Matteo Desiderato

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Matteo Desiderato (Sciacca, 1750 o 1752Catania, 1827) è stato un pittore italiano, discepolo di Mariano Rossi.

Particolare della tela San Leone Taumaturgo che sconfigge il mago Eliodoro
Santa Chiara d'Assisi e la Regina Eleonora d'Angiò, chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata di Catania.
Sant'Isidoro Agricola che fa scaturire l'acqua, Museo diocesano di Catania.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pochissime le informazioni sui primi anni di vita del Desiderato, le cui prime notizie lo danno a Roma presso la bottega di Mariano Rossi, anch'egli nato a Sciacca e da anni operante in quella città.

Rimase a Roma per un lungo periodo, nel corso del quale sposò una appartenente alla piccola nobiltà siciliana, dalla quale ebbe una figlia.

Lasciò quindi moglie e figlia per tornare in Sicilia, dove si stabilì a Catania, città nella quale trascorse il resto della vita e nella cui provincia si trovano ancora alcune sue opere, specialmente in chiese di Catania, Acireale e Santa Maria di Licodia.

Fu maestro di Giuseppe Gandolfo e Giuseppe Rapisardi. E ancora di Luigi Montalto e Sebastiano Lo Monaco.[1]

Commissioni[modifica | modifica wikitesto]

Acireale[modifica | modifica wikitesto]

  • 1794c., Ciclo di pitture su tela comprendente la Madonna del Rosario e Santi Domenicani e altre 7 pale d'altare, opere custodite nella chiesa del collegio domenicano femminile dell'Arcangelo Raffaele.
  • XVIII secolo, San Pasquale Baylon, dipinto su tela, opera custodita nella cripta - ambiente museale della basilica collegiata di San Sebastiano.

Acitrezza[modifica | modifica wikitesto]

  • 1790c., Madonna del Rosario tra i santi Domenico, Rosa da Lima e Gaetano da Thiene, opera custodita nella chiesa madre San Giovanni Battista.

Catania[modifica | modifica wikitesto]

Riposto[modifica | modifica wikitesto]

Santa Maria di Licodia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 122, Pietro Pisani, "Osservazioni sulle antichità di Selinunte" [1], Poligrafia Fiesolana, 1825.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN102528152 · ISNI (EN0000 0000 7269 7987 · CERL cnp01202226 · GND (DE139666931 · WorldCat Identities (ENviaf-102528152