dominare - anche in senso fisico - l'intero teatro. Inoltre il Loggione è quasi sempre costituito da un grande ed unico arco, senza particolari interruzioni o separazioni architettoniche; questo conferisce ancor di più l'aspetto di "trincea" nella quale il combattivo popolo dei melomani si "barrica" per preparasi allo spettacolo, armato di fischi, di "buu" e di verdura più o meno fresca, ma anche di applausi scroscianti e fiori da donare agli artisti ritenuti più meritevoli.
L'ultimo aspetto, non meno importante, è legato al costo del biglietto. Come abbiamo detto, il Loggione offre i prezzi più economici. Diciamo questo non per alludere ad un'eccessiva parsimonia singolarmente diffusa tra i melomani, ma al fatto che il vero appassionato non si limita ad assisitere ad uno spettacolo ogni tanto. Quando un teatro mette in cartellone una nuova opera lirica, questa consta di diverse repliche: il melomane non se ne perde una. Pertanto, il preferire biglietti o, più frequentemente, abbonamenti economici, deriva dalla necessità di poter essere a teatro praticamente tutte le sere.
In virtù di queste considerazioni, ci appare chiaro come i termini melomane e loggionista siano diventati sinonimi; è opportuno precisare però che, se è vero che quasi tutti i melomani sono loggionisti, non tutti i loggionisti (intesi come la totalità degli spettatori del Loggione) sono necessariamente melomani.

Il Loggione telematico

I melomani sono ben presenti non solo nel Loggione dei teatri, ma anche in rete.
Segnaliamo alcuni link che propongono siti e articoli inerenti il Loggione e l'attività di critica svolta dai melomani nel corso degli anni.



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