Zoe Ducós

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Zoe Ducós nel 1970

Zoe Celia Ducós Gallegos, in arte Zoe Ducós, (Buenos Aires, 6 marzo 1928Caracas, 11 novembre 2002), è stata un'attrice argentina di cinema, teatro e televisione; ebbe una lunga carriera artistica che la consacrò come una delle attrici più ricche di personalità e di talento del cinema e del teatro argentino degli anni '40, '50 e '60.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Zoe Ducós ha studiato al Conservatorio Nazionale di Musica e Arti Sceniche e dopo essersi diplomata ha vinto il Gran Premio d'Onore dalla Commissione Nazionale di Cultura per la migliore attrice al Concorso Nazionale dei Teatri Vocazionali, interpretando la commedia Hedda Gabler, di Ibsen. Il premio comportava un contratto per unirsi al cast del Teatro Nacional Cervantes, nel quale interpretò tra il 1948 e il 1951 un solido repertorio che comprendeva opere come La divisa punzó, di Paul Groussac e La bisbetica domata di William Shakespeare. Si unì alla compagnia di Francisco Martínez Allende come prima attrice e nel 1949 diresse il proprio cast con Ligados di Eugene O'Neill e Irse di Nicolás Olivari.

Attività professionale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1948 fece il suo debutto nel cinema diretta da Luis César Amadori in Dios se lo pague al quale seguì Pasaporte a Río, di Daniel Tinayre. Senza lasciare il suo lavoro teatrale continuò a girare negli anni successivi e partecipò, tra gli altri film, a La cuna vacía, diretta da Carlos Rinaldi; El puente, diretta da Arturo Gemmiti e Carlos Gorostiza, basato sul dramma di quest'ultimo, La de los ojos color del tiempo e Nacha Regules di Luis César Amadori, Los árboles mueren de pie, diretta da Carlos Schlieper e Suburbio diretta da León Klimovsky, film quest'ultimo per il quale fu premiata con il premio per la migliore attrice conferitagli dall'Asociación de Cronistas Cinematográficos de la Argentina.

Nel 1952 Zoe Ducós si stabilì in Venezuela dopo un periodo in Spagna e debuttò al Teatro Municipale nella commedia Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. In televisione formò con Héctor Hernández Vera la prima grande coppia romantica di La Novela Camay di Radio Caracas Televisión. Poi continuò la sua opera teatrale e intervenne anche in molte soap opera, tra le quali ricordiamo Topazio (1984), dove interpretò il ruolo di Sor Pietà, Piccola Cenerentola (1990) in cui interpretava Doña Roberta Mejía Guzmán e Cristal (1985) nel ruolo di Luisa. È stata anche sceneggiatrice del film Retén de mujeres (1988) diretto da Carlos Lopez F.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

L'attrice nel 1950 ha avuto una relazione con il cantante messicano Genaro Salinas, che era sposato e lavorava a Buenos Aires, e sposò lo scrittore e regista José María Fernández Unsáin, ma divorziarono. In Venezuela, dopo una relazione con l'attore Héctor Hernández Vera, si sposò con Miguel Silvio Sanz, capo della polizia del temuto dittatore Marcos Pérez Jiménez. Quando Perón andò definitivamente in esilio a Caracas, la Ducós e suo marito erano tra le poche persone che lo frequentavano. A quel tempo si diceva che Sanz avesse dato ordine di uccidere il tenore Salinas, che si era stabilito a Caracas ed era ancora interessato all'attrice. Dopo l'estromissione di Pérez Jiménez nel 1958, la Ducós tornò in Argentina, dove recitò nei film Libertad bajo palabra (1961), diretta da Alfredo Bettanín e Pájaro loco (1971), diretta da Lucas Demare.

Dopo la morte di Sanz ritornò in Venezuela nei primi anni 1970 e continuò a lavorare in telenovelas di successo dove era riconosciuta come una protagonista e sposò il regista Carlos Stevani. Verso la fine del 1990 si ammalò di Alzheimer e fu internata nell'Istituto geriatrico di Colinas de Bello Monte, dove morì l'11 novembre 2002 a causa di un ictus.[1]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attrice[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Direttrice di casting[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Adolfo C. Martínez, El último adiós a la actriz Zoe Ducós, in La Nacion, 22 novembre 2002. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  2. ^ Rumilo, detective privado Archiviato il 12 marzo 2018 in Internet Archive.. Acceso 29 de septiembre de 2016

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raúl Manrupe e María Alejandra Portela, Un diccionario de films argentinos (1930-1995), Buenos Aires, Editorial Corregidor, 2001, ISBN 950-05-0896-6.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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