Suillellus queletii

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Suillellus queletii
Suillellus queletii
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae
Genere Suillellus
Specie S. queletii
Nomenclatura binomiale
Suillellus queletii
(Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi, 2014
Sinonimi

Boletus purpureus var. luteopurpureus
Gillet

Boletus queletii
Schulzer, 1885

Boletus rubicundus
(Maire) E.-J. Gilbert

Dictyopus queletii
(Schulzer) Quél.

Tubiporus queletii
(Schulzer) Maire, 1937

Versipellis queletii
(Schulzer) Quél., 1886

Boletus lateritius
Bres. & Schulzer, 1885

Suillellus queletii
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Imenio
Lamelle
no
Sporata
oliva
Velo
nudo
Carne
virante
Ecologia
Commestibilità
commestibile dopo cottura

Suillellus queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi, 2014 è un fungo appartenente alla famiglia delle Boletaceae[1].

Descrizione della specie[modifica | modifica wikitesto]

Cappello[modifica | modifica wikitesto]

Suillellus queletii

5-15 cm, prima emisferico poi convesso, asciutto e leggermente vellutato, di colore variabile, arancione, rosso mattone, giallo-cromo, ocraceo, sovente più chiaro al margine.

Pori[modifica | modifica wikitesto]

Piccoli, rotondi, arancioni con tonalità rosse porporine, più chiari, gialli, verso il bordo, immediatamente viranti al blu al tocco.

Tubuli[modifica | modifica wikitesto]

Adnato-sinuati, da gialli a giallo-verdognoli poi oliva. Viranti al blu.

Gambo[modifica | modifica wikitesto]

5-15 x 1,5-4 cm, pieno, sodo, più o meno claviforme o fusiforme con la base leggermente radicante, rosso barbabietola in basso anche in sezione, privo di reticolature, sfumato verso il giallo in alto, finemente granulato al centro dove talvolta presenta sfumature verdastre.

Carne[modifica | modifica wikitesto]

Gialla, soda da giovane, molle in maturità, rossa al piede, virante all'azzurro all'aria per poi divenire grigiastra.

  • Odore: acidulo e fruttato.
  • Sapore: dolce con retrogusto amarognolo.

Spore[modifica | modifica wikitesto]

12-16 x 5-6,5 µm, amiloidi, fusiformi, lisce, con guttule interne, bruno olivastre in massa

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si trova sotto latifoglie preferibilmente su terreno calcareo ai margini delle radure, in luoghi erbosi e soleggiati, da fine primavera all'autunno.

Commestibilità[modifica | modifica wikitesto]

Commestibile. Da consumarsi ben cotto e tagliato a pezzi o fette per almeno 20 minuti, in quanto contiene sostanze tossiche termolabili. Per maggior prudenza si può prebollire a pezzi per 30 minuti, gettando l'acqua di cottura.

Di qualità inferiore rispetto alle specie affini Boletus erythropus e Boletus luridus.

Caratteristiche distintive[modifica | modifica wikitesto]

Si distingue dai boleti similari per i pori mai colorati di rosso vivo, per il gambo, privo di reticolo e granulato di arancio-rossastro, e soprattutto per la colorazione rosso vinosa alla base del gambo, che si evidenzia anche al taglio e non è presente negli altri boleti a pori rossi. Le varietà lateritius, dal cappello rosso mattone e rubicundus, pigmentato decisamente di rosso, in passato elencate a parte, sono oggi inglobate a tutti gli effetti nella denominazione Suillellus queletii.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Di Quélet, dedicato al micologo Quélet

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Questo fungo fu studiato separatamente dai micologi Quélet e Schulzer nel 1885 che se lo dedicarono a vicenda. Infatti Schulzer lo chiamò Boletus queletii e Quélet lo chiamò Boletus schulzeri; gli fu tuttavia attribuito il nome che gli era stato dato per primo in ordine cronologico, ovvero quello datogli da Schulzer.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Suillellus queletii, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
  2. ^ Andrea Brunori, Maurizio Di Cesare, Un Fungo. URL consultato il 18 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2014).

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