Pieve di San Donato in Poggio

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Pieve di San Donato in Poggio
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàSan Donato in Poggio (Barberino Tavarnelle)
Coordinate43°32′14.8″N 11°14′09.66″E / 43.537444°N 11.236017°E43.537444; 11.236017
Religionecattolica
Arcidiocesi Firenze
Stile architettonicoromanico
Fiancata meridionale e abside
Interno
Crocifisso di scuola giottesca (XIV secolo)

La pieve di San Donato si trova a San Donato in Poggio, nel comune di Tavarnelle Val di Pesa, su una delle principali Strate et vie maestre del contado fiorentino, nella località Sanctum Donati de Pocis, sulla via oggi detta della Macìa Morta, sullo spartiacque tra la Val di Pesa e la Valdelsa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime testimonianze scritte sulla pieve di San Donato risalgono al gennaio 989 quando viene nominata in un atto di donazione di alcune terre verso la Badia a Passignano[1]. Numerose sono le testimonianze durante l'XI secolo: in quei documenti si certifica l'importanza del suo ampio territorio situato ai confini delle diocesi di Firenze, Siena e Fiesole. Grazie a questa posizione strategica la chiesa godette sempre di un notevole reddito e questo favorì il formarsi nei suoi pressi del burgo apud ecclesiam S.Donati in Pocis , il borgo di San Donato in Poggio.

Nella chiesa aveva sede un capitolo di canonici; sono rimasti i nomi di alcuni di essi, tra cui si ricordano, nel 1129 il priore Ildebrando e il suo predecessore Renzo che si ritirò a vivere nella Badia a Coneo.

Alla fine del XII secolo la chiesa aveva un rapporto paritario con la Badia a Passignano e la Badia a Isola, come testimoniato da documenti dell'epoca. L'accresciuta importanza della pieve portò ad una sua ricostruzione completa in quel periodo, costruzione che doveva già essere ultimata il 12 ottobre 1173 quando al suo interno risulta rogato un atto notarile. La pieve in quel periodo era sotto la protezione dei Conti Guidi, ai quali il borgo di San Donato venne confermato sia nel 1191 che nel 1220.

A quel tempo alla chiesa facevano capo 16 chiese suffraganee ed era anche la capoluogo della Lega di San Donato.

A San Donato in Poggio nel 1176 e nel 1255 fu fatta la pace tra Siena e Firenze; nel 1313 la località fu assediata dalle truppe di Arrigo VII.

I pievani di San Donato in Poggio appartennero per molti anni alla famiglia Gherardini, che aveva delle proprietà nella zona. Il capitolo dei canonici risultava attivo, che probabilmente si riuniva nel chiostro, nel 1356. Nei pressi della pieve era stato fondato anche lo Spedale di San Donato, citato in documenti a partire dal 1333.

Nel XVI secolo la pieve venne arricchita da diverse opere d'arte. Nel XVII secolo venne sistemato il presbiterio con la realizzazione di un altere per ogni abside. Nel XIX secolo iniziarono i lavori di ripristino della struttura romanica all'interno, a cui fece seguito, nel 1911, il restauro del campanile ed infine nel 1927 venne costruita la cappella del Battistero posto alla base del campanile.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La pieve di San Donato è una basilica a tre navate coperte a tetto e con tre absidi semicircolari; la pieve ha un rivestimento in filaretti di pietra alberese[2] Fa parte di un complesso fortificato che consta anche di una torre campanaria. La torre campanaria probabilmente è preesistente alla pieve.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata a salienti ha sulla destra il campanile e si distingue per la bellezza e la regolarità del paramento murario, che in origine era compatto visto che tutte le aperture sono state realizzate successivamente in occasione di restauri; la realizzazione della facciata risale al XII secolo. Il fianco destro, quello visibile dalla strada, è stato realizzato usando calcare di varie tonalità, probabilmente a causa di un cambio di approvvigionamento durante la costruzione; su questo fianco sono presenti due portali (oggi tamponati) dotati entrambi di archivolto e arco a tutto sesto rialzato secondo lo stile pisano.

Le tre absidi sono prive di decorazioni, tranne che nello zoccolo di base e nella cornice di coronamento; in esse si aprono tre strette monofore strombate e coronate da un archivolto monolitico.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno è coperto a capriate lignee ed è caratterizzato dalla stessa severa semplicità e nudità dell'esterno. È diviso in tre navate di sei campate ciascuna con due file di pilastri a sezione rettangolare.

grazie a queste estrema semplicità la pieve di San Donato è sempre stata indicata come uno dei miglioro esempi tra chiese romaniche del contado fiorentino erette nel XII secolo.

Nella prima campata sulla destra, dove nel 1927 è stato realizzato il battistero è collocato il fonte battesimale attribuito a Giovanni Della Robbia (1513) e un trittico di Giovanni del Biondo (1375).

Plebato di San Donato in Poggio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il documento originale conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze [collegamento interrotto], su archiviodistato.firenze.it. URL consultato il 22 maggio 2010.
  2. ^ "Clante", Civiltà romanica nel Chianti, Poggibonsi, Arti Grafiche Nencini, aprile 1995

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Ildefonso da San Luigi, Delizie degli eruditi toscani, Firenze, Tipografia Cambiagi, 1770-1786.
  • Angelo Maria Bandini, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Mediceae Laurentineae, Firenze, Tipografia Cesari, 1777.
  • Lorenzo Cantini, Saggi istorici d'antichità toscane, Firenze, Tipografia Albizzana, 1796-1798.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Luigi Santoni, Raccolta di notizie storiche riguardanti le chiese dell'Arci Diogesi di Firenze, Firenze, Tipografia Arcivescovile, 1847.
  • Luigi Biadi, Memorie storiche del Piviere di San Pietro in Bossolo e dei paesi adiacenti, Firenze, Tipografia Campolmi, 1848.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Cesare Paoli, Il Libro di Montaperti (MCCLX), Firenze, Viesseux, 1889.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1893 al 30 giugno 1894. Relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1895.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. Relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
  • Torquato Guarducci, Guida Illustrata della Valdipesa, San Casciano in Val di Pesa, Fratelli Stianti editori, 1904.
  • Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
  • Enrico Fiumi, La demografia fiorentina nelle pagine di Giovanni Villani, Firenze, 1950.
  • Robert Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, Sansoni editore, 1956-1968.
  • Carlo Celso Calzolai, La Chiesa Fiorentina, Firenze, Tipografia Commerciale Fiorentina, 1970.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche nel Chianti, Firenze, Salimbeni, 1966.
  • Gastone Canessa, Guida del Chianti (classico) e dei suoi luoghi più caratteristici, Firenze, I Centauri, 1969.
  • Gaspero Righini, Il Chianti Classico. Note e memorie storico- artistiche-letterari, Pisa, 1972.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Val di Pesa e in Val di Greve, Firenze, Salimbeni, 1972.
  • Giovanni Righi Parenti, Guida al Chianti, Milano, SugarCo Edizioni s.r.l., 1977.
  • Renato Stopani, Il contado fiorentino nella seconda metà del Duecento, Firenze, Salimbeni, 1979.
  • Giovanni Brachetti Montorselli, Italo Moretti, Renato Stopani, Le strade del Chianti Classico Gallo Nero, Firenze, Bonechi, 1984.
  • Vittorio Cirri, Giulio Villani, La Chiesa Fiorentina. Storia Arte Vita pastorale, Firenze, LEF, 1993.
  • Paolo Cammarosano, Abbadia a Isola. Un monastero toscano nell'età romanica, Castelfiorentino, Società Storica della Val d'Elsa, 1993.
  • Marco Frati, Chiesa romaniche della campagna fiorentina. Pievi, abbazie e chiese rurali tra l'Arno e il Chianti, Empoli, Editori dell'Acero, 1997, ISBN 88-86975-10-4.
  • AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.
  • AA. VV., Firenze, Milano, Touring Club Italiano, 2001, ISBN 88-365-1932-6.

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