Utente:Silvietta13/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo Archeologico Cecina
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCecina
IndirizzoVia Guerrazzi
Caratteristiche
TipoArcheologia

Il Museo civico archeologico di Cecina si trova nella Villa Guerrazzi, in provincia di Livorno.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La collezione archeologica cecinese nasce per impulso spontaneo di privati locali, frutto di ritrovamenti occasionali, e più raramente di ricerche sistematiche nel territorio e di acquisti sul mercato antiquario; la prima esposizione si realizza nel 1962 in forma di Mostra temporanea, auspicio per la nascita di un Museo permanente a Cecina. Questo trova sistemazione dal 1980 in un'ala del complesso della settecentesca Villa-Fattoria di impianto granducale noto come "La Cinquantina", sul viale che da San Pietro in Palazzi punta verso il mare. Per un certo tempo appartenuta a Francesco Domenico Guerrazzi che trascorse qui gli anni finali della sua vita (1868-1873), la villa è stata infine acquisita e ristrutturata dal Comune di Cecina (1975) per riservarla a finalità museali; ospita infatti sia il Museo Archeologico che il Museo della Vita e del Lavoro della Maremma Settentrionale. Allestito in veste rinnovata (2003), dopo le sistemazioni precedenti (1980 e 1984), il Museo archeologico si è arricchito di nuove acquisizioni frutto di ricerche recenti e di donazioni del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e del Museo Guarnacci di Volterra, conservando la sua impronta di formazione nel percorso espositivo che illustra, nella serie di ambienti (12 sale con oltre mille pezzi esposti), la storia dell’antico territorio che da Volterra arrivava al mare, dal IX secolo a.C. al IV secolo d.C.

Percorso espositivo[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso espositivo, organizzato con criterio cronologico e topografico, permette quindi di fare un interessante viaggio nella storia del territorio circostante la foce del fiume, a partire dalle prime sporadiche attestazioni di strumenti litici di epoca preistorica, rinvenuti nelle località La Ladronaia presso Cecina, da Bibbona e Castagneto Carducci. Notevole è la ricchezza delle testimonianze di epoca etrusca, che vede la nascita, tra VIII e VII sec. a. C., dell'importante insediamento di Casale Marittimo e di altri siti minori, distribuiti lungo la fascia costiera e sui primi rilievi collinari. Motivo principale dello sviluppo di questi centri è stato il ruolo cruciale che, sotto il profilo commerciale e strategico, ha svolto da sempre la fascia costiera a Nord e a Sud della foce del fiume, il solo sbocco naturale sul mare della città di Volterra. I corredi delle tombe della necropoli di Casa Nocera, connessa all'abitato di Casale Marittimo, dimostrano i legami dei signori etruschi che qui risiedevano con la rete di traffici del Mediterraneo. In questa fase storica a beneficiare del commercio sono i soli ceti aristocratici, i quali spesso ricercano beni di lusso (oggetti e armi in metallo, ceramiche dipinte, avori, ecc.) che ne indichino lo status sociale, in vita come al momento della morte. Tra la fine del VII e il VI sec. a. C. le aristocrazie della costa adottano una nuova tipologia di tomba, quella cosiddetta a thòlos, caratterizzata da un lungo corridoio di ingresso (dròmos), da una camera circolare o quadrangolare con copertura ad anelli di pietre sorretta da pilastro centrale e un tumulo di terra. I corredi, spesso già in gran parte depredati in epoca antica, mostrano ancora una volta i forti legami con i traffici mediterranei; dalla thòlos dell'Aia Vecchia di Bibbona, recentemente scavata dalla Soprintendenza, provengono ceramiche importate da Atene, Corinto e dalle città greche della costa turca. La sezione dedicata al periodo compreso tra il V ed il II sec. a. C. racconta la fine di questi potentati locali e la progressiva e definitiva affermazione del potere di Volterra in un territorio nel quale fioriscono numerosi nuovi insediamenti. L'ingresso della città etrusca nell'orbita dello stato romano, avvenuta all'inizio del III sec. a. C., inserisce anche la costa all'interno del nuovo impero mediterraneo creato da Roma. Un diverso carattere, rispetto al periodo precedente, hanno adesso i commerci; il volume dei traffici, notevolmente aumentato, permette alla maggior parte della popolazione di acquisire prodotti provenienti da terre lontane e destinati principalmente ad usi comuni (vino, olio, salse di pesce); alle anfore destinate al trasporto di queste derrate alimentari si aggiungono nuove ceramiche, come la cosiddetta vernice nera, adesso accessibili a larghi strati della popolazione. Piuttosto ricco è la sezione espositiva dedicata alla romanizzazione di questo territorio, che attesta il forte sviluppo economico, che ha inizio nel I sec. a. C. e termina solo nel V sec. d. C. Lungo la costa fanno la loro comparsa le ville dei membri dell'aristocrazia di Volterra ed una serie di manifatture per anfore, destinate al trasporto del vino prodotto nelle tenute delle ville stesse. Attorno alle residenze dei nobili e ai centri produttivi si organizza un tessuto insediativo costituito da piccole fattorie; dalle necropoli circostanti provengono alcune sepolture esposte nel Museo (loc. Campo ai Ciottoli). Si tratta di tombe semplici, a cassa di tegole a del tipo “a cappuccina”, con corredi poveri (piccoli vasi, unguentari in vetro, lucerne). In alcuni casi il corpo del defunto risulta inserito all'interno di un'anfora che, una volta esaurito il contenuto, è stata riutilizzata a scopo funerario. Di notevole interesse è infine la sezione dedicata ai rinvenimenti subacquei effettuati, in particolare nel corso degli anni '70, nelle acque antistanti la foce del Cecina dai membri del Circolo subacqueo Nettuno di Cecina.

Anfore rinvenute nel tratto di mare prospiciente la foce del fiume Cecina

Alla distanza di 1 km circa a Sud-ovest della foce del fiume è segnalato un relitto di epoca tardorepubblicana, costituito da un carico di anfore per il trasporto del vino databili tra la fine del II e la prima metà del I sec. a. C. In occasione dell’individuazione, effettuata nel 1979 da parte dei sub del Circolo Subacqueo, oltre a 12 esemplari di anfora e ceppi d’ancora in piombo, vennero recuperati alcuni chiodi di legno e frammenti di assi pertinenti al fasciame dell’imbarcazione naufragata. Al corredo di bordo doveva inoltre essere appartenere una macina in pietra, necessaria per la produzione di cibo anche durante la navigazione.


Tholos di Casaglia[modifica | modifica wikitesto]

Nel giardino del Museo è stata recentemente ricollocata, dopo il trasferimento, una di queste tombe, rinvenuta nella loc. di Casaglia (Montecatini Val di Cecina, PI) nel 1931; secondo una prassi propria della museologia di fine Ottocento, la tomba era stata smontata una prima volta e ricostruita nel giardino dell'Ufficio Tecnico del Comune di Cecina, adiacente al vecchio Antiquarium comunale, riproponendo un’ambientazione all’aperto analoga a quella realizzata nel 1901-1903 da Luigi Adriano Milani nel giardino del Museo Archeologico di Firenze con la ricostruzione integrale di interi complessi funerari trasferiti dalle necropoli originarie, fra cui la tomba di Casale Marittimo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marinella Pasquinucci (a cura di), Guida all'archeologia delle coste livornesi. Porti antichi vita quotidiana rotte mediterranee, Firenze, Nardini editore, 2013, ISBN 978-88-404-1191-0.
  • Archeological guide to the province of Livorno and the tuscan archipelago. Itineraries through archeology and landscape, Firenze, Nardini editore, 2003, ISBN 8840411747.


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]