Marko Vešović (scrittore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Marko Vešović (Bijelo Polje, 14 marzo 1945Sarajevo, 17 agosto 2023) è stato uno scrittore, critico letterario e traduttore montenegrino, vissuto a Sarajevo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 14 marzo 1945 nel villaggio di Pape presso Bijelo Polje in Montenegro, Vešović ha frequentato il liceo a Bijelo Polje. Si è trasferito a Sarajevo per gli studi universitari presso la Facoltà di Filosofia, e poi a Belgrado presso la Facoltà di Filologia. Ha lavorato come insegnante alla scuola secondaria di Sarajevo e al liceo Pero Kosorić.

Vešović ha lavorato come assistente accademico alla Facoltà di Filosofia di Sarajevo dal 1976 al 1986, quindi come redattore presso la casa editrice Veselin Masleša a Sarajevo.[1][2] Nel 1992 è tornato alla Facoltà di Filosofia di Sarajevo.

All'inizio della guerra in Bosnia ed Erzegovina Vešović fu accusato dai media legati all'SDS di Karadžić di essere un traditore del popolo serbo. Vešović ha risposto che i crimini di Karadžić fermano gli animi e trasformano le bocche in pietra.[3] Ha aggiunto: "è vero che sono montenegrino, ma ogni volta che qualcuno mi conta come serbo per potermi sputare addosso, divento temporaneamente serbo anch'io".[3]

Visse a Sarajevo durante la guerra di Bosnia ed è considerato tra i cronisti più accurati della vita dei cittadini di Sarajevo sotto assedio .[1]

Dopo la guerra rimase a Sarajevo, insegnando come professore presso la Facoltà di Filosofia, al Dipartimento di Letterature Comparate. Ha rifiutato l'incarico di membro della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina, dicendo che non è per la politica, né la politica è per lui.[3]

I suoi libri includono Poljska konjica (Cavalleria polacca), sull'assedio di Sarajevo; Rastanak sa Arancanom (Addio ad Arenzano); e Knjiga žalbi (Libro dei reclami).[2] Tra le più significative c'è la prosa di guerra Smrt je majstor iz Srbije (La morte è un capomastro dalla Serbia, 1994; pubblicato in italiano come "Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo", Sperling and Kupfer, 1996). In esso Vešović descrive anche le sue esperienze prebelliche con il criminale di guerra Radovan Karadžić, un tempo collega poeta.

Ha scritto colonne su diversi giornali montenegrini e bosniaci e ha pubblicato oltre 30 libri di poesia e prosa, traduzioni di poesie, saggi e polemiche.[1]

Dopo il referendum sull'indipendenza montenegrina del 2006, Vešović ha scritto per il quotidiano Pobjeda, nel quale ha pubblicato critiche feroci contro l'opposizione a Milo Đukanović . Il suo lavoro è stato oggetto di una delle più grandi sentenze per diffamazione nei Balcani.[1] Un tempo era presidente onorario dell'Alleanza Liberale del Montenegro.

È morto a Sarajevo (Nedzarici) il 17 agosto 2023 e lì è stato sepolto, al cimitero di Sv.Josip.

Alla sua morte Andrej Nikolaidis lo ha definito "il più grande poeta montenegrino vivente".[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN84257168 · ISNI (EN0000 0000 7838 7111 · LCCN (ENn95109996 · GND (DE1145080774 · BNF (FRcb13738140v (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n95109996