Scotophilus dinganii

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Scotophilus dinganii
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Vespertilionidae
Sottofamiglia Vespertilioninae
Genere Scotophilus
Specie S.dinganii
Nomenclatura binomiale
Scotophilus dinganii
Smith, 1833
Sinonimi

S.colias, S.herero, S.planirostris, S.pondoensis

Scotophilus dinganii (Smith, 1833) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi diffuso nell'Africa subsahariana.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza totale tra 120 e 155 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 47 e 60 mm, la lunghezza della coda tra 46 e 65 mm, la lunghezza del piede tra 10 e 14 mm, la lunghezza delle orecchie tra 11 e 14 mm e un peso fino a 36 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta, liscia, soffice e lucida. Il corpo è robusto, la testa è grande. Le parti dorsali sono bruno-verdastre, bruno-grigiastre o bruno-rossastre, mentre le parti ventrali sono giallo pallido o arancioni. Gli individui della parte sud-occidentale dell'areale hanno il ventre bianco. Il muso è corto e largo, dovuto alla presenza di due masse ghiandolari sui lati. Gli occhi sono piccoli. Le orecchie sono corte, ben separate tra loro, con il margine interno fortemente convesso e quello posteriore quasi diritto. Il trago è lungo, affusolato e con la punta arrotondata. Le membrane alari sono semi-trasparenti e marroni scure. La punta della lunga coda si estende leggermente oltre l'ampio uropatagio. Il cariotipo è 2n=36 FNa=52, mentre è FNa=50 nella popolazione della Somalia.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni ad alta intensità sotto forma di impulsi a frequenza quasi costante di 28–35 kHz. Questa configurazione è adatta alla predazione negli spazi aperti.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia singolarmente o in gruppi fino a 20 individui all'interno di cavità degli alberi, nidi d'uccelli, crepe sui muri di edifici e sotto i tetti di capanne. Preferisce una posizione orizzontale o in pendenza durante il riposo, più raramente in verticale. Tollera temperature elevate. Il volo è veloce, agile e scarsamente manovrato. L'attività predatoria inizia subito dopo il tramonto e avviene anche con la pioggia battente.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, particolarmente coleotteri e in misura minore emitteri, ortotteri e lepidotteri, catturati in volo sopra spazi aperti o vicino a luci artificiali..

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce 2, talvolta 3, piccoli alla volta all'anno a novembre e dicembre e vengono allattati fino a novembre o dicembre. Femmine gravide sono state catturate in Uganda tra febbraio e marzo, mentre alcuni giovani sono stati osservati nel mese di maggio. In Kenya le nascite sono state osservate a novembre, marzo ed aprile.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nell'Africa subsahariana, dal Gambia a Gibuti ad est e alla Namibia e il Sudafrica a sud, eccetto gran parte dell'Africa centrale e sud-occidentale.

Vive nelle savane alberate, boscaglie, foreste pluviali, ripariali, costiere e montane. È molto abbondante nelle fattorie e nelle zone suburbane.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni esemplari catturati in Ghana e nel Kenya precedentemente identificati con questa forma sono stati recentemente trasferiti nelle nuove specie S.livingstonii e S.trujilloi[4].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa, classifica S.dinganii come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Griffin, M. 2008, Scotophilus dinganii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Scotophilus dinganii, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Happold & Happold, 2013.
  4. ^ Brooks DM & Bickham JW, New Species of Scotophilus (Chiroptera: Vespertilionidae) from Sub-Saharan Africa (PDF), in Occasional Papers of the Museum of Texas Tech University, vol. 326, 2014. URL consultato il 3 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Meredith & David C.D.Happold, Mammals of Africa. Volume IV-Hedgehogs, Shrews and Bats, Bloomsbury, 2013. ISBN 9781408122549

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