Pasquale De Barbieri

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Pasquale De Barbieri
NascitaSestri Ponente, 1903
MorteTambow, aprile 1943
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Reparto52º Reggimento artiglieria "Torino"
Anni di servizio1923-1943
GradoCappellano militare
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana in Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Pasquale De Barbieri (Sestri Ponente, 1903Tambow, aprile 1943) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sestri Ponente, provincia di Genova, nel 1903, figlio di Giovanni Battista e Maria Teresa Parodi.[2] n Studente in teologia, nel marzo 1923 fu ammesso a frequentare la Scuola allievi sottufficiali di Milano del Regio Esercito e, nel febbraio 1924, venne posto in congedo con il grado di sergente.[2] Compiuti gli studi nel Seminario di Genova, nel 1928 fu ordinato sacerdote e assunto quale coadiutore in una parrocchia di Nervi.[2] Richiamato in servizio attivo nel gennaio 1941, fu destinato come cappellano militare all'89º ospedale da campo dislocato alla frontiera orientale.[2] Nel luglio delle stesso anno, trasferito al 52º Reggimento artiglieria della 52ª Divisione fanteria "Torino", partì per l'Unione Sovietica al seguito del CSIR del generale Giovanni Messe.[2] Durante la seconda battaglia difensiva del Don rimase gravemente ferito nel combattimento di Arbusow, 26 dicembre 1942, venendo fatto prigioniero di guerra.[2] Decedette nel campo di concentramento di Tambow nella seconda decade di aprile del 1943, venendo successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cappellano militare di altissime doti intellettuali e spirituali. Sempre presente dove più incombeva il pericolo ad alleviare con la voce della fede e del cuore ogni sofferenza. Durante un sanguinosissimo combattimento, invitato più volte a porsi in salvo, rifiutava per rimanere presso i suoi artiglieri feriti. Ferito lui stesso in più parti del corpo e reso cieco da un colpo di mortaio, invitato nuovamente a salvarsi, rispondeva: «Il mio posto è qui», e illuminato solo da sublime spirito di altruismo brancolava tra i morenti e continuava la sua santa missione chiudendo l’esistenza feconda di carità e d’amore fra gli artiglieri nei quali, in tre campagne, aveva alimentato la fiamma del dovere coi sacri ideali di Dio e della Patria. Arbusow (Fronte russo), 26 dicembre 1942.[3]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 9 dicembre 1947.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.149.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 22 dicembre 1947, Esercito registro 26, foglio 399.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 149.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]