San Michele Gatti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
San Michele Gatti
frazione
San Michele Gatti – Veduta
San Michele Gatti – Veduta
Chiesa di San Michele
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
ComuneFelino
Territorio
Coordinate44°40′46.9″N 10°13′24.6″E / 44.679694°N 10.2235°E44.679694; 10.2235 (San Michele Gatti)
Altitudine220 m s.l.m.
Abitanti327[2]
Altre informazioni
Cod. postale43035
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Michele Gatti
San Michele Gatti

San Michele Gatti, nota anche come San Michele de' Gatti o San Michelino, è una frazione del comune di Felino, in provincia di Parma.

La località dista 2,14 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La frazione sorge in posizione pre-collinare alla quota di 220 m s.l.m.,[1] sulla sponda destra del torrente Baganza;[3] il canale del Vescovo, affluente del Baganza, attraversa la località.[4]

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

La località deve il suo nome all'arcangelo Michele, il cui culto fu diffuso in epoca longobarda, e alla famiglia Gatti, che in epoca remota esercitò potere sul territorio.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo di Sancto Michaele fu citato per la prima volta nel 1028, quando Ildegarda, figlia di Oddone il Salico, lo vendette, unitamente alla cappella e a numerose altre terre del Parmense, alla chiesa di San Pietro di Parma.[6]

Nel 1186, in segno di riconoscenza per la lealtà dimostrata, l'imperatore Federico Barbarossa assegnò al parmigiano Guido de' Ruggeri e ai suoi eredi il feudo di Felino, con le terre di San Michele de' Gatti, Barbiano, Carignano e Paderno.[7][8]

Nel 1346 Bonaccorso de' Ruggeri lasciò in eredità ai due generi Giacomo de' Rossi, conte di San Secondo, e Ugolino de' Rossi, cugino di quest'ultimo, tutte le terre in possesso della sua famiglia da quasi due secoli.[9][10]

Le due figlie di Ugolino de' Rossi sposarono in seguito i cugini Rolando e Bertrando, rispettivamente figlio e nipote di Giacomo, il cui ramo riuscì così ad accentrare tutte le proprietà della famiglia sparse nel Parmense; Bertrando si assicurò in particolare il dominio diretto su Felino e sulle sue pertinenze, su cui ottenne ampie esenzioni sia nel 1368 da Rodolfo Visconti,[10][11] sia nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti.[12]

Nel 1482, in seguito all'ascesa al potere di Ludovico il Moro nel ducato di Milano, ebbe inizio nel Parmense la guerra dei Rossi, che contrappose lo Sforza, i Pallavicino, i Sanvitale e i Fieschi da una parte e i Rossi e i Torelli, finanziati dalla Repubblica di Venezia, dall'altra.[13] Nel settembre dello stesso anno, a conflitto ancora in corso, Pier Maria II de' Rossi morì, lasciando al figlio Guido i feudi di Felino, San Secondo, Bardone, Berceto, Neviano de' Rossi e Noceto, unitamente alle rispettive pertinenze, come da testamento del 1464.[14] Tuttavia, Guido riuscì a mantenere il possesso delle terre solo per poco tempo, in quanto l'anno seguente le sue truppe furono sconfitte; mentre gran parte dei suoi possedimenti fu suddivisa tra la Camera ducale, i Sanvitale, Gianfrancesco I Pallavicino e Pietro Francesco Visconti di Saliceto, i feudi di Felino, Torrechiara e San Secondo furono assegnati a Leone Sforza, figlio minore di Ludovico il Moro,[15] e, in seguito alla sua morte, passarono per qualche tempo alla duchessa Beatrice d'Este, moglie di Ludovico.[16]

Dopo alterne vicende, le terre di San Michele Gatti, insieme a quelle di Paderna e Barbiano, divennero parte della giurisdizione feudale di San Michele Tiorre, che verso la fine del XVI secolo fu assegnata dai duchi Farnese al conte Cosimo Masi,[17] al quale nel 1600 succedette il figlio Giovan Battista; tuttavia nel 1604 quest'ultimo, a causa degli ingenti debiti paterni, fu costretto a vendere i diritti a Gian Antonio e Lelio Sozzi.[18]

Nel corso del XVIII secolo la contea di San Michele Tiorre, comprendente anche le terre di San Michele Gatti, Barbiano, Paderna e Tordenaso, fu assegnata ai marchesi Lampugnani,[19] feudatari anche di Felino; alla scomparsa, nel 1762, di Camillo, ultimo erede della casata, i feudi ritornarono alla Camera ducale.[20]

In seguito all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805, San Michele Gatti fu aggregata al comune di Felino.[20]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Michele (Felino, San Michele Gatti).

Menzionata per la prima volta nel 1028, l'antica cappella di Sancto Michaele, elevata a sede parrocchiale autonoma entro il 1564, fu ricostruita in forme barocche tra il XVII e il XVIII secolo e fu decorata nel 1923 dal pittore Latino Barilli. L'edificio, rivestito esternamente in pietra, è internamente intonacato e decorato con paraste doriche e arcate in laterizio; ospita alcuni dipinti di pregio, eseguiti tra il XVI e il XVIII secolo.[21][22]

Villa Ceci[modifica | modifica wikitesto]

Villa Ceci

Costruita tra il 1636 e il 1655 in forme barocche, la villa, a lungo appartenuta alla famiglia Mussi, fu acquistata nel XX secolo da Alfredo Ceci. L'edificio, sviluppato su un impianto quadrato, si eleva su tre livelli fuori terra scanditi da fasce marcapiano; rivestito interamente in pietra, è coronato da una torretta al centro; internamente presenta un androne e vari ambienti del piano nobile coperti da volte, uniti da uno scalone con nicchie che accolgono le statue lignee della Vergine e di Santa Caterina. L'ampio giardino, chiuso perimetralmente da un muro in pietra, è caratterizzato sul lato nord dall'antico padiglione d'accesso su due piani, elevato su un ponticello che scavalca il rio Bertone.[23][24]

Villa Monguidi[modifica | modifica wikitesto]

Villa Monguidi e oratorio di San Giovanni Battista

Costruita in forme barocche nel XVII secolo per volere della famiglia Monguidi, la villa appartenne tra il 1850 e il 1890 alla famiglia Armani, che successivamente la alienò alle suore orsoline missionarie del Sacro Cuore di Gesù. L'edificio, sviluppato su una pianta a U, presenta un monumentale arco d'accesso a tutto sesto in laterizio. Nel parco si trova l'oratorio di San Giovanni Battista, innalzato nel 1735 e ampliato nel 1901 in stile neoclassico; la struttura, affacciata direttamente sulla strada provinciale per Calestano, è coronata da un'ampia cupola.[4][23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c La Frazione di San Michele De' Gatti, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  2. ^ [1]
  3. ^ Molossi, p. 492.
  4. ^ a b San Michele De' Gatti, su www.prolocofelino.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  5. ^ San Michele Gatti, su www.prolocofelino.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  6. ^ Affò, 1793, pp. 300-301.
  7. ^ Affò, 1793, pp. 281-282.
  8. ^ Mordacci, pp. 30, 33.
  9. ^ Arcangeli, Gentile, p. 29.
  10. ^ a b Pezzana, 1837, pp. 85-86.
  11. ^ Arcangeli, Gentile, p. 31.
  12. ^ Arcangeli, Gentile, p. 40.
  13. ^ Pezzana, 1852, pp. 255-256.
  14. ^ Pezzana, 1852, p. 309.
  15. ^ Arcangeli, Gentile, p. 253.
  16. ^ Malaguzzi Valeri, p. 381.
  17. ^ Cenni Storici, su sanmicheletiorre.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  18. ^ Masi, Giovan Battista, su treccani.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  19. ^ Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, p. 70.
  20. ^ a b Molossi, p. 128.
  21. ^ Chiesa di San Michele <San Michele Gatti, Felino>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 maggio 2023.
  22. ^ Chiese, su www.comune.felino.pr.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  23. ^ a b Ville storiche, su www.comune.felino.pr.it. URL consultato il 28 maggio 2023.
  24. ^ Adani, p. 178.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, Archivio storico per le province parmensi, Parma, Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, 1955.
  • Giuseppe Adani, Ville dell'Emilia Romagna, vol. 1, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 1982.
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Bonaventura Angeli, La historia della città di Parma, et la descrittione del fiume Parma, Parma, appresso Erasmo Viotto, 1591.
  • Letizia Arcangeli, Marco Gentile, Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Firenze, Firenze University Press, 2007, ISBN 978-88-8453-683-9.
  • Francesco Malaguzzi Valeri, La corte di Lodovico il Moro: la vita privata e l'arte a Milano nella seconda metà del Quattrocento, vol. 1, Milano, Hoepli, 1913.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832.
  • Alessandra Mordacci, Il Castello di Felino, Parma, Gazzetta di Parma, 2009.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Emilia