Teatro Tordinona

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Il Teatro Tordinona è un teatro di Roma.

Negli anni, a causa delle alterne vicende dello stabile, assunse diversi nomi, tra i quali Teatro Apollo e Teatro Pirandello. Viene ricordato altresì come Teatro Apollo-Tordinona o Tordinona-Apollo.

Memoria del Teatro Apollo, demolito nel 1888. La stele commemorativa si trova sul lungotevere Tordinona.

Storia

Il teatro sorse nel 1670 per volere della sovrana Cristina di Svezia che pregò il proprio segretario, il conte Giacomo d'Alibert, di intercedere presso il papa Clemente IX per la cessione di un immobile, precedentemente di proprietà della famiglia Orsini, sito dove ora sono gli argini del Tevere, sull'attuale lungotevere Tordinona, adibito fino al 1657 a carcere e, successivamente, a locanda.

Il primo teatro (1670 - 1697)

Dopo la costruzione delle Carceri Nove in via Giulia, lo stabile era stato abbandonato dai detenuti ed affidato in enfiteusi ad una confraternita di frati, che ne ricavò una locanda, destinata a fallire nel 1663 a causa della scarsa sicurezza della zona[1]. Un primo tentativo di trasformazione dello stabile in teatro c'era già stato da parte della Confraternita, ma il diniego del papa Alessandro VII, all'epoca regnante dello Stato Pontificio ed avverso all'arte teatrale, ne aveva reso impossibile l'attuazione. Nonostante ciò, alcuni documenti riportano la data 1660 come nascita del teatro.[2]

I lavori per adattare lo stabile a teatro vennero affidati a Carlo Fontana, architetto della Confraternita, che rimaneva proprietaria dello stabile affittandolo al prezzo di duecentocinquanta scudi l'anno al d'Alibert[3]. La sala, di circa 16x22 metri, era ad "U" nella tradizione del teatro all'italiana[4], composta da sei ordini di palchi[5]. La costruzione lignea era decorata, negli interni, dai pittori Magno e Jovanelli[6], ed era accessibile sia da terra che dal fiume. L'inaugurazione avvenne nella primavera del 1670 con uno spettacolo di Tiberio Fiorilli, a cui venne affidata l'intera stagione teatrale.

Poiché le rappresentazioni erano permesse unicamente nel periodo di carnevale, d'Alibert rimase seccato nel sapere che Filippo Acciaiuoli, frequentatore del salotto dell'Arcadia di Cristina di Svezia, aveva ottenuto il permesso da parte del nuovo pontefice, Clemente X, di rappresentare spettacoli al di fuori del periodo deputato: per questo motivo, per rendere possibili gli allestimenti, il teatro Tordinona passò nelle mani dell'Acciaiuoli che lo rilevò in affitto per milleduecentocinquanta scudi l'anno[7].

Sotto la "direzione artistica" dell'Acciaiuoli il palcoscenico fu calcato da donne, precisamente dal 1671 al 1674[8].

Successivamente la direzione passò a Marcello De Rosis. Nel 1675 il teatro venne chiuso per i festeggiamenti del Giubileo, e rimase in disuso per sedici anni. Riaperto nel 1690 e completamente rinnovato negli interni, con la costruzione della sala a ferro di cavallo, venne demolito nel 1697 per ordine di Innocenzo XII, pontefice avverso all'arte teatrale.

Il secondo teatro (1733 - 1781)

Solo l'intervento del papa Clemente XII, nel 1733, permise la ricostruzione dello stabile, ad intere spese dello Stato Pontificio: la nuova pianta era quasi circolare, con un ridotto numero di palchi (quattro, rispetto ai sei precedenti) e l'inaugurazione avvenne il 2 gennaio dello stesso anno.

La programmazione, che aveva subito un calo qualitativo nel tempo[9], non inficiò la frequenza degli spettatori, che frequentarono il Tordinona fino alla chiusura, per restauri, del 1762. La riapertura avvenne nel 1764, e nel 1768 nuovi lavori modificarono l'aspetto complessivo della sala. Il 29 gennaio 1781, tuttavia, un incendio incenerì l'intera struttura, che era completamente costruita in legno[10].

Il terzo teatro (1795 - 1888)

Il progetto per la ricostruzione fu affidato a Natale Marini e successivamente a Giuseppe Tarquini, che disponeva di mezzi finanziari per l'operazione. Il crollo della struttura in fase di realizzazione, a causa della scarsa qualità dei materiali impiegati, fece sì che venisse scelto Felice Giorgi per la progettazione: il nuovo teatro, ribattezzato Teatro Apollo, fu pronto nel 1795, cambiando però proprietario diverse volte, dal principe Francesco Publicola Santacroce al principe Giovanni Torlonia, che nel 1820 rinnovò nuovamente lo stabile. Il 1831 vide un ulteriore rifacimento del Tordinona-Apollo[11], con l'acquisizione di una facciata disegnata da Giuseppe Valadier e commissionata dal proprietario di allora, Alessandro Torlonia. Il nuovo prospetto, in stile neoclassico, si componeva di una facciata divisa in due da una balconata, sulla quale si aprivano tre archi a tutto tondo, separati da colonne [12], nei quali trovavano posto tre grandi porte finestre rettangolari. Alla sommità dell'arco centrale, campeggiava la scritta "Teatro di Apollo". La nuova veste del teatro permise il cambio della programmazione dalla prosa all'opera: vi si produssero opere di Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, mentre la direzione del teatro passò dagli impresari Lanari e Camusi a Vincenzo Jacovacci e poi a Nicola Carnevali.

Il teatro riabilitò il proprio nome, divenendo teatro di prima categoria: nel 1870 vi fu aggiunto il palco reale, in onore al re d'Italia Vittorio Emanuele II di Savoia. Nonostante il successo, i lavori per la costruzione degli argini del Tevere, le cui continue inondazioni minavano la sicurezza della città e dei suoi abitanti, resero necessaria la demolizione, nel 1888, dell'intero teatro, che affacciava sul fiume. Solo nel 1925 venne costruita una stele commemorativa, con un'epigrafe di Fausto Salvatori, dove sorgeva una volta il teatro.

L'attuale teatro

Dopo la distruzione dello stabile, l'Istituto Autonomo Case Popolari si prese carico della ricostruzione dello stesso nelle immediate adiacenze della vecchia ubicazione del teatro Tordinona, promettendo di perpetrarne il nome e la fama: nei primi anni '30 del XX secolo il Teatro Tordinona riaprì i battenti in via degli Acquasparta.

La frequentazione del teatro da parte del drammaturgo siciliano Luigi Pirandello, tuttavia, gli valse il cambio di nome da Teatro Tordinona a Teatro Pirandello[13] dalla fine degli anni '40 fino al 1968, quando venne ripristinato l'antico nome. Attualmente il teatro è diretto da Renato Giordano e dispone di tre sale: una dedicata alle mostre, la seconda intitolata a Pirandello e la terza a Lee Strasberg.

Note

  1. ^ Stefania Severi. I teatri di Roma. Roma, Newton & Compton, 1989, pag. 94.
  2. ^ La data sembra essere ricavata da un testo di Felice Giorgi del 1795, chiamato Descrizione istorica del Teatro Tordinona. Il Giorgi si occupò di studiare i diversi progetti del teatro quando fu incricato di ricostruirlo, nel 1795.
  3. ^ Paolo Guzzi. Il teatro a Roma. Tre millenni di spettacolo. Roma, Rendina Editori, 1998, pag 99.
  4. ^ Pianta del teatro, nel progetto del Fontana.
  5. ^ Guzzi sostiene ve ne fossero sette o otto. Op. cit., pag. 100. Una ricostruzione del Giorgi, del 1795, ne fa vedere sei.
  6. ^ Stefania Severi, op. cit., pag. 95.
  7. ^ Guzzi, op. cit., pag. 101.
  8. ^ Willy Pocini, basandosi su un diario dell'abate Benedetti, sostiene che le prime donne a calcare i palchi a Roma furono Susanna Banchieri, Maria Concetta Matrilli e Anna Priori, ma nel 1798. In Willy Pocini, Le curiosità di Roma, Roma, Newton & Compton, 1985, pag. 394.
  9. ^ Stefania Severi, op. cit., pag. 96
  10. ^ Giuseppe Carletti scrisse, nello stesso anno, un poema chiamato L'incendio di Tordinona. Poema eroicomico, Venezia, 1781, in commemorazione del fatto.
  11. ^ Nonostante il nome ufficiale fosse Apollo, nella memoria dei romani rimase Tordinona. A testimonianza di ciò, valgano come esempio i numerosi sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, che sono dedicati al Tordinona o che lo citano con tale nomenclatura nonostante questi si chiamasse effettivamente Apollo
  12. ^ Le due colonne, in marmo cipollino, provenivano dagli scavi condotti dal Nibby alla tenuta di Romavecchia (Villa dei Quintili), nel 1828-29.
  13. ^ Dal sito ufficiale del teatro

Bibliografia

  • Paolo Guzzi, Il teatro a Roma. Tre millenni di spettacolo, Roma, Rendina Editori, 1998.ISBN 888669816X
  • Willy Pocino, Le curiosità di Roma, Roma, Newton & Compton, 1985.ISBN 8854103403
  • Stefania Severi, I teatri di Roma, Roma, Newton & Compton, 1989.

Collegamenti esterni