Stazione di Rispescia

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Rispescia
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRispescia
Coordinate42°42′17.81″N 11°07′43.32″E / 42.704946°N 11.1287°E42.704946; 11.1287
LineeTirrenica
Cana-Arcille-Rispescia
Storia
Stato attualedismesso
Caratteristiche
TipoFermata in superficie, passante
Binari2
GestoriFerrovie dello Stato Italiane
OperatoriFerrovie dello Stato Italiane
DintorniRispescia

La stazione di Rispescia era una fermata ferroviaria a servizio dell'omonima frazione del comune di Grosseto, posta sulla ferrovia Tirrenica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fermata è stata punto di origine per la ferrovia a scartamento ridotto Rispescia-Arcille-Cana, aperta nel 1916 e chiusa nove anni dopo.

Il 1º novembre 1934 venne limitata nel servizio, non effettuando più né servizio viaggiatori né bagagli, perciò effettivamente non più servita da alcun treno.[1]

Dal 1º marzo 1940 divenne sede del Posto di Blocco n. 38 con l'attivazione dell'esercizio in Dirigente Centrale[2][3] e rimase tale fino a metà anni '90 quando si passò alla gestione con Sistema di Comando e Controllo[4].

Prima di venire definitivamente soppressa, la fermata risultava già impresenziata nel 1999 insieme ad Alberese, Talamone, Capalbio e Chiarone sul tratto di linea Grosseto-Civitavecchia[5].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto era composto di un fabbricato viaggiatori a due piani[3], ricavato da una casa cantoniera, e due banchine serventi i due binari di corsa, quasi completamente scomparse. Il primo binario è usato per i treni in direzione nord, mentre il secondo per quelli in direzione sud. Adiacente al fabbricato viaggiatori era presente un passaggio a livello, chiuso e sostituito con un sottopasso posto poco più a sud.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ministero delle Comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, 1934, p. 752, Ordine di Servizio n. 212.
  2. ^ Ministero delle Comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, su trenidicarta.it, 1940, p. 69, Ordine di Servizio n. 22.
  3. ^ a b Fondazione FS Italiane
  4. ^ Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, Alessandro Viglietti, Seminario: LA «REMOTIZZAZIONE» DEL CAPO STAZIONE. Dalla Dirigenza Unica, al CTC, all'SCC, all'ACCM, al...? L'evoluzione dei sistemi di Telecomando, capitolo "Sistema Comando e Controllo", Bologna 13 dicembre 2019.
  5. ^ Fabrizio Torella e Teresa Coltellese, Le stazioni impresenziate sulla rete ferroviaria italiana. Definire il fenomeno per definire le opportunità (PDF), su osservatorioriuso.it, 1999, p. 85. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]