Sacrestia di Santa Maria di Pozzano

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La sacrestia di Santa Maria di Pozzano, nota anche come cappella del Crocifisso, è la sacrestia della basilica santuario di Santa Maria di Pozzano, opera di Luigi Vanvitelli, ubicata nella frazione di Pozzano, a Castellammare di Stabia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una prima sacrestia venne edificata nel 1565 grazie alle offerte di un benefattore, Cola Francesco de Puteo[1]. Fu successivamente rifatta nel 1754 su progetto di Luigi Vanvitelli[2]; in una lettera inviata al fratello Urbano, l'architetto così scriveva:

«Oggi sono stato a Castellammare per servire li Padri di San Francesco di Paola, ove ho mangiato del buon pesce, ed il sito è stupendo di bellezza[3]

Esistono due disegni del progetto: uno conservato presso la reggia di Caserta, mentre il secondo è custodito alla biblioteca civica di Foligno; quest'ultimo però potrebbe rifarsi ad una non identificata cappella napoletana oppure alla sezione trasversale della sacrestia e quello di Caserta alla sezione longitudinale[4].

Probabilmente su bozzetti dello stesso Vanvitelli fu adornata, nello stesso periodo, da opere pittoriche di Sebastiano Conca e Giacinto Diano[1], a cui risultano i pagamenti di 1 080 e 410 ducati: a questi vanno aggiunti oltre 6 000 ducati che servirono per la costruzione della fabbrica, i lavori di falegnameria, la doratura, gli stucchi e il trasporto dei materiali da Napoli[5]. Lavori di restauro si ebbero all'inizio del XXI secolo che portano alla sostituzione del pavimento[6].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La sacrestia ha una forma rettangolare dalla lunghezza di 17 metri per una larghezza di 7[7]: l'ingresso dalla basilica è posto sul fondo del lato sinistro. La volta è tripartita[8]: nello scomparto centrale, a vela, è la pittura dell'Apoteosi di san Francesco di Paola, opera di Giacinto Diano del 1769[9]; nelle lunette ai quattro angoli, dello stesso autore, Angeli in gloria[10]. Gli altri due scomparti sono a botte, decorati con cassettoni esagonali[7].

Sulla parete di fondo, oltre a due porte che conducono al coro della basilica, è uno dei tre dipinti, realizzati tra il 1762 e il 1763 da Sebastiano Conca, che hanno come tema il ritrovamento del Crocifisso di Pozzano, ossia Padre Bartolomeo Rosa mentre predica nel duomo e ha la visione del Crocifisso; la tela è sovrastata da un finto finestrone a lunetta. Le altre due opere sono poste sulle pareti laterali: su quella di destra è l'Apparizione del Crocifisso dal mare sul litorale stabiese, mentre su quella di sinistra Padre Bartolomeo mostra il Cristo ai fedeli[10]; le due pitture, delimitate lateralmente da due paraste, sono anche in questo caso sormontate da due finestroni a lunetta: solo quello di destra è reale[8]. Sempre alle pareti, due su ogni lato, in corrispondenza delle volte a botte[11], si trovano quattro tondi raffiguranti le Storie di san Francesco di Paola, sempre di Sebastiano Conca. Nella parte bassa delle pareti sono ospitati degli armadi lignei[4]; inoltre sulla parete di sinistra, nei pressi dell'altare maggiore, è il primitivo legno del XVII secolo su cui venne poggiato il Crocifisso di Pozzano[12].

L'altare principale è in marmo ed è sovrastato da una nicchia[13] nella quale è il Crocifisso rinvenuto dal mare durante l'eruzione del Vesuvio del 1631[14]: la nicchia è sostenuta dalla raffigurazione di angeli; altre due coppie di Angeli, recanti i simboli della passione, della scuola di Francesco De Mura[10], si trovano ai lati del Crocifisso e sulle due porte che si trovano ai lati dell'altare maggiore e che conducano al convento. Il pavimento, posato nel 2001, è in terracotta[6]; nello stesso anno venne posta una targa in bronzo realizzata da Battista Marello[15], che commemora la venuta di Luigi Vanvitelli alla basilica[16].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ruocco, p. 99.
  2. ^ Touring, p. 595.
  3. ^ Pollastro, pp. 84-85.
  4. ^ a b Pollastro, p. 88.
  5. ^ Parascandalo, pp. 54-55.
  6. ^ a b Pollastro, p. 90.
  7. ^ a b Ruocco, p. 122.
  8. ^ a b Pollastro, p. 85.
  9. ^ Ruocco, p. 100.
  10. ^ a b c Ruocco, p. 101.
  11. ^ Ruocco, p. 123.
  12. ^ Ruocco, p. 104.
  13. ^ Scarpitta, p. 35.
  14. ^ Valcaccia, p. 71.
  15. ^ Ruocco, p. 102.
  16. ^ Scarpitta, p. 37.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Pollastro, La Triplice Gloria del Santuario di Santa Maria di Pozzano, Napoli, La Laurenziana, 2004, ISBN non esistente.
  • Giovanni Celoro Parascandalo, La Basilica Pontificia di Santa Maria di Pozzano, Pompei, Litografia Sicignano, 2004, ISBN non esistente.
  • Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Napoli e dintorni, Milano, Touring Club Editore, 2008, ISBN 978-88-365-3893-5.
  • Egidio Valcaccia, I Tesori Sacri di Castellammare di Stabia - Il Cinquecento e il Seicento, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2014, ISBN 978-88-8090-424-3.
  • Giuseppe Ruocco, La Basilica di Santa Maria di Pozzano, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2017, ISBN 978-88-8090-476-2.
  • Gian Franco Scarpitta, La Basilica di Santa Maria di Pozzano in Castellammare di Stabia, Todi, Tau Editrice, 2020, ISBN 978-88-6244-866-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]