Utente:Kalisfera/Sandbox/Donna Paola

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Donna Paola, di Matilde Serao, Roma 1897

Paola Baronchelli Grosson (Bergamo, 11 gennaio 1866Quarto dei mille, 13 maggio 1954) è stata una scrittrice e giornalista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Paola Baronchelli Grosson nacque in una famiglia bretone emigrata a Nizza e poi trasferitasi in Italia. Il padre, Francesco Claudio era militare in carriera e sua madre era Margherita Trolli[1]. Nel 1884, all’età di diciassette anni, si unì in matrimonio con il medico Pietro Baronchelli di Clusone (Bergamo), laureatosi nel 1873 presso l’Università di Bologna, dal quale avrà un figlio. Dopo la morte del suo primogenito si separò dal marito per trasferirsi a Firenze[2]. Baronchelli Grosson vivrà tra Firenze, Roma e Milano per poi trasferirsi a Nervi, nei pressi di Genova, dove passerà il resto della sua vita.

Attività giornalistica[modifica | modifica wikitesto]

Paola Baronchelli Grosson esordì in campo giornalistico a Firenze nel 1885 con lo pseudonimo "Donna Paola" che userà per tutti i suoi scritti. Collaborò con la rivista «Scena illustra» di Firenze fino al 1914 per la quale tenne una rubrica intitolata Calende e idi[3]. Nel 1887 divenne caporedattrice presso la stessa rivista e rimase in carica fino al 1908. I commenti politici, filosofici e culturali espressi all’interno della rubrica e il suo incarico come caporedattrice consentirono a Paola Baronchelli Grosson di intraprendere una carriera giornalistica. Donna Paola collaborò con numerose riviste e quotidiani, tra cui «Almanacco della donna italiana», «Capitan Fracassa», «Caffaro», «Corriere di Napoli», «Corriere dei piccoli », «Fanfulla», «Gazzetta del popolo», «Gran Mondo», «Moda del giorno», «Patria», «Tribuna», «Vita femminile» e «Vita internazionale».[4] L'attività giornalistica e letteraria di Paola Baronchelli Grosson contribuì alla diffusione del pensiero femminile moderato promosso da gruppi culturali femminili attivi in Italia, soprattutto in Lombardia (Milano), frequentati da donne intellettuali impegnate nel settore dell'editorira (giornaliste, scrittrici, redattrici). Le donne legate a Baronchelli Grosson e incisive nel suo percorso lavorativo furono: Matilde Serao, Anna Maria Mozzoni, Paolina Schiff, Maria Montessori e Sofia Bisi Albini. Inoltre, Paola Baronchelli Grosson svolse un'intensa attività di conferenziera su argomenti relativi alla condizione femminile, che sviluppò in un reportage apparso sulla rivista «Donna» di Torino»[5]. Tra il 1911 e il 1912 si trasferì definitivamente a Firenze dove intraprese l'attività di redattrice per il giornale «Fieramosca». Di fatto Donna Paola era conosciuta dai lettori per le sue posizioni femministe emancipasioniste e anticonformiste: le sue riflessioni sulla condizioni femminile le consentirono di partecipare ad un inchiesta sul tema della procreazione controllata promossa dalla rivista «Pagine libere” di Lugano nel 1911[6].

Piazza dela Signoria, Firenze

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Paola Baronchelli Grosson acquisì notorietà presso il grande pubblico grazie alla pubblicazione del romanzo Le confessioni di una figlia del secolo. Epistolario di una morta. La protagonista del romanzo, di cui si immagina vengano pubblicate le lettere dopo il suicidio, delinea il suo testamento spirituale e rivendica il riconoscimento della sua personalità al di fuori degli stereotipi del femminile che i vari uomini della sua vita le hanno imposto[7]. Sulla scia di questo successo Baronchelli Grosson pubblicò nel 1903 un romanzo a puntate sulla rivista «La Sera» di Milano. Le idee anticonformiste di Donna Paola si evincono grazie alla pubblicazione di un suo libro, ovvero Io e il mio lettore. Propositi e spropositi di una futura deputata in cui riassume tutte le sue idee sulla questione femminile. I primi due decenni del Novecento furono proficui per la sua produzione letteraria: nel 1910 pubblicò Sempresù. Avventure di un aeroplano; nel 1915 La sfinge che parla, nel 1920 Coniglio, cuor di leone e La cabina di proiezione. Oltre che giornalista e letterata, Donna Paola scrisse una commedia dal titolo Sovrana messa in scena presso il Teatro Argentina di Roma nel 1913[8].Le opere più importanti furono scritte e pubblicate nel periodo della Prima guerra mondiale dove si schierò come interventista pronunciandosi in favore della mobilitazione femminile in guerra come emerge in La funzione della donna in tempo di guerra e ne La donna della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (Maggio 1915-Maggio 1917). Nelle due opere emergeva il pensiero della scrittrice sull'utilità della guerra e la funzione delle donne nella costruzione della "società moderna". I due scritti tentano di spiegare le funzioni pratiche delle donne nella società, perciò si distanziano dal genere del romanzo narrativo, maggiormente utilizzato da Donna Paola. Sia La funzione della donna in tempo di guerra che La donna della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (maggio 1915-maggio 1917)[9] vennero ampiamente citati dalle riviste femminili come «La Nostra Rivista» di Sofia Bisi Albini. L'impegno nazionalistico di Donna Paola si concretizzò anche attraverso la pubblicazione di opere di narrative per l'infanzia come Pipetto vuol andare alla guerra, Pipetto difende la patria, Pipetto fa l'italiano . I tre romanzi, pubblicati rispettivamente nel 1916, 1920 e 1925 hanno come protagonista un giovane orfano che diventa il volano attraverso cui Donna Paola descrive situazioni e reazioni sociali in Italia tra il 1915 e il 1920. Il dramma dei reduci, l'esterofobia, l'entusiasmo dei volontari, l'egoismo dei renitenti e altre situazioni psico-sociali diventano il contesto sociale dei romanzi in questione[10]. Durante il ventennio fascista Paola Baronchelli Grosson ridusse di molto la sua attività giornalistica e letteraria pubblicando solamente due opere negli anni Trenta: La cabina di proiezione (1930) e Per vincere bisogna barare (1932).

Maria Montessori 1913

Il pensiero[modifica | modifica wikitesto]

Paola Baronchelli Grosson considerava il XIX secolo pregno di cambiamenti sociali, economici e politici anche a causa dell’affermazione di una nuova classe sociale, ovvero la borghesia, e la formazione della coscienza femminile. Secondo la sua visione la figura femminile che trascorreva la propria esistenza asservita all’uomo veniva richiamata dal genere maschile stesso a compiere lavori nei settori industriali, mentre le ragazze di buona famiglia si dedicarono ad attività intellettuali mediante lo studio:

La donna che era stata sino a trent’anni addietro una consumatrice, è diventata a poco a poco una produttrice. Questo immane voltafaccia, questo venir trasportata da un piattello all’altro dell’equilibrio secolare che reggeva i rapporti tra i due sessi, ha condotto lo squilibrio di tutti gli altri rapporti – non esclusi i più fondamentali[11].

Matilde Serao

Uscire dalla domesticità e intraprendere attività retribuite ha permesso alle donne di formarsi come classe sociale poiché, dopo aver trascorso del tempo in luoghi di lavoro extra-domestici, prima riservati esclusivamente agli uomini, iniziarono ad esprimere il bisogno di raggiungere l’egualitarismo fondato sull’equa ripartizione dei beni e delle ricchezze tra tutti i membri della collettività. Paola Baronchelli Grosson individuava in tale processo le motivazioni dei fermenti femminili presenti in tutti i paesi europei, tra cui l’Italia. L'attenzione all'educazione femminile e l'impegno nella divulgazione del pensiero femminista emancipazionista derivava dal fermento culturale nel quale Baronchelli Grosson aveva contatti, ovvero scrittici e/o giornaliste emancipasioniste impegnate nella pubblicazioni di articoli, rubriche, piccoli romanzi a scopo pedagogico per educare le ragazze a rappresentare il modello della «donna nuova»[12]. Tale termine identificava la censura che sancisce il passaggio dalla donna tradizionale, ovvero quella assoggettata al compiacimento maschile ed esclusa dalle attività pubbliche e sociali a «donne nuove» capaci di oltrepassare la sfera privata per entrare nella collettività. Il concetto di “donna nuova” si ritrovava nella teorizzazione del “femminismo pratico” elaborato da Maria Montessori e preso a modello dalle donne sostenitrici di ideologie liberali e filogovernative tra cui Donna Paola[13]. La “donna nuova” diventava così “la donna della nuova Italia”: nella costruzione della società moderna le donne divennero funzionali alla nazione perchè considerate come mogli e madri dei “figli della patria”. Dunque, le donne emergono nella sfera pubblica poiché contribuivano alla formazione della società civile attraverso lo svolgimento di precise attività come quelle della cura attribuite al genere femminile. Secondo Baronchelli Grosson il processo di emancipazione femminile avrebbe tratto vantaggio dalla Prima Guerra Mondiale; perciò concilia il femminismo moderato con l'interventismo. Secondo la scrittrice, il conflitto era un'esperienza utile alle donne per elevarsi dalla posizione di classe subalterna conquistando un ruolo nella sfera pubblica. Inoltre, considerava fondamentale l'impegno delle donne nel conflitto poiché avrebbe consentito loro un accesso diretto a riconoscimenti politici e sociali (diritto di voto). In questa chiave l'emancipazionismo anarchico di Paola Baronchelli Grosson finisce per coniugarsi spesso a un atteggiamento sostanzialmente conservatore dal punto di vista sociale e politico: considerava il processo di emancipazione femminile "un male necessario della società". Le sue idee sulla questione femminile vengono racchiuse all'interno del libro Io e il mio elettore. Propositi e spropositi di una futura deputata pubblicato a Lanciano nel 1910. Si tratta di una lunga intervista alternata da conversazioni tra la scrittrice e un immaginario, famoso esploratore in cui vengono affrontati vari argomenti relativi alla condizione femminile considerando alcuni temi sociali, culturali, politici e legislativi: voto alle donne, arte femminile, educazione sessuale, scienza, spiritualismo, la posizioni delle istituzioni.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Le confessioni di una figlia del secolo. Epistolario di una morta, Milano, 1901
  • Questi tempi, Milano 1903
  • Sempresù. Avventure di un aeroplano, Verona, 1910
  • Io e il mio elettore. Propositi e spropositi di una futura deputata, Lanciano, 1910
  • La sfinge che parla, Milano, 1915
  • La funzione della donna in tempo di guerra,Firenze, 1915
  • La donna della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (Maggio 1915 - maggio 1917), Milano, 1917
  • Pippetto vuol andare alla guerra, Firenze, 1916
  • Pippetto difende la patria, Firenze,1920
  • Pippetto fa l'italiano, Firenze, 1925
  • Coniglio, cuor di leone,Firenze,1920
  • La cabina di proiezione, Torino 1930
  • Per vincere bisogna barare, Roma 1932

Riviste e quotidiani[modifica | modifica wikitesto]

  • Almanacco della donna italiana
  • Capitan Fracassa
  • Caffaro
  • Corriere di Napoli
  • Corriere dei piccoli
  • Fanfulla, Gazzetta del popolo
  • Gran Mondo
  • Moda del giorno
  • Patria
  • Tribuna
  • Vita femminile
  • Vita internazionale
  • Fieramosca
  • Il Popolo romano

Commedie[modifica | modifica wikitesto]

  • Sovrana, Roma, 1913

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rachele Farina (a cura di), Dizionario biografico delle donne lombarde 568-1968, collana Baldini & Castoldi, 1995.
  2. ^ Francesca Mellone e Giuseppe Muscardini, Gli spropositi di Donna Paola. Un corrosivo carteggio tra Paola Baronchelli Grosson e Pietro Niccolini, in Bergomum, X, Bergamo, 13 settembre 2014, p. 133.
  3. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  4. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  5. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  6. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  7. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  8. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario bibliografico degli Italiani, vol. 60, 2003.
  9. ^ Paola Baronchelli Grosson, La donna della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (Maggio 1915- Maggio 1917), Milano, Riccardo Quinteri, 1917.
  10. ^ Carlo D'Alessio, GROSSON (Grosson de Guentry), Paola, in Dizionario Biografico degli Italiani, n. 60, 2003.
  11. ^ Paola Baronchelli Grosson, La donna italiana prima della guerra in La donna nuova della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (Maggio 1915 - Maggio1917), Quinteri, Milano [1917].
  12. ^ Michela De Giorgio, Le Italiane dall’Unità ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 1992.
  13. ^ Valeria P. Babini e Luisa Lama, Una donna nuova. Il femminismo scientifico di Maria Montessori, Milano, Franco Angeli, 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonia Arslan, Scrittrici e giornaliste lombarde tra Otto e Novecento in Donna Lombarda 1869-1945 a cura di A.Gigli Marchetti e N. Torcellan, Franco Angeli, Milano, 1992.
  • Paola Baronchelli Grosson, La donna Italia prima della guerra in La donna nuova della nuova Italia. Documenti del contributo femminile alla guerra (Maggio 1915- Maggio 1917), Quinteri, Milano, 1917.
  • Stefania Bartoloni, L’associazionismo femminile nella prima guerra mondiale e la mobilitazione per l’assistenza civile e la propaganda in Donna Lombarda 1860-1945 a cura di A. Gigli Marchetti e N. Torcellan, Franco Angeli, Milano, 1992.
  • Donna Paola in Dizionario biografico delle donne lombarde 568-1968 a cura di Rachele Farina, Milano, Baldini e Castoldi, 1995 p. 572.
  • Carlo D'Alessio, Grosson Paola in Dizionario Bibliografico degli italiani - Volume 60 (2003) https://www.treccani.it/enciclopedia/paola-grosson_%28Dizionario-Biografico%29/
  • Michela De Giorgio, Le italiane dall'Unità ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 1992
  • Gli spropositi di donna Paola. Un corrosivo carteggio tra Paola Baronchelli Grosson e Pietro Niccolini a cura di F. Mellone e G. Muscardini in «Bergomum» n° X, 13 settembre 2014
  • Valeria P. Babini e Luisa Lama, Una donna nuova. Il femminismo scientifico di Maria Montessori, Milano, Franco Angeli, 2016

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Altri Progetti[modifica | modifica wikitesto]