Marco Publicio Malleolo

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Marco Publicio Malleolo
Console della Repubblica romana
Nome originaleMarcus Publicius Malleolus
GensPublicia
Consolato232 a.C.

Marco Publicio Malleolo[1] (latino: Marcus Publicius Malleolus) (... – ...) fu un console della Repubblica romana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Con il fratello Lucio Publicio fu edile probabilmente nel 240 a.C. e fece costruire un tempio dedicato alla dea Flora ed istituì i Ludi florales. Fece costruitìre, inoltre, il Publicus clivus, che conduceva alla cima dell'Aventino. I soldi per queste opere furono ricavati dalle multe riscosse per le violazioni della legge agraria.

Prosper Piatti - I Ludi florales.

Fu eletto console romano nel 232 a.C. con Marco Emilio Lepido [2], in un periodo di transizione tra la prima e la seconda guerra punica. Durante il suo consolato i Romani colonizzarono il territorio a sud di Ariminum, l'ager gallicus, nella Gallia Cisalpina, dal quale cacciarono, dopo averli sconfitti, i Galli Senoni[3][4].

Nello stesso anno la Sardegna, da poco sottomessa dal suo predecessore, Manio Pomponio Matone, si sollevò contro la dominazione romana. Tornando col collega con un ricco bottino, approdarono sulle coste della Corsica, ma vennero attaccati dagli isolani corsi, che si impossessano di questo bottino[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 p.908 n.1 Archiviato il 21 ottobre 2012 in Internet Archive.
  2. ^ Livio, Ab urbe condita libri, Liber XXII, 35.1
  3. ^ Polibio, Storie, Liber II, 21, 7. Polibio parla della lex flaminia, una legge agraria emanata da Gaio Flaminio, per centuriare la terra e distribuirla a famiglie di agricoltori.
  4. ^ Osvaldo Sacchi (PDF), su web.archive.org, 7 marzo 2007. URL consultato il 23 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2007).
  5. ^ Cassio Dione, Historia romana, frammenti dei libri 12, 18
Predecessore Fasti consulares Successore
Quinto Fabio Massimo Verrucoso
e
Manio Pomponio Matone
(232 a.C.)
con Marco Emilio Lepido
Marco Pomponio Matone
e
Gaio Papirio Masone