Alberto Verdinois

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Alberto Verdinois
NascitaTrapani, 29 febbraio 1892
MorteSettsass, 28 ottobre 1915
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
Reparto82º Reggimento fanteria, 15ª Compagnia
Anni di servizio1915
GradoSottotenente
Guerreprima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti dal Dizionario dei Siciliani illustri, Palermo, Ciuni, 1939[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Alberto Verdinois (Trapani, 29 febbraio 1892[2]Settsass, 28 ottobre 1915) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in Sicilia da famiglia napoletana[3], più tardi trascorse l'infanzia a Roma (dopo un breve periodo a Palermo e a Napoli)[2], dove frequentò le scuole, avviandosi alla carriera delle armi, attraverso la Scuola militare di Roma (all'epoca Collegio Militare) e l'Accademia militare di Modena (all'epoca Scuola militare), dalla quale uscì sottotentente dell'82º Reggimento Fanteria.

Nel maggio del 1915 si trovava a Conegliano e partecipò, quindi, alle prime operazioni di guerra, nell'alto Cordevole, sfidando più volte la morte che lo colse durante un'ardita operazione. Per il coraggio dimostrato meritò la Medaglia d'Oro, concessa con d. l. 13 novembre 1916[2][4].

Una via a Palermo, una a Trapani, una via e una lapide a Napoli, il Cimitero di guerra di Livinallongo del Col di Lana presso il castello di Andraz portano il suo nome.

Lettera alla madre[modifica | modifica wikitesto]

Fu attribuita a Verdinois una lettera scritta alla madre Sofia poco prima della sua morte[2][5][6][7].

«Cara madre, La fede nella vittoria finale delle nostre armi è grandissima nei soldati e negli ufficiali, perché siamo certi di essere ben guidati e bene organizzati; siamo certi di essere forti. Ma è anche certo che le vittorie non si acquistano se non a caro prezzo. Conosco il mio temperamento facile ad esaltarsi, ad entusiasmarsi. Chi sa che non sia una vittima fra le tante che ne farà la guerra? E se così fosse, perché rattristarsi? Perché disperarsi? Ah, no, cara madre! Se ti accadrà di leggere fra le colonne di un giornale o fra le liste funebri che tuo figlio Alberto è morto combattendo, no, non piangere; pensa che era quello il suo dovere di cittadino e di soldato; pensa che quella è la morte degna di ogni italiano; pensa che tuo figlio è felice perché, in un sublime momento di attaccamento al dovere ed alla Patria, ha saputo suggellare con la morte sul campo di battaglia la sua giovine vita.»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con intrepida energia, benchè ferito da una scheggia di bomba a mano, tenne saldo il suo plotone presso i reticolati avversari, sotto l’infuriare dell’improvviso ed intenso fuoco del nemico; sostituì immediatamente, sui reticolati stessi, tre vedette cadute; fece compiere ripetutamente il brillamento di tubi esplosivi e mantenne, per tutta la notte, la difficile posizione cooperando, il mattino seguente, all’assalto delle posizioni avversarie. In altra circostanza, trovandosi senza comando di truppa, perchè adibito ad altro incarico, e avendo saputo che un Battaglione era rimasto quasi privo di ufficiali, insistentemente chiese l’autorizzazione di assumere il Comando di qualche reparto del Battaglione stesso. Ottenutala, attraversava un tratto di terreno battuto da ogni sorta di proiettili ed accorreva presso i reticolati nemici. Assunto ivi il comando di una Compagnia, ritto sotto le raffiche del fuoco, con la voce e con l’esempio, animò i dipendenti all’attacco. Colpito una prima volta, non si curò della ferita, ma con maggior lena e ardimento lanciò la truppa in avanti. Ferito una seconda volta gravemente, rifiutò qualsiasi assistenza, e sempre gridando: "Avanti"!, e avanti spingendosi egli stesso, colpito una terza volta mortalmente, cadde per non più rialzarsi. Fulgido esempio di virtù militari. Settsass, 24-28 ottobre 1915.[8]»
— Guerra 1915-18[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alberto Verdinois, p. 467.
  2. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  3. ^ Il padre Enrico Verdinois (Napoli 10.12.1845 - Roma 20.10.1932), ingegnere ed ispettore generale del Genio Civile (Cfr.: Memorie e Comunicazioni. Commemorazione dell'ingegnere Enrico Verdinois, in "Annali dei Lavori Pubblici (già Giornale del Genio Civile)", Indici del Volume LXX - Anno 1932 (X-XI), Ministero dei Lavori Pubblici - Consiglio Superiore, Roma, 1930, p.836), ottenne l'onorificenza sabauda di grand'uffiziale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, accordatagli in occasione del collocamento a riposo, dopo avere assunto il ruolo di presidente di sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
  4. ^ Alberto Verdinois, su movm.it - Sito Ufficiale del Gruppo delle Medaglie d'Oro al Valore Militare d'Italia. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  5. ^ Eno Mecheri (a cura di), Testamenti della Grande Guerra, Prefazione di S.E. C. M. De Vecchi, Milano, Carnaro, 1936, p. 23.
  6. ^ Malan 1969, p.23.
  7. ^ Le ultime lettere a casa, su frontedolomitico.it. URL consultato il 20 gennaio 2023.
  8. ^ Alberto Verdinois, su quirinale.it. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  9. ^ Scheda dal sito del Quirinale. URL consultato il 19 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti, Dizionario dei Siciliani Illustri, Palermo, F. Ciuni Libraio, 1939.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume 1 (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 122.
  • Maurizio Malan (a cura di), Lettere dal fronte, s.l. (ma stampato a Perugia, presso la Grafica di Salvi e C.), s.n., 1969, p. 23.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]