Simosaurus gaillardoti

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Simosaurus
Scheletro di Simosaurus
Intervallo geologico
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superclasse Tetrapoda
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Superordine Sauropterygia
Ordine Nothosauria
Genere Simosaurus
Specie S. gaillardoti

Il simosauro (Simosaurus gaillardoti) è un rettile estinto appartenente ai saurotterigi. Visse nel Triassico medio (circa 230 milioni di anni fa). I suoi resti sono stati ritrovati in Francia e in Germania.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale era di dimensioni notevoli, e la lunghezza raggiungeva i tre metri. Il corpo era piuttosto allungato, le zampe erano corte e la coda relativamente lunga. Il lungo collo sorreggeva un grande cranio piatto, dotato di larghe fauci. I denti posteriori erano stranamente appiattiti, mentre quelli anteriori mantenevano la classica forma conica e appuntita.

Cranio di Simosaurus

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Descritto per la prima volta da Hermann von Meyer nel 1842, il simosauro è considerato una forma aberrante di notosauri, un gruppo di saurotterigi primitivi caratteristici del Triassico. Il particolare tipo di dentatura ricorda un altro gruppo di rettili saurotterigi, i placodonti, ma lo scheletro è chiaramente da notosauro. Attualmente Simosaurus è ritenuto un notosauro relativamente primitivo, che occupa una posizione basale rispetto a Nothosaurus, Lariosaurus e Pistosaurus.

Stile di vita[modifica | modifica wikitesto]

La forma del corpo di Simosaurus indica che questo animale era in grado di nuotare a lungo nei bassi mari epicontinentali, in cerca di prede come i pesci olostei dalle grosse scaglie protettive e, forse, le ammoniti. Simosaurus, grazie alla dentatura larga e piatta, era in grado di frantumare le corazze e i gusci di questi animali.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rieppel, O. 1994. Osteology of Simosaurus gaillardoti and the relationships of stem-group Sauropterygia. Fieldiana: Geology, new series 28:1–85.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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