Utente:Pugliak/Sandbox

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Iapigi sbarcarono e fondarono Taranto nel XII millennio a.C. => Messapi Cretesi (vedi Iapige)

Spartani La storia è legata, sicuramente, a quella della città madre: Ginosa. Nel cui territorio sorese l'abitato messapico di Genusium risalente al I millennio a.C. composto da una serie di villaggi più piccoli estesi per tutto il suo territorio. Non vi sono evidenti reperti archeologici nel territorio di Marina di Ginosa, ma il popolo migratore dei Messapi, a volte identificati con gli Iapigi, sbarcato sulle coste ioniche intorno al IX secolo a.C. ancor prima che egli spartani fondassero, nel 706 a.C., la città di Taras. Il luogo dove potrebbe essere avvenuto lo sbarco fu in prossimità del fiume Bradano, che a quell'epoca aveva la sua foce più ad est di 7 km. circa , la fondazione dell'abitato,

Lo storico del II secolo d.C. Appiano indica come luogo dell'abboccamento di riappacificazione fra Marco Antonio ed Ottaviano, rivali nella guerra civile per il possesso di Roma, organizzato dalla sorella di quest'ultimo e moglie del primo Giulia, una zona in prossimità della foce nella sponda orientale del fiume Bradano che all'epoca era in territorio di Ginosa Marina.

Dopo la decadenza dell'Impero Romano la zona fu abbandonata a seguito delle invasioni saracene.

Sotto Roberto il Guiscardo Genusium divenne un castrum fortificato all'interno della contea della Terra d'Otranto

Con in Normanni fu introdotto il sistema feudale e la tenuta Galaso, che si ampliò dopo la deviazione verso ovest del fiume Bradano, fu donata all'abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso. I monaci fondarono in qyuesta zona le "Grancie".

A quel tempo la zona era rigogliosa tanto che il Re Carlo d'Aragona, in visita nella Marina, si impossesso di un vasto territorio boscoso.

Sotto di Doria, intorno al 1560/70, fu costruita la "Torre Mattoni" vicino alla costa, presso il fiume Bradano a difesa dei corsari algerini che depredavano il territorio e catturavano popolazioni per ridurli in schiavitù. In questo periodo il territorio fu sotto il controllo della Corono di Spagna in quanto fu donato dai benedettini dell'abbazia al Marchese Los Balbases. Sotto il dominio degli sapgnoli il territorio fu abbandonato. IL lago costieri si ricoprì di canne e si popolò di uccelli migratori.

Nel periodo risorgimentale il la "Pineta Regina" e "Torre Mattoni" (adibita a guardia doganale) furono rifugio dei briganti ginosini. Vi è un racconto in cui i banditi della vicina Lucania, capeggiati dal Brigante Cavalcante, guadarono il fiume Bradano ed assalirono la Torre custodita delle Guardie di Finanza le disarmarono e saccheggiando il territorio.

Nel 1869 fu aperta la stazione ferroviaria , costruita dalla "Società Ferrovie Meridionali". Ai primi del '900 risale castruione del "Faro" ("Vedetta").

La Prima guerra mondiale causò la distruzione di buona parte dei boschi per farne legna da ardere e carbone.

Inizialmente era denominata Ginosa Scalo per la presenza della stazione ferroviaria, o Stornara per gli storni che numerosi vi fanno ritorno in autunno. Era denominata anche Venticinque, in riferimento al numero del casello ferroviario, ma anche per l'ubicazione al Km 25 della strada provinciale ex SS 580 (e cioè alla fine della stessa).

Nel 1957 il Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste Emilio Colomboinaugura la nuova borgata rurale[1].

Nel 1958 venne attribuita alla borgata la denominazione ufficiale di Marina di Ginosa dall'allora Presidente della Repubblica[2].

A partire dal 1997 Marina di Ginosa conta un tessuto urbano più esteso di quello di Ginosa e una popolazione stabile di circa 6.000 abitanti.

Durante la notte fra l'1 ed il 2 marzo 2011, Marina di Ginosa è stata gravemente colpita da un'alluvione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ginosa Marina - il ministro Colombo inaugura la nuova borgata rurale, in Senato della Repubblica - Ufficio stampa e internet, Cinecittà Luce - Archivio Storico, 26 luglio 1957. URL consultato il 18 settembre 2013.
  2. ^ Decreto del presidente della Repubblica 27 1958, n. 802, in materia di "Mutamento della denominazione della frazione "Ginosa Marina" del comune di Ginosa, in provincia di Taranto in quella di "Marina di Ginosa"."

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bozza Paolo, La torre costiera e le masserie fortificate di Ginosa
  • Giuseppe Micali - Storia degli antichi popoli italiani (1836)

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Iapigi-Messapi[modifica | modifica wikitesto]

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