Parahydromys asper

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Parahydromys asper
Immagine di Parahydromys asper mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Muridae
Sottofamiglia Murinae
Genere Parahydromys
Poche, 1906
Specie P.asper
Nomenclatura binomiale
Parahydromys asper
Thomas, 1906
Sinonimi

Drosomys

Parahydromys asper (Thomas, 1906) è l'unica specie del genere Parahydromys (Poche, 1906), endemica della Nuova Guinea.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'epiteto generico deriva dalla combinazione del prefisso Para-, vicino, e dal nome del genere Hydromys, con allusione alle caratteristiche comuni con i ratti d'acqua australiani, mentre il termine specifico deriva dalla parola latina asper, ruvido, ed è riferito alla particolare consistenza della pelliccia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di grandi dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra 210 e 230 mm, la lunghezza della coda tra 234 e 275 mm, la lunghezza del piede tra 48,8 e 55 mm, la lunghezza delle orecchie tra 10,5 e 15 mm e un peso fino a 590 g.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è corto e largo e presenta un rostro corto e notevolmente allargato alla base, la scatola cranica è tondeggiante e le bolle timpaniche relativamente grandi. I fori palatali anteriori sono corti. I molari sono grandi ed hanno una caratteristica disposizione delle cuspidi a bacino.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

2 0 0 1 1 0 0 2
2 0 0 1 1 0 0 2
Totale: 12
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta e ruvida. Le parti superiori sono grigio-brunastre, mentre quelle inferiori sono biancastre con una leggera tinta giallastra. Il muso è corto e largo, le vibrisse sono numerose e ispessite, quelle superiori sono nere mentre quelle inferiori sono bianche e ricoprono densamente il labbro superiore, il quale è rigonfio. Le orecchie sono piccole, arrotondate e bruno grigiastre. Il dorso delle zampe è marrone chiaro. Il quinto dito del piede è ridotto e privo di artiglio, le piante sono lisce e fornite di sei cuscinetti carnosi. La coda è più lunga della testa e del corpo, è marrone scura con la parte terminale bianca, è densamente ricoperta di peli che diventano più lunghi verso l'estremità dove formano un piccolo ciuffo. Emette un particolare odore putrescente. Il Cariotipo è 2n=48 FN=52.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola spesso frequente lungo i corsi d'acqua, dove costruisce le tane. Si muove lentamente e quando disturbata emette un caratteristico brusio modulato ritmicamente.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, lombrichi, altri invertebrati e anche di radici e germogli di piante del genere Equisetum.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine danno alla luce due piccoli alla volta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è endemica della Nuova Guinea.

Vive nelle foreste, ma anche nei parchi e nei giardini tra i 500 e 2.200 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione numerosa, classifica P.asper come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Leary, T., Singadan, R., Menzies, J., Helgen, K., Wright, D., Allison, A. & Aplin, K. 2008, Parahydromys asper, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Parahydromys asper, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Novak, 1999.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi