Monte Pavione

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Monte Pavione
Il Monte Pavione visto dal Monte Vederna.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Provincia  Belluno
Comune Sovramonte
Altezza2 334 m s.l.m.
CatenaAlpi
Coordinate46°06′16.49″N 11°49′16.31″E / 46.104581°N 11.821196°E46.104581; 11.821196
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Pavione
Monte Pavione
Mappa di localizzazione: Alpi
Monte Pavione
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Sud-orientali
SezioneDolomiti
SottosezioneDolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino
SupergruppoAlpi Feltrine
GruppoGruppo delle Vette Feltrine
SottogruppoCresta Principale delle Vette di Feltre
CodiceII/C-31.IV-B.5.a

Il Monte Pavione (2.334 m s.l.m.) è la montagna più alta delle Vette Feltrine nelle Dolomiti e fa parte del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il toponimo è in relazione con il latino papilionis "padiglione" per la sua caratteristica forma[1].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La cima e il versante meridionale sono compresi nel comune di Sovramonte (provincia di Belluno).

Le pendici settentrionali ricadono nei comuni di Imèr e Mezzano (provincia di Trento), dove sono rispettivamente situate la malga Agneròla e la malga Coston de Val de Stua.

La miniera[modifica | modifica wikitesto]

Una leggenda vuole che qui sia ubicata la più grande miniera di argento del Primiero, con il cui prodotto sarebbe stato costruito l'importante ostensorio in stile gotico della Pieve di Fiera di Primiero.

Salita alla vetta[modifica | modifica wikitesto]

La vetta può essere raggiunta per la via normale dal Passo Croce d'Aune (Belluno) (sent. 801 con indicazione per il Rif. Dal Piaz, dal rifugio salire al Passo Vette Grandi, sentiero 817).

In alternativa può essere raggiunto sia dal Veneto (sentiero 817 da casera Monsampian, 1.902 m) sia dal Trentino (sentiero 736 da Imèr).

Attorno al massiccio si estende la Riserva naturale Monte Pavione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vito Pallabazzer, Convergenze e divergenze tra la toponomastica ladina atesina e quella ladino-cadorina e bellunese, in La toponomastica come fonte di conoscenza storica e linguistica. Atti del Convegno della Società italiana di glottologia: Belluno, 31 marzo, 1 e 2 aprile 1980, Giardini, 1981, p. 63.

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