Much Loved

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Much Loved
Titolo originaleZin Li Fik
Lingua originalearabo
Paese di produzioneMarocco, Francia
Anno2015
Durata105 min
Generedrammatico
RegiaNabil Ayouch
SceneggiaturaNabil Ayouch
ProduttoreNabil Ayouch, Eric Poulet, Saïd Hamich
Casa di produzioneLes Films du Nouveau Monde
Distribuzione in italianoCinema
FotografiaVirginie Surdej
MontaggioDamien Keyeux
MusicheMike Kourtzer
TruccoGhislaine Nejjar
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Much Loved (Zin li fik) è un film del 2015 diretto da Nabil Ayouch.

La pellicola è stata presentata al Festival di Cannes 2015.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Quattro prostitute di Marrakech, Randa, Noha, Hlima e Soukaina, durante la notte, insieme ad altre colleghe, si prostituiscono per vivere, offrendo il loro amore a chiunque ne faccia richiesta tra festini a base di alcool e droghe. Tra corpi esibiti con disinvoltura, le tre amiche si fanno coraggio per superare le umiliazioni subite e devono affrontare una società sospesa tra conservatorismo e occidentalizzazione.

Noha ha 28 anni e ha lasciato un figlio di 2 anni a sua madre, che bada con tante difficoltà agli altri due figli. La madre di Noha non vorrà più vedere sua figlia dopo che avrà scoperto come si guadagna da vivere.

Randa desidera andare a vivere in Spagna dal padre, che costantemente la cerca.

Soukaina ha un amante e gli paga da vivere.

Dopo varie nottate Soukaina viene picchiata da un suo cliente dopo che lei scopre che è omosessuale. Al pronto soccorso le tre ragazze conoscono Hlima, una ragazza che si guadagna da vivere di giorno in giorno, e che aspetta un bambino, che poi purtroppo in seguito perderà. Le giovani decidono di ospitarla in casa loro e di portarla con loro ad Agadir per qualche tempo.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato oggetto di una violenta polemica in patria per le esplicite scene di sesso e la crudezza dei dialoghi.[1] Un'associazione ha anche annunciato l'intenzione di presentare una denuncia contro il regista e l'attrice protagonista Loubna Abidar per aver danneggiato l'immagine di Marrakech e del Marocco.[2]

Nabil Ayouch inoltre è stato minacciato di morte insieme alle attrici dai gruppi salafiti. Riguardo alle accuse il regista replica che la sua intenzione non era di danneggiare l'immagine del Marocco, ma di affrontare un problema sociale, "la prostituzione è intorno a noi e invece di rifiutare di vedere, bisogna cercare di capire le cause che portano le donne alla strada della prostituzione".[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]